La poesia di Umberto Colombo/62: prepararci alla morte?

Un tema serio come la morte trattato da due bambini: si tratta di una finzione fumettistica grazie alla quale Charles S. Shulz, il creatore dei Peanuts, riesce a parlare di alcuni argomenti tabù nella nostra società. “Un giorno ci toccherà morire”, dice pensieroso Charlie Brown. La replica di Snoopy “Certo, ma gli altri giorni no”. Proprio dalla lettura di questa vignetta è partita la creatività di Umberto Colombo che, sul tema, ha fatto le sue riflessioni e, come sempre, prova a regalarcele in versi.
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Il tema è reale, concreto, più di quanto pensiamo, o forse non ci pensiamo proprio perché così reale e dunque possibile. Quel che più ci spaventa è che, per la morte, non abbiamo una data. In una società come la nostra, nella quale abbiamo ogni giorno a che fare con una scadenza (al lavoro, le bollette di casa, nei legami, gli alimenti) c’è ancora qualcosa che non ce l’ha. Ed è proprio la nostra caducità, il fatto di conoscere il giorno della nostra dipartita dall’esistenza terrena.
In questa vita tanto bramiamo di possedere, di avere, di raggiungere che dimentichiamo di mantenerci fedeli alla nostra essenza: in fondo, se ci pensiamo bene, è proprio in questo modo che accoglieremo il nostro ultimo afflato vitale.  
Umberto Colombo ci propone un’altra angolazione sul tema: “Sarebbe bello poter programmare la nostra dipartita e prepararci di conseguenza, così ognuno è libero di scegliersi il momento più propizio, magari facendosi un poco di pubblicità: “la réclame è l’anima del commercio”.

  Un giorno ci toccherà morire Snoopy,
certo Charlie però gli altri giorni no!
 
Questa massima che ho letto su di una rivista
è vera, anche se non sappiamo la data esatta
non la cerchiamo, ma certamente siamo sulla lista
ma per noi comunque è una cosa astratta
 
un giorno, un anno, dieci anni, un centenario
appunto quando sarà, ma noialtri non ci tiriamo indietro
siamo fieri di essere lontani da quel binario
non ci tocca e gli mostriamo il nostro di dietro
 
ma signori…se una pensa d’esser ormai vicino
trova in sé il coraggio e lo manda a quel paese
al diavolo si dice, cercando scappatoie a capo chino,
e gratta sottobanco cercando un qualche arnese
 
lo prende lo usa lo sposta e lo rimette in linea
si sa che è un limite a traballo assai inquieto
ma noi forti in volontà lo rimandiamo al capolinea
senza sapere che peraltro resta segnato dal decreto
 
è proprio un tarlo definito, non vale il sottobanco
quel giorno è certo e di una gran forza caricato
buttiamo all’aria il tempo anche se sei stanco
non ci pensiamo e questo per noi è un vanto
 
viva la vita, viva l’amore…un calcio al dolore…
restiamo noi stessi lontani da quel giorno
siamo e fissiamo i battenti sul nostro calore
questo è il concetto non giriamoci intorno
 
Umberto Colombo
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