Costa, Villa Beretta: ricerca per il recupero del cammino dopo un ictus cerebrale

Un progetto dedicato al recupero del cammino dopo un ictus cerebrale. Nel pomeriggio di martedì 30 gennaio è stata presentata la ricerca che verrà compiuta da Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute (VBRRII), l’ente di ricerca e innovazione dedicato alla Medicina Riabilitativa che si affianca al Centro di Riabilitazione Villa Beretta, presidio dell’Ospedale Valduce di Como. La strategia che guida l’attività di ricerca punta sull'interazione tra biologia e tecnologia.
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 L'obiettivo è trovare, studiare e mettere a punto strumenti tecnologici e processi di cura multimodali capaci di indurre e potenziare i meccanismi biologici riparativi, con particolare riferimento alla neuroplasticità, ovvero la capacità del sistema nervoso di riorganizzarsi e formare nuove connessioni neurali per ritrovare condizioni funzionali complesse. 
In questo filone si innesta il progetto di ricerca intitolato ''High-tech multimodal rehabilitation for gait recovery after stroke: a mobility brain/body image platform for treatment personalization'', finanziato da Crédit Agricole Italia con un contributo di 120 mila euro.
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Nell’ambito di tale progetto, l’attività di ricerca punta a definire dei programmi riabilitativi multimodali e personalizzati, con utilizzo di tecnologie d’avanguardia, per il recupero del cammino dopo ictus cerebrale, malattia che rappresenta la prima causa di disabilità acquisita nel mondo.

''Fondazione Valduce cerca di coinvolgere partner prestigiosi nell’attività du supporto alla ricerca e questo è un progetto ambizioso e innovativo perché unisce la capacità dell’elettroencefalografo di vedere come funziona il cervello e di capire come il cervello viene stimolato dall’immaginazione del movimento con un’apparecchiatura studiata in Francia. Questo apre scenari di conoscenza ad oggi non perseguiti'' ha spiegato il direttore clinico dell’Istituto di Ricerca e del Centro di Riabilitazione Franco Molteni
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L’approccio riabilitativo proposto è altamente complesso e innovativo per diversi motivi. Innanzitutto, parte della valutazione della flessibilità cognitiva del soggetto, ovvero la sua capacità di adattarsi e partecipare attivamente, con un coinvolgimento attentivo e ideativo, alle diverse modalità di esercizio terapeutico. Il programma riabilitativo, inoltre, si compone di tre attività in sequenza: un training di immaginazione del movimento da seduto, una fase di cammino spontaneo e una di cammino assistito da robotica indossabile.
L’aspetto più rivoluzionario è il monitoraggio continuo delle modificazioni delle attività cerebrali durante le diverse modalità di esercizio. Un salto di conoscenza rispetto al passato della Medicina Riabilitativa, che si è sempre concentrata sulle modificazioni cerebrali prima e dopo il trattamento riabilitativo.
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Con questo studio si introduce nella pratica clinica il modo per provare a rispondere a una domanda molto complessa: come si modifica l’attività del cervello di un paziente durante le diverse modalità riabilitative? E ancora: questa sequenza di attività incrementa le possibilità di recupero? Fino a che punto è possibile personalizzare l’utilizzo della tecnologia partendo dalla risposta biologica del paziente durante il trattamento?
Rispondere a questi interrogativi permetterà un ulteriore e sostanziale passo avanti nel trattamento riabilitativo e, in particolare, nel recupero dello ''human functioning'': la capacità dell’individuo di agire, esprimersi e relazionarsi con il mondo esterno dopo un ictus cerebrale.
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Crédit Agricole Italia, attraverso questa operazione, conferma l’impegno nei confronti di progetti a favore della collettività rimarcando l’importanza degli investimenti ad impatto sociale in grado di salvaguardare i bisogni dei più fragili, come ha sottolineato Umberto Colli, responsabile direzione Regionale Lombardia Nord di Crédit Agricole Italia: ''Uno dei nostri valori è la responsabilità, che non è solo economica ma anche ambientale e sociale. In quest’ottica abbiamo ritenuto di intervenire a sostegno di questo ambito progettuale che va ad essere un elemento di assoluta eccellenza nel panorama internazionale coniugando non solo aspetti umani del paziente colpito da malattie cerebrali, ma anche con una componente digitale''. Al suo fianco il vice responsabile Dario Negri: ''Fare banca è attività complessa perché gli elementi da tenere in considerazione sono molteplici, tra cui l’attenzione per il territorio. Con quest’attività, abbiamo l’opportunità di fare qualcosa di importante per il territorio''. 
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Suor Emanuela Bianchini, Madre Superiora della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata ha ringraziato per ''la generosità che ci dà possibilità di arrivare precocemente a diagnosi cure precise e forti. Da parte nostra c’è una preghiera affinché siano illuminate tutte le persone che useranno gli strumenti e perché si possa mettere al centro il malato che, come diceva fondatrice, deve essere fatto con gran cuore''.
In conclusione, si è tenuta una visita all’apparecchio nella palestra riabilitativa del centro riabilitativo.
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