Barzanò: la Lega perde il vice segretario. Casati esce dal partito, ''non tradirò mai il Nord''

C'è poco da aggiungere al contenuto della lettera inviata da Lucas Casati - militante e vice segretario della Lega (sezione di Barzanò) - ai vertici del Carroccio, nella quale annuncia le proprie dimissioni dal partito di Matteo Salvini. Una decisione frutto di un lungo malessere percepito da tempo come si legge nel documento, condiviso con la stampa proprio in queste ore.
''Per quanto mi riguarda, non esistono più le condizioni per poter proseguire il mio percorso politico con la Lega Salvini Premier'' si legge nello scritto, nel quale ringrazia la segretaria di sezione Debora Piazza, i militanti in particolare Paolo Giussani, Simone Nardolillo, Elena Loukachevitch, Roberta Marabese i sostenitori e simpatizzanti di Barzanò e dei paesi della Brianza.
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Emblematiche, a questo proposito, le ultime righe: ''ho sempre sostenuto che la politica è al servizio del popolo, dei cittadini e della comunità, cosa che non vedo nella Salvini Premier ma che era presente nella Lega Nord. Ribadisco, tante belle parole ma pochi fatti concreti. La mia passione politica rimane, gli ideali resistono ma non tradirò mai il territorio e la gente del Nord''.
Per una parentesi che si chiude, un'altra sembra avanzare a tutto campo; il barzaghese ha infatti aderito ad Autonomia e Libertà, il movimento a tutela appunto del Nord fondato da Roberto Castelli, che proprio ieri in conferenza stampa ha reso ufficiale lo strappo con la Lega di Salvini.
Alla cortese attenzione
Segreteria Federale Lega Salvini Premier
Segreteria nazionale Lega Lombarda
Segreteria Provinciale Lega Lecco


Lettera di dimissioni e rinuncia carica militante e vice segretario Lega Salvini Premier sezione di Barzanò (Lc)

Barzago (LC),
Brianza, Lombardia
22/09/2023

Dopo attenta riflessione ed un malessere tenuto e portato dentro per molto tempo, Io sottoscritto Lucas Casati, militante attivo e vice segretario Lega sezione di Barzanò, rassegno le mie dimissioni dal partito.

Per quanto mi riguarda, non esistono più le condizioni per poter proseguire il mio percorso politico con la Lega Salvini Premier.

La mia decisione va nel rispetto degli elettori di questa pseudo Lega.

Come molti ben sanno, ho sempre contribuito in modo attivo insieme ai simpatizzanti e militanti di Barzanò, a far si che la sezione ed il partito Lega, potessero essere un punto di riferimento per il territorio: questo era la Lega Nord, e non certo questa Salvini Premier.
Non posso esimermi dal ringraziare tutte le persone che ho conosciuto ed hanno creduto e credono ancora in me. In primis la Segretaria di sezione Debora Piazza, i militanti in particolare Paolo Giussani, Simone Nardolillo, Elena Loukachevitch, Roberta Marabese i sostenitori e simpatizzanti di Barzanò e dei paesi della Brianza.

Le decisioni prese dai vertici del partito non sono più in sintonia con le mie idee che ho sempre sostenuto in Lega Nord. Le scelte dei candidati per determinati ruoli, sono decise tramite nomine senza tenere in considerazione le necessità e le decisioni della base, del popolo e dei cittadini del Nord.

Tante belle parole, pochi fatti e poche risposte.

L’interferenza di personaggi di dubbia provenienza politica, i quali non hanno nulla a che vedere con la Lega, non conoscendone la storia, ma sono interessati solo alle poltrone ed a centri di potere, ha fatto svanire quel movimento popolare e sindacato del Nord di lotta e libertà per la difesa del territorio, della cultura e della gente del Nord, quel sindacato che si differenziava dai partiti e dalla politica tradizionale.

Abbiamo assistito ad alleanze politiche sia in ambito nazionale che europeo lontane dagli ideali della Lega autonomista, federalista, indipendentista, che non hanno recato nessun vantaggio al Nord.

