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Scritto Venerdì 01 settembre 2017 alle 18:57

Nel casatese 23 in tutto i richiedenti asilo tra Bulciago, Sirtori e Casatenovo

Solo 209 dei 1358 richiedenti asilo presenti sul territorio provinciale sono accolti dai Comuni dell'ambito territoriale di Merate - tra i quali figurano quelli del circondario casatese - che con una percentuale di 1,74 richiedenti asilo ogni mille abitanti risultano notevolmente meno impegnati su questa tema di quelli dell'ambito di Lecco (748 presenze per una percentuale di 4,51 migranti su mille abitanti) e di Bellano (401 richiedenti asilo per una percentuale di stranieri di 7,51 ogni mille abitanti). "La gran parte dei sindaci del Casatese non è aprioristicamente contraria all'accoglienza. Ciò che li preoccupa è il mancato coinvolgimento preventivo delle amministrazioni e l'arrivo di numeri elevati di richiedenti asilo che non permettono una gestione serena e oculata di queste situazioni" ha spiegato il sindaco di Casatenovo, nonchè Presidente del Distretto di Lecco, Filippo Galbiati. La seguente analisi delle scelte di alcuni dei comuni del Casatese confermano le sue parole.


Di seguito la situazione comune per comune ad oggi:

Barzago
Come altri comuni della provincia di Lecco anche Barzago ha aderito nel 2015 al patto di accoglienza diffusa ma finora, come spiega il sindaco Mario Tentori, "non abbiamo avuto nessun contatto né con la Prefettura né con altri soggetti per la difficoltà a trovare delle collocazioni adatte''. Ufficialmente l'amministrazione non ha ancora aderito alla Rete SPRAR, anche se è una questione da affrontare con l'obiettivo di doversi confrontare con un numero non elevato di presenze in modo da poter avviare, attraverso il coinvolgimento del Comune, percorsi di accoglienza mirati e efficaci sul lungo periodo. Di certo, conferma il primo cittadino, "non ci sono pregiudiziali sul tema dell'accoglienza" dei richiedenti asilo anche se al momento non risultano "strutture idonee o appartamenti di proprietà comunale utilizzabili a questo scopo".


Barzanò

Se ne parla da quasi un anno, ma i sette, forse otto, rifugiati politici (già dotati quindi di permesso umanitario per vivere in Italia NdR), provenienti principalmente da Malì, Ghana, Nigeria e attualmente già residenti presso i Missionari della Consolata di Bevera, in paese non sono ancora arrivati. "Entro la fine di ottobre saranno alloggiati presso due appartamenti di via dei Mille" ha annunciato il sindaco Giancarlo Aldeghi. Il comune di Barzanò non aveva partecipato alla riunione per sottoscrivere il piano provinciale di accoglienza diffusa nel 2015 e il gruppo di rifugiati in arrivo in paese si trovano già da anni sul territorio. "Il ritardo di questi mesi è dovuto alle scadenze dei bandi del progetto e agli obblighi burocratici per accreditare le strutture messe a disposizione del progetto" ha sottolineato Fabio Benedetti, responsabile dell'area del lecchese e del monzese per la cooperativa La Grande Casa, impegnata nel progetto SPRAR per accompagnare i rifugiati "verso il raggiungimento dell'autonomia e verso l'inserimento nel contesto sociale".


