Casatenovo: l'arcobaleno speciale del piccolo Anthony che da anni lotta contro la malattia. Un messaggio di speranza

Il piccolo Anthony
Anthony ha cinque anni e mezzo e per lui restare a casa non è solo un dovere o un obbligo scritto in un decreto ministeriale, ma è un'azione necessaria per salvare la propria vita.
Anthony infatti, è un giovanissimo paziente oncologico nato con una malattia rara e seguito da anni dai medici e dagli infermieri del Bambin Gesù di Roma, ospedale dove si reca mensilmente per visite di controllo e chemioterapie.
Il messaggio che anche lui ha voluto condividere con gli altri in questi giorni difficili, è proprio quello di restare a casa, ma non solo per salvaguardare la propria salute ma perché questa è la modalità migliore e più efficace per non mettere a rischio la vita di quelli che come lui, combattono già ogni giorno con un "nemico" ancora più difficile da sconfiggere rispetto al nuovo Coronavirus. Con i suoi genitori, Anita e Ermal, Anthony vive a Casatenovo da ormai un anno, dopo che vi si sono trasferiti da Monticello, dove la madre lavora presso la casa di riposo di Via Sirtori, che come altre strutture assistenziali, non si è fermata per aiutare i propri ospiti in questa situazione di emergenza.
Il virus è arrivato in Italia in una situazione serena per la famiglia, perché dopo otto mesi di chemioterapia, a gennaio il piccolo Anthony è stato dichiarato dai medici quasi fuori pericolo, ma ha subito dovuto adottare precauzioni ancora più stringenti dopo le notizie che tutti ormai abbiamo imparato a conoscere.
"Le misure preventive nei suoi confronti sono ancora più necessarie, perché il suo organismo ha difese immunitarie molto basse e va tutelato da qualsiasi tipo di contagio" ci ha spiegato la mamma Anita, preoccupata per il poco rispetto delle regole verificatosi qualche giorno fa in Italia. "Per paura di qualche contatto inopportuno ci hanno spostato una visita che doveva effettuare settimana scorsa, ma verso maggio dovremo per forza scendere a Roma per la chemioterapia. Ecco perché è importante rimanere a casa e rispettare le semplici regole che ci sono state date, a volte infatti, può fare la differenza tra la vita e la morte".
Anthony è stato uno dei tanti bambini che in questi giorni hanno aderito al nostro invito, inviandoci disegni e striscioni intrisi di speranza e ottimismo per incentivare la gente a non uscire di casa e a vivere nella maniera meno pesante possibile questo strano e complicato periodo. In uno dei disegni che Anthony ha realizzato, vi è anche la sua personale interpretazione del virus, che il piccolo ha disegnato attraverso la reclusione dei bambini nelle loro camerette con un grande sole sopra di loro, quale segno di speranza. Nonostante la sua situazione particolarmente fragile, Anthony vive in questi giorni come tutti i suoi coetanei, passa le giornate in casa e in giardino e per lui il divieto di uscire è assoluto, senza eccezioni. Al bambino però, come ci ha raccontato la mamma, questa situazione non sembra pesare, trova un lato positivo in tutto, è contento di avere i propri genitori a casa un po' di più del solito e continua ad essere sorridente e vivace, un bello smacco alla sua malattia e al virus.

I genitori non hanno voluto tenergli nascosto nulla e il bambino è completamente consapevole della situazione e di tutto quello che deve fare per esempio quando starnutisce o quando si lava le mani e tutto ciò che lo riguarda per la sua protezione e salute. La sua esperienza, e il suo sorriso nell'affrontare questa situazione di emergenza è un bel messaggio di speranza ma che deve entrare nelle case delle persone anche in qualità di senso di responsabilità aggiuntivo a quello che i decreti e le comunicazioni ministeriali ci hanno abituato in questi giorni.
"Sarebbe bello se alla fine di questa situazione difficile tutti ci ricordassimo che stare con la propria famiglia e condividere del tempo con i propri cari non va vissuta come un fatto eccezionale in alcuni giorni particolari, ma bensì come quotidianità. Vivere con Anthony mi ha insegnato proprio questo, che ogni giorno è l'occasione giusta per ricordare a chi amiamo che ci siamo per loro e che sono preziosi ai nostri occhi, perché magari domani potrebbe essere troppo tardi per farlo. Mi ricordo quando nel 2015 Anthony ha incontrato il Papa, che lo ha tenuto in braccio e gli ha detto una frase che non mi scorderò mai: "Bisogna dare vita ai giorni e non giorni alla vita" e questo messaggio mi sembra perfetto per ricordare a tutti noi che il miglior modo di amare gli altri è vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Litighiamo spesso per cose inutili e ci lamentiamo per altre altrettanto futili, spero quindi che il sorriso di Anthony possa aiutare a diffondere un messaggio di speranza e solidarietà che possa essere trasformato in un'occasione per riscoprire i propri affetti e passare del tempo prezioso con loro" ha concluso ottimista e sorridente la mamma Anita.
M.B.
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