Vi siete dimenticati del popolo del Nord, della sovranità popolare e dell’autodeterminazione dei popoli: penso alla questione settentrionale ormai dimenticata, all’autonomia tirata fuori per slogan elettorali per accaparrarsi voti, al residuo fiscale 54 miliardi di euro annui mai restituiti in servizi dallo stato centrale alla Lombardia, ai 121 miliardi di euro prelevati in tutto il Nord.

Agli slogan “Prima gli Italiani” noi che, cresciuti in Lega Nord, non abbiamo mai voluto far parte di questo stato artificiale.

Oltre alle stravaganze e a una linea politica inaccettabile, dall’ossessione per il Ponte sullo Stretto, al voto sul reddito di cittadinanza, passando per il silenzio assordante della non-presa-di-posizione nel difendere in Europa il presidente indipendentista catalano Carles Puigdemont o, ciliegina sulla torta, il voto favorevole a Roma Capitale. Dal colore verde aborrito al colore blu, dall’eliminazione del nome Nord che crea imbarazzo come il nome Padania e l’antico simbolo solare del Sole delle Alpi.

Il mio malessere e la mia delusione sono condivisi da molti sostenitori e non solo della Lega ma nella politica in generale.

Non è questo il partito in cui credevo, dove era la base a decidere e non tramite nomine dall’alto del partito, seguendo una linea politica dettata da altri e da campagne di comunicazione imbarazzanti social.

I militanti storici non sono considerati, se non come bassa manovalanza per i gazebo e per promuovere gente candidata che molto spesso non si fa mai vedere e sentire tra la gente.
Vi sono militanti storici della Lega con competenze e molto preparati ma mai considerati, prima vengono le nomine ovviamente.

Questa non è più la Lega ora è un partito tradizionale nazionalista e centralista legato al potere romanocentrico contro ogni forma di autonomia e libertà.

Se voi quadri dirigenti della Salvini Premier, vi siete dimenticati di cosa sia la Lega, vi consiglio di abbandonare il simbolo Alberto da Giussano ed il nome Lega, emblemi e rappresentanze del Nord che non hanno nulla a che vedere con storia e cultura con altri territori.

Lasciate questi simboli a gente che crede ancora nelle autonomie e nelle libertà dei popoli.
Un partito che dovrebbe difendere gli interessi del Nord e perde di vista le esigenze del popolo del Nord e del suo territorio, non ha il diritto di trattenere simboli culturali e storici appartenenti al Nord.

Con la mia coerenza e con i valori e la mia storia politica, non posso rimanere in un partito che non rappresenta il mio territorio, la mia gente e me stesso.

La Lega non è né di destra né di sinistra, la Lega appartiene al popolo del Nord. Molti in silenzio hanno abbandonato il partito delusi, strappando la tessera, sentendosi traditi da coloro che dovevano difendere, supportare e rappresentare il Nord.

Molti stanno ancora soffrendo e come me se ne andranno, ma altri rimarranno per false convinzioni o per puro e bieco egoismo ed opportunismo politico. 

Bisogna di nuovo ascoltare la voce dei cittadini delle vallate, dei laghi, dei monti, dei paesi rurali, delle campagne delle zone costiere, nelle città, nei mercati, nelle piazze e nelle periferie insomma ascoltare la gente, cosa che la politica in generale ha dimenticato, vivendo all’interno dei palazzi del potere romani con i loro privilegi e vizi.

Ho sempre sostenuto che la politica è al servizio del popolo, dei cittadini e della comunità, cosa che non vedo nella Salvini Premier ma che era presente nella Lega Nord. Ribadisco, tante belle parole ma pochi fatti concreti. La mia passione politica rimane, gli ideali resistono ma non tradirò mai il territorio e la gente del Nord.

Concludo con una frase epica di Gianfranco Miglio, sperando che possa far riflettere i vertici del partito e rianimare le coscienze dei militanti e simpatizzanti che ancora credono nel Nord.

''Dal confine alpino al crinale dell’appennino tosco-emiliano l’Italia transpadana e cispadana ha una sua specifica ragion d’essere, una sua fisionomia economica produttiva storica e perfino linguistica. La Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia e le tre Venezie, ossia tutta l’Italia settentrionale nel suo insieme costituisce un’armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa''. Gianfranco Miglio

In Fede

Lucas Casati
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