Casatenovo: l'ex Mani Pulite Gherardo Colombo incontra gli studenti e parla di regole

''Legalità e trasparenza sono parole importanti per il nostro e per il vostro futuro''. Con questa affermazione il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati ha introdotto ai ragazzi degli istituti superiori Greppi e Fumagalli l’incontro con l’ex pubblico ministero Gherardo Colombo.
Un appuntamento pensato in occasione della IV Giornata della Legalità e Trasparenza organizzata dal Comune e voluta per affrontare questi due temi, in particolare rivolgendosi ai tanti studenti e studentesse presenti presso la sala consiliare del municipio.
''Il dottor Colombo è stato un magistrato molto importante per la storia del nostro Paese'' ha spiegato il sindaco introducendo l’ospite agli studenti. Galbiati ha citato Piero Calamandrei che ''includeva il tema della legalità con quello della libertà''. ''Diceva – ha proseguito il primo cittadino – che la libertà è un elemento imprescindibile della legalità. Dentro la legalità sta la nostra libertà e la vostra libertà: quella delle generazioni future''.
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Gherardo Colombo

Il segretario comunale dottor Giuseppe Mendicino ha ricordato ai ragazzi e ai presenti l’importanza di ''trasmettere spirito critico e capacità di ragionare con la propria testa'' citando anche Primo Levi, Italo Calvino e ricordando l’emanazione delle leggi razziali volute da Benito Mussolini esattamente 85 anni fa, il 18 settembre 1938. ''A risentire il discorso pronunciato da Mussolini – ha spiegato Mendicino – l’orrore non è solo quello delle parole del dittatore criminale, l’orrore è della folla che applaude, cioè la mancanza di spirito critico, la mancanza di ragionamenti fatti con la propria testa''.
''E’ proprio questo spirito critico che si tenta di stimolare con questi incontri o anche con le lezioni che teneva Primo Levi nelle scuole'' ha ricordato il segretario comunale. ''L’immaginazione, il coraggio e lo spirito critico sono i doni più belli della giovinezza, teneteveli davvero cari nel prossimo futuro''.
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Terminata l’introduzione di Galbiati e Mendicino, è iniziato l’intervento del dottor Gherardo Colombo, giurista, ex magistrato e autore di diversi saggi letterari su temi quali il diritto, la giustizia, la legalità e la società. In passato ha indagato su alcuni dei fatti più importanti della storia dell’Italia repubblicana: la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli e, soprattutto, Tangentopoli. Colombo fece parte del pool di magistrati (con i pubblici ministeri Di Pietro, D'Ambrosio, Boccassini, Davigo, Spataro, Greco e Parenti, coordinanti da Francesco Saverio Borrelli) che avviarono l’inchiesta Mani Pulite.
Fin dai primi minuti l’ex pubblico ministero ha scelto di confrontarsi direttamente con i ragazzi, camminando fra loro e coinvolgendoli in un ragionamento su regole, leggi, libertà, sanzioni e pene.
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Il sindaco Filippo Galbiati

