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Scritto Mercoledì 30 agosto 2017 alle 16:37

Barzago, Bevera, Bulciago unite nel saluto e nel grazie a don Fabrizio. ''C’è una missione che va oltre il nostro villaggio, non trattenetemi''

Un cuore capace di amare, attento all'ascolto e all'incontro vivo con le persone. Un operato lungo 16 anni che non può certo lasciare indifferenti quello di don Fabrizio Crotta, che martedì sera ha salutato i fedeli della Comunità pastorale "Maria Regina degli Apostoli" riunita nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Barzago.

Don Fabrizio Crotta

Tre paesi diversi, guidati dallo stesso pastore che ha saputo guarire fratture che forse, ad un primo e superficiale sguardo, sembravano irreparabili. Barzago, Bulciago e Bevera hanno imparato tanto dall'esperienza unica ed irripetibile dell'incontro con don Fabrizio. La dimostrazione? Una chiesa stracolma di fedeli di ogni età, bambini, giovani ed adulti intervenuti per esprimere, anche solo in silenzio, il grazie sentito di un unico "cuore pulsante". Al 25esimo anniversario di ordinazione, ricordato proprio quest'anno, il sacerdote è pronto a lasciare la pastorale che lo ha accolto sedici anni fa prima come coadiutore accanto ai giovani e poi come parroco, per conoscere e guidare un altro gregge: quello di Vergiate, in provincia di Varese.


Obbedienza e distacco: sono queste le parole che hanno ispirato l'omelia di don Fabrizio Crotta, pronto a lasciare il posto a don Marco Tagliabue da Alzate. "Ho detto di sì alla chiamata del vescovo, ma questo non è un esito ineluttabile. È una scelta di una libertà maturata anche con grande fatica. È la scelta di chi si affida lasciandosi guidare da altri, nel mio caso da Dio. Ho cercato come parroco di lavorare con umiltà cercando di capire cosa fosse gradito al Signore. È stato un onore lavorare nella Sua vigna per uno come me, l'ultimo di tutti i preti. Ciò che mi ha spinto a lasciarvi è stata una disponibilità chiesta e offerta, che è anche una risposta ad una domanda buona, perché c'è bisogno anche da un'altra parte. C'è una missione che va oltre il nostro villaggio, non trattenetemi. La mia - ha aggiunto il sacerdote - è l'obbedienza a chi ti ama e sa rilanciarti in una missione nuova".

Da sinistra i sindaci Mario Tentori (Barzago), Davide Maggioni (Sirtori), Luca Cattaneo
(Bulciago), Aldo Riva (Castello B.za) e l'architetto (nonchè sindco di Annone) Patrizio Sidoti


Brucia e fa male, ma il distacco, in tutta la sua negatività, diventa un'esperienza necessaria per continuare il cammino e raccogliere nuovi frutti. "È triste salutare la gente, ma uno non può portarsi via solo ricordi e nostalgia. Occorre fare in modo che tutto quello che si tenga l'essenziale di tutto quello che si è ricevuto. Bisogna staccarsi dalle cose, a volte ambigue. E l'essenziale è essere fedeli al Vangelo. Mi pare di non aver voluto altro che questo in tutti questi anni. Non ho cercato la gloria, i soldi o gratificazioni. Staccarsi significa sapere dare la valutazione giusta alle cose".


Guardandosi attorno tra centinaia di fedeli e i confratelli sacerdoti, da don Ambrogio Ratti vicario a Bevera a don Virginio Riva di Bulciago con Padre Antonello Rossi della Consolata dei Missionari e Padre Leopoldo Friso, don Fabrizio ha poi proseguito il proprio discorso. "Non mi sono mai sentito un giorno solo in questa comunità. Ho sempre sentito che c'era un popolo vivo e vero, che mi amava. Ho sempre trovato dei preti buoni che mi hanno dato tanto esempio. Qui come nelle altre chiese, davanti al tabernacolo, sentivo poi tutta la forza che proviene da quel tesoro che è l'eucarestia. È stata per me una grande consolazione".

Don Virginio Riva

Un lascito ricco, articolato e molto prezioso quello che, al termine dell'omelia, don Fabrizio ha voluto consegnare in dono alla sua gente. "Abbiate cura della comunità delle parrocchie. Imparate ad unirvi piuttosto che a dividervi, a ritrovare in Cristo e nell'eucarestia il gusto dello stare insieme. Non parlate male di nessuno. Stimatevi a vicenda. Nessuno è perfetto, solo Dio lo è. Guardate alla Madonna che è esempio di madre, sorella e sposa. Ricordatevi i vostri santuari. Ai giovani raccomando la virtù della purezza. È bello essere puliti dentro contro ogni doppiezza, corruzione, sporcizia e malizia. Infine ricordatevi dei poveri: ce ne sono sempre tanti. Alcuni non osano chiedere, altri insistono ma non devono essere un fastidio, perché sono una provocazione. Ci chiedono di uscire dal nostro comodo e di iniziare un cammino con loro".

Don Fabrizio e i sacerdoti con i sindaci e sotto, con i cori della pastorale

Nel segno di un Dio che disseta e irrora, è stata letta in conclusione una preghiera scritta e recitata per don Fabrizio da Rosarita Mauri a nome dell'intera collettività. "Ti ringraziamo Signore per avercelo dato. Umanamente fatichiamo ad accettare questa tua volontà, ma siamo sicuri che ciò avviene per il bene nostro, di don Fabrizio e della Chiesa intera. Donagli mani capaci di accarezzare i volti dei fratelli, il coraggio, ali per essere capaci di volare in alto. Fa che i suoi occhi sappiano leggere nel cuore, oltre l'apparenza. Resta Signore vicino a lui nei momenti difficili e di sconforto, tu che sei Padre misericordioso. Donagli la forza di sentire sempre vicino la chiesa, di essere amato, capito ed apprezzato", questo uno stralcio dell'invocazione, che ha fatto emozionare don Fabrizio.

Da sinistra Padre Leopoldo, don Ambrogio, don Fabrizio, don Virginio e Padre Antonello

Da ultimo Padre Friso ha rallegrato e vivacizzato l'atmosfera intonando e coinvolgendo i presenti in una canzone di "arrivederci". Una lode e un ringraziamento al parroco, che è rimasto colpito dall'entusiasmo manifestato dai preti. Dopo aver ringraziato i concelebranti e le autorità presenti, dai sindaci a tutti gli amministratori comunali, don Fabrizio ha detto grazie al consiglio pastorale, ai cori delle tre parrocchie che si sono riuniti stasera per rendere più bella la cerimonia.


"Accogliete bene don Marco che è giovane e in gamba. Ha bisogno sicuramente della vostra amicizia, del calore umano e della vostra preghiera"
ha infine detto.

Simona Alagia
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