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Scritto Venerdì 10 luglio 2020 alle 14:13

Rogeno: un’antenna al Maggiolino? I residenti contrari. Rievocato il 2012

I cittadini di Maggiolino non vogliono l'impianto di telefonia sul loro territorio. Troppi i dubbi sulla salute, che chiedono continui a essere tutelata.
All'assemblea pubblica, convocata dall'amministrazione comunale di Rogeno nella serata di giovedì 9 luglio, la posizione dei residenti, tutti concordi e accorsi in gran numero (non solo dalla frazione), è stata netta: niente impianto sulla collinetta.

Alcune immagini dell'assemblea pubblica a Rogeno

Lo scorso 23 giugno è infatti giunta in comune una lettera da parte di un operatore di telecomunicazioni che chiedeva "ospitalità" per installare a Maggiolino un nuovo impianto di telecomunicazione. Sulla lettera, l'area indicata è piuttosto ampia: si estende nei campi dalla base della collina per arrivare fino alla cascina mentre non è stato specificato nulla sulla tipologia di impianto.
La società, "al fine di migliorare il servizio radio mobile del comune, chiede di mettere una radio base per telefonia mobile", riservandosi però di estendere le ricerche al patrimonio privato qualora il comune non avesse risposto entro 15 giorni. L'azienda ha infatti la facoltà di contattare direttamente i proprietari dei terreni privati e addivenire a un accordo di locazione per poter seguito al proprio piano aziendale. In breve, un privato, a fronte di un canone annuo frutto di accordo con la società, potrebbe consentire l'installazione di questo tipo di impianto su un suo terreno. Tra l'altro, queste infrastrutture sono in deroga a ogni previsione urbanistica: non importa che l'area, in base al piano di governo del territorio (Pgt), sia edificabile o agricola.
L'amministrazione comunale, entro lo scadere dei termini, ha chiesto all'azienda interessata un incontro "al fine di approfondire le questioni richieste": preso tempo, ha intanto convocato un'assemblea per discutere della problematica con i diretti interessati.

"La normativa è complicata. Non è banale l'opposizione a processi di ampliamento delle espansioni delle telecomunicazioni, ma vogliamo condividere le scelte con i cittadini" ha esordito il sindaco Matteo Redaelli. "Non sappiamo di più sul tipo di struttura in questione, ma la legge prevede che per impianto superiori a 7 Watt occorra passare dal comune, Parco Valle del Lambro e Arpa (agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, ndr) per le autorizzazioni. Presumiamo quindi sia un impianto di questo tipo visto che ci hanno scritto" ha precisato Redaelli, entrando nel dettaglio. "Il comune non ha competenza per entrare nel merito, non ha la strumentazione ma può fare proprio il dato dell'Arpa e dare il via libera. All'Arpa spetta infatti la valutazione di merito in base ai parametri tecnici che comprendono la potenza dell'antenna e l'irraggiamento, ma anche la verifica di non essere in una zona in cui ci siano luoghi sensibili come scuole, asili, case di riposo, luoghi di culto. In ogni caso, gli impianti di telecomunicazioni, sia radio che a terra, sono opere di urbanizzazione primarie, in base al decreto n. 380 del presidente della repubblica del 6 giugno 2001: se un'azienda, nel piano di sviluppo nazionale sulla base di normative europee, valuta che il servizio deve essere migliorato e fa un'opera nei limiti di legge, non gli si può dire di no".
Nella frazione del comune c'è una sola area pubblica, ovvero il parcheggio e l'area dove si è svolta l'assemblea.
La questione di installazione di impianti di telecomunicazione sul territorio non è nuova: nel 2012, una società chiese di poter posizionare un apparecchio nel parco delle Capriate, presso l'acquedotto oggi in dismissione: dopo il parere contrario del parco della valle del Lambro per incompatibilità paesistica e il coro di proteste sollevato da un apposito comitato, la richiesta naufragò e non se ne fece nulla.

Quello stesso anno il comune approvò il Pgt, che contiene una mappatura dei punti in cui poter installare un impianto di telecomunicazioni ed evitare che possano essere collocate in qualsiasi area del paese individuata dall'impresa di telecomunicazioni. In questo piano, che era un obbligo di normativa regionale, vengono individuati cinque punti: il parcheggio di via Salvo d'Acquisto (alle spalle della ditta Iser), l'area verde del parcheggio nella frazione Maggiolino, il parcheggio di via alla Punta, l'area lido con la strada vicinale dei boschi (lido verso Moiana), la piattaforma ecologica di via Calvenzana, il parcheggio di via Spino e l'area verde nei pressi del cimitero in vis Ratti. Il piano resta valido fino alla modifica: da qui l'opposizione di una cittadina che già otto anni fa aveva sollevato dubbi sul conflitto di interessi dell'azienda che aveva redatto il piano e che ieri ha chiesto un altro strumento al comune: "Penso sia necessario che il comune si tuteli chiedendo a un tecnico di fare un piano comunale per identificare le aree che possono essere affidate a una società di antenne, minimizzando i campi elettromagnetici sulle persone. L'azienda a cui viene dato l'incarico però non deve essere in conflitto di interessi".

Voci contrarie all'impianto sono giunte da numerosi cittadini che hanno preso parte al dibattito: chi più scettico sulla tutela della salute, chi ha chiesto la presenza di un legale o di un tecnico per andare con la massima competenza all'incontro con l'azienda, chi non vede la necessità di un'antenna perché la zona risulta coperta dal segnale e chi ipotizza la svalutazione della propria abitazione.
"Come amministrazione, subiamo un pò questa richiesta. Le nostre armi per far sì che non si installi l'antenna, non sono molte. Mi preme dire che, se potessimo dire di no, lo faremo. Ma se facciamo questo, loro sono liberi di rivolgersi al privato. In mezzo a queste due ipotesi c'è la possibilità di trattare ed è la nostra idea. Il risultato di questo percorso però non è scontato" ha riferito il capogruppo Francesco Corti.

La riunione si è conclusa con le intenzioni dell'amministrazione, su mandato dei cittadini: "Qui il comune non gli concederà l'area, ma nemmeno su Rogeno. Andiamo a trattativa e cerchiamo di farli spostare in un'altra area che potrebbe essere quella industriale".
M.Mau.
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