A partire dalla bontà delle regole, che possono essere giuste o ingiuste. L’esempio è andato di nuovo alle leggi razziali già citate dal dottor Mendicino.  ''Le regole possono avere anche aspetti negativi come il discrimine previsto dalle leggi razziali'' ha spiegato Colombo portando poi, anche, l’esempio della parità di genere fra uomo e donna non ancora pienamente raggiunta. ''In passato le donne non potevano votare, non potevano essere elette a cariche come il sindaco, non potevano fare il magistrato e non potevano vestire la divisa di polizia o carabinieri'' ha spiegato il giurista proseguendo: ''all’epoca le leggi erano fatte così. Ma, oltre che per il genere, le regole possono discriminare anche in base all’etnia, alla religione, alle condizioni personali e sociali''.
Portando alcuni esempi di regole che hanno discriminato o ancora oggi discriminano o offrono opportunità differenti a seconda delle possibilità di una persona, l’ex pubblico ministero ha sottolineato: ''le regole che discriminano andrebbero cambiate e, magari, anche trasgredite. Gli italiani avrebbero dovuto trasgredire le leggi razziali''.
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Un esempio di trasgressione di regole discriminanti proposto agli studenti è stato quello di Rosa Parks, l’attivista afroamericana che rifiutò di rispettare la distinzione fra i posti a sedere per i bianchi e per i neri in vigore sugli autobus statunitensi negli anni Cinquanta. Per il suo rifiuto di spostarsi venne arrestata. Ma, la sua azione e le sue conseguenze legali, portarono la Corte Suprema degli Stati Uniti – nel 1956, ad un solo anno di distanza dai fatti – a dichiarare incostituzionale la segregazione sugli autobus. Dopo aver ricordato come alcuni principi sanciti in Costituzione – come la pari dignità sociale enunciata all’articolo terzo – debbano fungere da guida nello sviluppo delle regole, Gherardo Colombo ha affrontato il tema dell’istruzione scolastica, della libertà di scelta e della libertà in senso lato.
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A destra il dottor Giuseppe Mendicino, segretario del Comune di Casatenovo

''Più avete opportunità di imparare, più mettete conoscenza dentro voi stessi, più diventerete liberi'' ha dichiarato aggiungendo: ''il concetto di libertà non è così semplice come si pensa, la libertà si attua attraverso le scelte che facciamo e, comunque, tutte le volte in cui esercitiamo la nostra libertà scegliendo, scegliamo al tempo stesso di rinunciare a qualcosa […]''. Da questo punto di vista il giurista ha sottolineato più volte come l’obbligo scolastico serva proprio per ''fare in modo che le persone possano essere libere''.
A questo punto del confronto è stato affrontato il tema dell'educazione in senso più ampio e, in particolare, dell’educazione all’osservanza di regole e leggi. ''L’educazione al rispetto delle leggi dovrebbe essere fatta attraverso il convincimento e non con la minaccia della pena'' ha spiegato l’ex magistrato precisando: ''Pensate che il 70% delle persone che viene arrestato e finisce in carcere, una volta che ritorna libero perché ha scontato la pena, rientra in carcere perché commette nuovamente lo stesso reato o un reato collegato. Queste persone erano a conoscenza della pena che li attendeva''. Sottolineando come logica conseguenza: ''la minaccia della pena non è sufficiente a fermare le persone dal compiere un reato''.
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Da questo punto di vista, Colombo ha sostenuto che sarebbe più corretto ''educare al rispetto delle regole''. Ricordando che – ad esempio – chi non rispetta le regole nel mondo della scuola, andando in contro a voti negativi in condotta, di frequente adotta atteggiamenti che vengono sanzionati perché ha una qualche forma di disagio personale che andrebbe affrontato con metodi e soluzioni diverse dai semplici voti negativi. Infine, trattando la questione dell’osservanza delle leggi ha spiegato: ''Se viene fatta una legge che poi non viene fatta rispettare perché non si è in grado di controllare la trasgressione, si finisce per rendere legittimo il comportamento in origine vietato. Tutte le volte che vengono fatte leggi sapendo di non poterle fare rispettare non si sta facendo il bene della società, ma si fa il male della società''.
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Nei momenti conclusivi del dibattito, una telefonata inattesa ha messo in collegamento l’ex pubblico ministero e gli studenti presenti con l’emittente TeleLombardia, per una breve intervista condotta proprio sul tema delle regole.
Prima di congedarsi gli studenti hanno chiesto all’ex magistrato quali siano le regole che non condivide, che non apprezza. ''Tutte quelle che tolgono dignità alle persone che stanno in carcere e le regole sull’immigrazione che sono in contrasto netto con la Costituzione'' sono stati i due esempi – il primo con evidente riferimento al regime carcerario del ''41 bis'' – che Colombo ha voluto consegnare a ragazzi e ragazze come spunto di riflessione finale.
L.A.
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