Celebrare la Festa della Liberazione a Colle Brianza significa ricordare il gesto di don Riccardo Corti, imprigionato dai nazifascisti l'11 ottobre 1943.

Foto di gruppo per le autorità civili e religiose intervenute alla cerimonia
insieme ai bambini delle scuole e ai figli dei due internati militari (IMI)
Per questo motivo e per le condizioni atmosferiche incerte, presso la chiesa di Giovenzana, dove il sacerdote viveva prima di essere deportato, si è tenuta stamani la cerimonia in occasione dell'Anniversario della festa di Liberazione nazionale, organizzata come di consueto dai comuni di Colle Brianza e Castello Brianza.
Alla presenza di varie associazioni dei due paesi e del circondario, come il Gruppo Alpini, l'Associazione Culturale San Donato, la Foglia Verde, il Gruppo Avis, la Protezione Civile e la Croce Bianca - oltre al maresciallo Daniele Codognotto della stazione carabinieri di Oggiono - non solo si è celebrata la messa ma sono state anche consegnate le targhe ai famigliari di due internati militari (IMI) del paese: Luigi Bonfanti e Francesco Colombo.

Durante l'omelia il parroco don Alberto Pirovano ha delineato un parallelismo tra la Festa della Liberazione e la festa di S. Marco della liturgia cattolica, affermando che
"se tutti dovessimo veramente mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo, finirebbero guerre e odii e ognuno sarebbe in grado di riconoscere la qualità degli altri". Infine il religioso ha rinnovato l'invito
"a pregare per la pace, che tutti vogliono ma nessuno si impegna per ottenerla". 
E' toccato quindi al Corpo Musicale S. Cecilia di Sirone e al Coro di Ravellino accompagnare la cerimonia alla conclusione tra le note musicali e canti del patrimonio religioso e alpino, lasciando spazio agi interventi delle autorità civili. Il primo a parlare è stato Marco Manzoni, sindaco di Colle Brianza, che prima ha rimarcato il ruolo delle associazioni dei due paesi e poi ha ricordato la figura di don Riccardo Corti.
"Si è offerto volontariamente nelle mani dei tedeschi invasori e degli italiani fascisti, pur di salvare Giovenzana dalla loro brutale repressione. E' bello essere proprio qua a ripensare al suo gesto".
Oltre al sacerdote cattolico, la comunità di Colle Brianza ha voluto ricordare anche due dei suoi giovani militari che, dopo l'armistizio dell'8 settembre, sono stati deportati e detenuti nei campi di lavoro della Germania nazista:
"oggi consegniamo ai figli dei due deportati un riconoscimento per l'orrore della deportazione e della guerra che i loro genitori hanno vissuto".
Il suo discorso si è concluso con un invito alla pace e alla concordia dei popoli, augurandosi che
"dalle piccole comunità possano partire quei valori di pace che conservano tutta la loro attualità nella situazione attuale".
Da sinistra i sindaci Marco Manzoni, Aldo Riva e il maresciallo Daniele Codognotto
La parola è passata a Aldo Riva, sindaco di Castello Brianza, che ha ringraziato le associazioni e le autorità presenti alla cerimonia, sottolineando come sia irrinunciabile non dimenticare
"l'importanza di valori come pace e solidarietà" in un mondo in cui la violenza e la guerra sono ancora all'ordine del giorno. E' toccato quindi a Gianni Tavola, capogruppo degli Alpini di Colle Brianza, esprimere il sentimento di gratitudine verso i due insigniti che "preferirono non cedere alle false promesse dei nazifascisti, venendo deportati e soffrendo nei lager fino alla fine della guerra".

Nel corso del suo intervento ha voluto anche enfatizzare
"il debito dello Stato nei confronti degli internati militari, per troppo tempo dimenticati nonostante le sofferenze patite nei lager" e
"l'impegno dei famigliari nel mantenerne viva la memoria". I due figli sono stati quindi invitati sull'altare dove sono stati consegnati loro i riconoscimenti e la Medaglia d'Onore per i lori cari.

A sinistra il parroco di Colle, don Alberto Pirovano
In ultimo hanno parlato al microfono gli alunni e le insegnanti delle scuole primarie di Castello Brianza e di Colle Brianza che hanno descritto al pubblico il lavoro svolto nelle classi e messo in mostra sulle pareti della chiesa.
"I bambini hanno dimostrato una maggiore consapevolezza e responsabilità di quanto potessimo immaginare" ha detto una insegnante, spiegando come abbiano risposto alla domanda "cos'è la libertà?" in modo inaspettato. In particolare, con l'aiuto delle maestre, hanno confezionato una storia metaforica sul rapporto tra un albero e un bruco, delineando un parallelismo tra la storia del bruco che, morendo, dà vita a una farfalla e quella di don Riccardo Corti che, con il suo sacrificio, ha permesso alla comunità di Giovenzana di salvarsi dalla violenza fascista e di continuare a vivere.

Secondo da destra Alessandro Pirola, premiato con una pergamena quale ''memoria storica'' della comunità
L'impegno dei bambini è stato ripagato dall'amministrazione comunale che ha voluto offrire ai presenti e, in particolar modo, agli studenti un segnalibro che mostra la lapide che ricorda l'omicidio di due combattenti spagnoli in località Pessina e l'imprigionamento del religioso, riportando il suo dialogo con il maresciallo tedesco che lo avvierà verso l'imprigionamento in Germania.

I figli di Luigi Bonfanti e Francesco Colombo
A chiudere la cerimonia, prima di invitare i presenti al rinfresco nell'edificio a fianco della chiesa, ha parlato nuovamente il sindaco di Colle Brianza che ha voluto approfittare dell'occasione per consegnare una pergamena a Alessandro Pirola
"per il suo impegno in favore della comunità e per mantenere viva la memoria storica del paese".
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