Scritto Lunedì 05 dicembre 2016 alle 08:02
Referendum: nel lecchese 80 comuni su 88 hanno detto NO. A Casate il 52,4% dei votanti. A Cesana affluenza record
Abbadia Lariana,
Airuno,
Altri comuni,
Annone Brianza,
Ballabio,
Barzago,
Barzanò,
Barzio,
Bellano,
Bosisio Parini,
Brivio,
Bulciago,
Calco,
Calolziocorte,
Carenno,
Casargo,
Casatenovo,
Cassago Brianza,
Cassina,
Castello Brianza,
Cernusco Lombardone,
Cesana Brianza,
Civate,
Colico,
Colle Brianza,
Cortenova,
Costa Masnaga,
Crandola Valsassina,
Cremella,
Cremeno,
Dervio,
Dolzago,
Dorio,
Ello,
Erve,
Esino Lario,
Galbiate,
Garbagnate Monastero,
Garlate,
Imbersago,
Introbio,
Introzzo,
Lecco,
Lierna,
Lomagna,
Malgrate,
Mandello del Lario,
Margno,
Merate,
Missaglia,
Moggio,
Molteno,
Monte Marenzo,
Montevecchia,
Monticello,
Morterone,
Nibionno,
Oggiono,
Olgiate Molgora,
Olginate,
Oliveto Lario,
Osnago,
Paderno D'Adda,
Pagnona,
Parlasco,
Pasturo,
Perego,
Perledo,
Pescate,
Premana,
Primaluna,
Robbiate,
Rogeno,
Rovagnate,
Santa Maria Hoè,
Sirone,
Sirtori,
Sueglio,
Suello,
Taceno,
Torre de' Busi,
Tremenico,
Valgreghentino,
Valmadrera,
Varenna,
Vendrogno,
Vercurago,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Vestreno,
Viganò
Il NO si è imposto. Renzi ha annunciato le dimissioni. Questo l'esito della chiamata alle urne di domenica 4 dicembre: una netta bocciatura della riforma costituzionale a firma del ministro Maria Elena Boschi, ritratta nottetempo in lacrime al Nazzareno. Il 59% degli italiani si è espresso infatti per il mantenimento dello status quo. La Toscana, l'Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige appaiono come le uniche tre regioni in controtendenza rispetto ad uno Stivale monocolore, compatto nel bocciare quella che, senza mezzi termini, i detrattori hanno definito come una "deforma" della Carta Costituzionale, un'accozzaglia di cambiamenti a ampio respiro capace di far storcere il naso trasversalmente, dall'Anpi a CasaPound, ricompattando perfino il frastagliato universo del centrodestra. Una consultazione alla quale però - all'esito di una logorante cavalcata verso il famigerato 4 dicembre, disseminata di proclami e insulti, promesse e contentini elettorali, bufale web e polemiche perfino dentro i seggi sulla possibilità di brogli in presenza di matite non copiative - gli italiani hanno scelto di non mancare, decidendo di decidere: lasciato sul divano il qualunquismo, riscoperto il senso civico, hanno espresso, da Nord a Sud, la loro preferenza il 70% degli aventi diritto. In Lombardia tale percentuale sfiora il 75%. In provincia di Lecco, si è addirittura andati oltre: 75,6%. Alle ultime amministrative - quelle che hanno portato al rinnovo dell'amministrazione comunale del capoluogo e di altri 20 comuni del territorio - ci si era fermati al 64,3%, pur essendoci in ballo un qualcosa di decisamente più "vicino ai cittadini", per dirla con una frase fatta. Ieri, a Cesana Brianza hanno votato 8 aventi diritto su 10, record provinciale con la "graduatoria" relativa all'affluenza chiusa da Vestreno con un comunque ragguardevole 62% di presenze alle urne.
Venendo a "cosa hanno scelto i lecchesi", il 53,7% si è espresso per il NO. Il SI si è affermato solo a Merate - seconda città della provincia per numero di abitanti - catalizzando il 53,8% dei voti, la percentuale più alta fatta registrare nel complesso, da Colico scendendo fino a Lomagna, estrema periferia "sud" del territorio, Premana (53,2%), Montevecchia (52,4%), Santa Maria Hoè (che si differenzia così dalla sorella La Valletta Brianza, dove alcuni cittadini, ancora con la scheda arrecante la scritta "comune di Rovagnate" e "comune di Perego" sono stati "rimbalzati" dai seggi di via Montegrappa e via Vittorio Veneto a Villa Sacro Cuore per rifare, seduta stante il documento, non ancora rinnovato per disinformazione o disattenzione), Suello (51,5), Imbersago (50,6), Malgrate (50,4) e Cernusco Lombardone (50,3). 8 comuni su 88 insomma di cui 3 solo per questioni di decimali, hanno accordato fiducia alla riforma. Di visione opposta i restanti 80: a Taceno il 77% dei votanti ha scelto il NO, a Morterone il 72%, a Vendrogno il 71%... A Lecco è stato testa a testa: la partita si è chiusa 50,5% a 49,5% per il NIET. Per restare poi nei centri maggiori, citiamo Calolzio (terza cittadina della provincia) dove il risultato è stato lo stesso ma con un divario più marcato (55,1% a 44,9), Casatenovo (52,4% a 47,4%) e Mandello (58,8% a 41,2%).
E mentre i comitati del NO festeggiano, i siti stranieri già parlano di Italexit e l'Euro cade, la palla passa ora a Mattarella.
A.M.
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