Cassago: da una scommessa Mirko e Simone brevettano un 'case' innovativo per il pc

Potenza di calcolo, peso e ingombri. E’ un problema, forse ''il problema'' che da decenni attanaglia il mondo dell’informatica per quanto riguarda la trasportabilità dei dispositivi e la loro commercializzazione.
I primi personal computer portatili come il Grid Compass o l’Ibm 5140, fra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, pesavano quanto un pc desktop fisso odierno. L’Olivetti M10 del 1983 – a confronto - era già un gioiello con un peso da portatile moderno. Ma, il peso dei computer è rimasto un problema, soprattutto se per garantire la trasportabilità bisogna sacrificare le prestazioni dei dispositivi hardware.
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Un compromesso – quello fra portabilità e prestazioni – che due giovani studenti puntano a superare.
Mirko Tumbiolo e Simone Fusco si sono letteralmente ''dati da fare'' per creare qualcosa di nuovo che vada oltre questo problema. Lo hanno chiamato: ''Pc Fisso Portatile''. Oppure, in inglese: ''Portable Desktop''.
Un ossimoro che – come spiegano loro stessi – nasconde un’intuizione: ridurre le dimensioni e il peso del ''case'' del pc – lo scatolone di metallo che contiene l’hardware – fino a farci stare tutto in uno zaino da mettere in spalla.
Mirko e Simone – rispettivamente di Cassago Brianza e Villasanta – hanno studiato elettronica presso l’Istituto Breda di Sesto San Giovanni. La sfida di riuscire a realizzare un pc desktop ad elevata trasportabilità è nata proprio sui banchi della scuola gestita dai salesiani.
''Guardando un nostro zaino e vedendo uscire i fili degli auricolari da un foro ci siamo chiesti se fosse possibile inserire anche un personal computer in uno zaino e fare uscire un cavo Hdmi per collegarci un monitor'' ci ha detto Mirko. 
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Raccontando la propria idea a compagni di classe e docenti, i due hanno sentito pronunciare le parole ''è impossibile''; da quel momento hanno deciso di fare propria la sfida.
''Noi ci siamo messi al lavoro e in tre settimane abbiamo realizzato il primo prototipo funzionante'' ricorda Mirko. ''Abbiamo preso uno zaino piuttosto capiente e, per risparmiare sui costi dei componenti, abbiamo recuperato del materiale non più usato dalla discarica della scuola, dopo essere stati autorizzati''.
Una prima partecipazione al ''Maker Faire'' di Roma – evento destinato a progetti di innovazione tecnologica rivolto anche a scuole e giovani – ha riscontrato un buon successo. Un risultato che li ha spinti a innovare ulteriormente il loro primo prototipo, sviluppandone altri e arrivando a brevettare la loro idea.
L’aggiunta di un monitor all’interno dello schienale apribile dello zaino ha segnato un nuovo passo in avanti.
''Il nostro concetto – prosegue Mirko - è il ''case'' desktop portatile, un ''case'' con un monitor integrato e un’uscita Hdmi per consentire all’utilizzatore di decidere se usare il monitor interno o esterno. Nel ''case'' portatile si può inserire qualsiasi tipo di hardware esistente che rispetti le sue dimensioni. Ma, si può anche decidere di aumentare le dimensioni dello zaino per inserire hardware più prestanti''.
L’utilizzo di uno zaino “trasportino” rigido per gatti ha permesso di migliorare anche il raffreddamento dell’hardware.
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Ora i due giovani devono compiere un nuovo importante sviluppo: implementare la batteria. Infatti, vorrebbero integrare l’alimentazione da rete elettrica con una a batteria portatile. I costi necessari a questo nuovo passo in avanti sono però sostanziali. Inoltre, hanno in programma una nuova partecipazione – già confermata dagli organizzatori - al ''Maker Fair'' di Roma del prossimo mese di ottobre.
''Vorremmo reperire i fondi sia per partecipare al ''Maker Fair'' sia per avere a disposizione budget per lavorare al progetto. Perché l’hardware e le batterie costano molto'' chiarisce Mirko. ''Oltre a trovare i fondi vorremmo trovare un’azienda disposta a produrre questo ''case'' portatile e interessata a realizzare futuri miglioramenti''.

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L.A.
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