"La presenza ormai costante nella nostra vita della frase ANDRA' TUTTO BENE muove in me alcune riflessioni.
E' possibile che vada tutto bene, nella misura in cui saremo capaci di riconoscere che prima non andava tutto bene.
L'indifferenza, l'anestesia del sentire, l'anaffettività, la presunta e non necessaria velocità e superficialità delle relazioni umane, l'incapacità di ascoltare e comprendere, di guardare e vedere, di accettare gli altri, l'ignoranza ostinata, la negazione dell'etica e della morale, la negazione del valore dell'arte e della cultura, l'arroganza, il giudizio costante, il pregiudizio, la grettezza, l'egoismo...potrei andare avanti...tutto questo era ciò con cui ci eravamo abituati a convivere e questo non era TUTTO BENE.
Quale è allora la misura dell' ANDRÀ' TUTTO BENE?
La sopravvivenza al virus?
Forse un pò poco nel nostro ruolo di esseri dotati di intelletto cuore e anima
O forse ANDRA' TUTTO BENE se saremo capaci di utilizzare questa fase per mutare: nell'anima, nel nostro sentire profondo, nella valutazione di ciò che è importante alla vita e non nella vita.
Forse semplicemente se riusciremo a comprendere veramente che cosa significa vivere e non per noi stessi, ma nel nostro fondamentale ruolo di tasselli di un mosaico umano nel quale ognuno di noi ha un posto ed un valore in mezzo agli altri, sopra una terra che è viva e deve rimanere tale che è necessario rincominciare ad amare, ascoltare e rispettare, in mezzo ad altri esseri animali che ci sopportano nella nostra ostinata fragilità"
Grazie e buon lavoro