Cassago chiama Chernobyl: altre 12 tonnellate di aiuti partiti per l'Ucraina

Dodici tonnellate di aiuti, raccolti, caricati e partiti alla volta dell’Ucraina nella giornata di ieri, venerdì 8 marzo. È l’ultima di una lunga lista di spedizioni umanitarie che Cassago chiama Chernobyl ha realizzato da oltre vent’anni a questa parte. Un impegno che si è rinnovato con maggior dedizione e passione, da quando, nel febbraio 2022, la Russia ha invaso il Paese situato alle porte dell’Europa.
Spedire un nuovo carico di aiuti in concomitanza con la giornata della Festa della Donna ha assunto un significato particolare, come Armando Crippa - presidente dell’associazione – ha avuto modo di raccontare. ''E’ stato un modo per ricordare tutte le donne a cui noi siamo legati in Ucraina, donne che sono impegnate a difendere la loro patria, in servizio militare, anche al fronte''.
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Fra gli aiuti inviati vi sono molti strumenti di carattere ortopedico, fra cui tutori per articolazioni, per gambe, collo e braccia. ''Sono importantissimi per aiutare i feriti in guerra'' ha spiegato Crippa ricordando anche che nel carico di aiuti umanitari sono stati inclusi anche due letti ospedalieri per la degenza dotati di apparati elettrici.
Oltre a questi strumenti ospedalieri e ortopedici, sull’autotreno partito alla volta dell’Ucraina sono stati caricati molti altri aiuti, fra i quali generi alimentari, prodotti igienici e indumenti. Comprese anche alcune stoffe che saranno donate ad una scuola femminile di sartoria con la quale l’associazione Cassago Chiama Chernobyl è in contatto.
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Gli aiuti sono stati raccolti negli ultimi mesi e stoccati in un magazzino grazie alla disponibilità della famiglia Bonanomi. ''Ieri abbiamo iniziato in mattina a caricare il camion e terminato alla sera, quando è partito alla volta dell’Ucraina'' spiega Crippa.
Un viaggio che si annuncia più complicato e lungo del previsto. ''Gli aiuti hanno difficoltà ad entrare in Ucraina perché al confine con l’Ungheria si è formata una colonna di automezzi lunga 20 chilometri a causa delle procedure doganali''. Colonna che i responsabili dell’associazione Cassago Chiama Chernobyl avevano avuto modo di vedere con i propri occhi quando, nel mese di novembre, si erano recati in Ucraina per donare due ambulanze all’ospedale di Chernihiv.
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''L’Ungheria è uno stato membro dell’Unione Europea e credo che l’Europa debba farsi carico di questa situazione e risolvere questo problema che rallenta la consegna degli aiuti'' ha spiegato Crippa precisando: ''Il rischio è quello di rimanere in attesa per svariati giorni, anche settimane, per riuscire ad attraversa la frontiera''.
''In passato – ha aggiunto - non abbiamo mai trovato una situazione del genere. È assurdo che si manifesti ora, in questo momento in cui l’Ucraina ha necessità di un maggiore aiuto''. Il rallentamento dell’attraversamento doganale comporta, infatti, oltre che ritardi, anche un aumento dei costi.
Nonostante ciò, il responsabile di Cassago chiama Chernobyl ha assicurato: ''Noi non ci spaventiamo e andiamo avanti. Ma, non saremo tranquilli fino a quando il camion di aiuti sarà arrivato a destinazione''.
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A rendere possibile la raccolta degli aiuti è stato il contributo di diversi cittadini e associazioni presenti sul territorio: il Comitato delle famiglie ospitanti di Ponte Lambro, L’Abbraccio, Solidarietà e Accoglienza di Nerviano, Regala un Sorriso di Desio e Un Gesto per Loro di Seregno.
''Queste associazioni hanno dato una grande contributo per far sì che questo trasporto di aiuti umanitari potesse partire'' ha concluso Crippa. ''Il nostro lavoro è una piccola goccia, ma è molto importante perché serve anche a far sentire la solidarietà del nostro territorio e la nostra vicinanza agli amici dell’Ucraina che stanno affrontando un periodo di guerra rispetto al quale non si vede un segnale di cessate il fuoco e pace''.
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L.A.
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