Cara Giulia, ti chiediamo scusa

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''Il loro peccato era molto grave e il grido che saliva dalle loro città era troppo grande''. Così recita il passo del libro della Genesi in cui Dio decide di distruggere Sodoma e Gomorra a causa delle innumerevoli azioni peccaminose commesse dall’essere umano.

Si parla di tempi primordiali, addirittura di un qualcosa che non esiste per chi non è credente; tuttavia, se utilizziamo la lente di ingrandimento della morale e dei valori positivi conservati in uno sperduto anfratto del nostro cuore, possiamo notare come pochi giorni fa Pordenone sia stata la nuova Sodoma e/o Gomorra. Andando a scorrere l’anno solare corrente possiamo notare che sono state più di 100 le Sodoma e Gomorra, sono ben più di 100 i femminicidi italiani in un solo anno. Le strade delle nostre città sono piene di sangue ''rosa''. Stiamo passando dalla rottura degli argini a seguito di catastrofi naturali all’esondazione dei fiumi rosa costituiti dal sangue versato dalle vittime femminili e in questo caso, qualora le cose non dovessero cambiare, non ci sarà diga che tenga per fermare questa piena e non ci sarà garza in grado di bloccare questa emorragia.

In data 18 novembre il corpo di Giulia Cecchettin, una ragazza che stava per affacciarsi alla vita adulta, ad una laurea in ingegneria biomedica, al mondo dei grandi è stato trovato esanime nella zona di Barcis, in provincia di Pordenone. L’accusa nei confronti del suo ex fidanzato è di omicidio volontario per motivi di gelosia sanguinaria e inspiegabile per i canoni di una società civile e umana. 

Questa lettera a cuore aperto sta sgorgando fuori dal mio essere come acqua da una fonte montana. In quanto uomo mi vergogno delle angherie che molte donne sono obbligate a subire. 

A dire il vero ritengo ci sia una sostanziale differenza fra il concetto di ''maschio'' e quello di ''uomo''. Un maschio è un individuo di sesso maschile o chiunque si senta tale nella propria essenza. Un uomo è un maschio con dei valori, con la consapevolezza del significato della parola “rispetto”. È sbagliatissimo considerare sinonimi questi due vocaboli. 

Il razzismo e l’omofobia non verranno mai risolti se a combatterlo sono solo rispettivamente persone di colore e omosessuali. Lo stesso concetto vale per i femminicidi. In questi giorni Instagram è pieno di Instagram Stories di ragazze che ricondividono le parole dei famigliari di Giulia ma le voci maschili latitano.
Dove siamo noi maschi che ci professiamo uomini? Come possiamo girarci dall’altra parte mostrando totale indifferenza?

Io credo ancora in un mondo in cui la donna debba essere trattata con la stessa cura con la quale il piccolo principe accudisce il proprio fiorellino. Ma attenzione cari uomini, non dobbiamo chiudere la donna in una cupola di vetro per isolarla dal mondo, per alimentare ossessioni possessive. Non dobbiamo ritenere la donna un soprammobile o merce di nostra proprietà. 

Ti chiedo scusa Giulia, a nome di tutti gli uomini, a nome di tutte quelle persone che pensano che una donna debba essere solo sfiorata con un fiore, a nome di chi ancora crede in un concetto di virilità che si discosta dal maschilismo patriarcale il quale purtroppo da secoli attanaglia la nostra società.

Vorrei che tu, da lassù, possa sentire e vedere con grande orgoglio che in queste Sodoma e Gomorra ci sono ancora degli uomini che credono fortemente nella parità dei sessi, nel fatto che voi dobbiate avere gli stessi trattamenti e possibilità che abbiamo noi e nella ferma condanna di ogni forma di violenza nei vostri confronti.

Che Giulia possa essere l’ultima vittima, che il sangue rosa non fluisca più sui pavimenti delle case martoriate, negli incroci fra le vie appartate e nella pista da ballo delle discoteche. Che il sangue rosa possa scorrere nelle vene delle donne le quali avranno sempre diritto di interrompere la relazione con il proprio partner senza successive ripercussioni, di camminare con una minigonna senza sentirsi gli occhi delle ''bestie'' addosso, di scalare le vette della società e di ricoprire ruoli di vertice senza che l’opinione pubblica pensi ''è lì perché l’ha data al capo''.

Scusatemi e scusateci:
Giulia Cecchettin
Francesca Romeo
Patrizia Vella Lombardi
Michele Faiers Dawn
Etleva Kanolja
Annalisa D'Auria
Pinuccia Anselmino
Giuseppina Lamarina
Antonella Iaccarino
Marta Di Nardo
Concetta Marruocco
Silvana Aru
Eleonora Moruzzi
Piera Paganelli
Anna Malmusi
Egidia Barberio
Klodiana Vefa
Monica Berta
Carla Schiffo
Manuela Bittante
Anna Elisa Fontana
Liliana Cojita
Rosaria Di Marino
Maria Rosa Troisi
Cosima D'Amato
Nerina Fontana
Marisa Leo
Rossella Nappini
Francesca Renata Marasco
Vera Schiopu
Anna Scala
Celine Frei Matzohl
Maria Costantini
Iris Setti
Sofia Castelli
Mara Fait
Angela Gioiello
Marina Luzi
Vera Maria Icardi
Norma
Mariella Marino
Benita Gasparini
Ilenia Bonanno
Maria Michelle Causo
Laura Pin
Margherita Ceschin
Svetlana Ghenciu
Rosa Moscatiello
Cettina De Bormida
Floriana Floris
Maria Brigida Pesacane
Giuseppina De Francesco
Giulia Tramontano
Pierpaola Romano
Ottavina Maestripieri
Yirel Natividad Peña Santana
Anica Panfile
Jessica Malaj
Danjela Neza
Rosanna Trento
Antonella Lopardo
Wilma Vezzaro
Barbara Capovani
Stefania Rota
Anila Ruci
Rosa Gigante
Sara Ruschi
Brunetta Ridolfi
Carla Pasqua
Alessandra Vicentini
Zenepe Uruci
Agnese Oliva
Francesca Giornelli
Pinuccia Contin
Maria Febronia Buttò
Rubina Kousar
Petronilla De Santis
Rossella Maggi
Iulia Astafieya
Iolanda Pierazzo
Rosalba Dell'Albani
Caterina Martucci
Giuseppina Traini
Maria Luisa Sassoli
Sigrid Gröber
Chiara Carta
Rosina Rossi
Cesina Bambina Damiani
Melina Marino
Santa Castorina
Antonia Vacchelli
Margherita Margani
Yana Malayko
Giuseppina Faiella
Alina Cristina Cozac
Teresa Di Tondo
Oriana Brunelli
Martina Scialdone
Giulia Donato
Teresa Spanò
(vittime di femminicidio in Italia nel 2023)

L’appello che rivolgo a tutti gli uomini che si definiscono tali è di condividere questa lettera nel modo ritenuto più opportuno. La rivoluzione della mentalità deve partire da noi!
Mattia Giovenzana
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