Fausto Casati era al servizio di Casatenovo: per lui l'amicizia e il rispetto venivano sempre prima

Giliola Sironi
Fausto Casati è da sempre nella mia vita: avevo poco più di 8 anni e i miei genitori gli affidarono il compito di progettare la loro prima casa.
Era un giovanissimo geometra e un legame stretto con Campofiorenzo perché la sua famiglia veniva dalla Cascina Lodosa a un chilometro dalla frazione della Festa del Salame.
E moltissimi lo avranno certamente visto, sino a qualche anno fa, proprio alla Festa del Salame intento a distribuire alla cassa scontrini per polenta taragna, salamelle e altri cibi.
Devo a lui il mio ingresso in politica nel 1975 quando con Domenico Galbiati e Giovanni Maldini mi chiese di rappresentare la mia frazione in Consiglio Comunale.
Fausto (così era chiamato da tutti noi sia alla Festa del Salame che in partito e tra i cittadini) è stato un amministratore che ha saputo coniugare i progetti avveniristici di Maldini con la capacità di portarli a compimento.
"Senza Fausto - diceva Maldini - non avrei potuto mai realizzare neppure una parte dell'idea di portare l'acqua in Brianza e neppure acquistare Villa Greppi".
Questa è stata la sua grande capacità politica: essere al servizio del suo paese perché profondo conoscitore della storia e delle storie di Casatenovo .
Come suo assessore non dimenticherò le chiacchierate ed i confronti (mai banali) su come accompagnare lo sviluppo del paese.
E mi piace ricordare una notte passata in Consiglio Comunale dopo un dibattito "pesante e faticoso" con le minoranze sul piede di guerra e con un pubblico numerosissimo (tra il quale potevo vedere tra loro mio padre che aveva voluto così dimostrare la sua stima per "Fausto") cui fece seguito uno spuntino pane e salame a casa sua.
A significare che il rispetto e l'amicizia vengono prima delle battaglie e delle divergenze politiche.
Non sei passato senza seminare.
Giliola Sironi
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