Bulciago

Tenere fede alla parola data: dopo aver sottoscritto il piano di accoglienza diffusa provinciale del 2015, è questo uno dei meriti dell'amministrazione di Bulciago che ha scelto di ospitare alcuni dei richiedenti asilo ricollocati dopo lo sgombero del campo in località Bione a Lecco. "Un privato ci ha contattato direttamente e siamo riusciti a dare il via a un percorso condiviso con l'Ambito, la cooperativa e la cittadinanza che ha portato all'istallazione in paese, in due appartamenti di via Papa Giovanni XXIII, di dieci ragazzi tra i trentaquattro e i ventuno anni, in precedenza alloggiati a Lecco: tre provengono dalla Costa D'Avorio, quattro dalla Nigeria, uno dal Gabon, uno dal Ghana e uno dalla Liberia" ha spiegato il sindaco Luca Cattaneo, aggiungendo che "sono stati divisi in due gruppi a seconda che la lingua europea di riferimento fosse l'inglese o il francese". Tutti conoscono l'italiano e, a partire da settembre, la cooperativa Aeris in collaborazione con il Comune presenterà una serie di attività che li vedranno coinvolti attivamente. "Essenziale sarà l'attivazione di corsi di italiano ma l'obiettivo sarà di coinvolgerli anche in attività lavorative e non che possano valorizzarne le competenze e la conoscenza della lingua" ha continuato il primo cittadino, auspicando anche il coinvolgimento delle associazioni del paese, come Mani Tese o Aiutiamoli a vivere, che "da sempre impegnate in favore del Sud del mondo, sono molto sensibili sul tema". L'obiettivo delle prossime settimane, insomma, è non "lasciarli soli" e vederli impegnati durante la giornata.


Casatenovo

Due appartamenti in via Leopardi per un totale di dieci richiedenti asilo. Sono numeri decisamente inferiori a quelli che il piano provinciale di accoglienza diffusa prevede per coinvolgere ogni Comune e per distribuire in modo equo sul territorio le presenze di richiedenti asilo e rifugiati. Ne è ben consapevole il sindaco Filippo Galbiati che, a fronte anche dell'impegno degli stranieri nelle attività di associazioni come Progetto Mondo-MLAL presso Cascina Levada o nella gestione dell'orto comunale, si è speso per aumentare i posti disponibili in paese, prendendo contatti con privati, segnalando situazioni alla Prefettura, mettendosi in contatto con la Parrocchia e le agenzie immobiliari. "Sono numeri molto inferiori alla quota di nostra spettanza" ha ammesso il primo cittadino, invitando anzi i cittadini a farsi avanti per approfondire la questione, visto che la vera difficoltà è rappresentata dal trovare soluzioni medio piccole. "Qualche mese fa una proprietà si era fatta avanti ma il progetto non è andato in porto" ha continuato "Ho parlato della questione anche nelle assemblee di frazione". Assenza di soluzioni anche dal versante pubblico visto che "gli edifici in possesso del Comune sono scuole, sale civiche e appartamenti ALER che hanno tutt'altra destinazione" ha confermato il sindaco Galbiati.


Cassago

Al momento in paese non ci sono né richiedenti asilo né rifugiati. Secondo il vicesindaco Guglielmo Giussani infatti, allo stato attuale "non ci sono né strutture pubbliche disponibili né finora ci sono stati privati che si sono fatti avanti", pur nella consapevolezza che l'accoglienza è un tema aperto. Una delle opzioni possibili è quella di mettersi in rete con i Comuni vicini e di coinvolgere le realtà sociali già presenti sul territorio, in particolare le Parrocchie e la cittadinanza. "E' un fenomeno da gestire: non si può mettere la testa sotto la sabbia e ripetere no, no, no. Penso che un numero limitato di richiedenti asilo possa essere gestito da un Comune" ha concluso.


Cremella

Il piano provinciale di accoglienza diffusa lo aveva sottoscritto nel 2015 anche l'amministrazione comunale di Cremella ma finora, come ha ammesso la prima cittadina Ave Pirovano, non ci sono stati passi in avanti. "Non si è fatto avanti nessun privato e non sono disponibili edifici pubblici adatti per ospitare richiedenti asilo o rifugiati" ha continuato. Per il momento e per le prossime settimane, insomma, l'amministrazione comunale non sembra avere alcuna intenzione di affrontare la questione dell'accoglienza


Missaglia

Sul territorio comunale al momento non ci sono richiedenti asilo, ma la nuova amministrazione del sindaco Crippa è pronta a dare seguito agli impegni sottoscritti nel 2015 con la firma del piano provinciale di accoglienza diffusa. "Per ora non abbiamo locali pubblici da utilizzare, ma qualora un privato dovesse mettere a disposizione degli spazi, affronteremo la questione chiedendo alcune garanzie: il rispetto del criterio del protocollo provinciale di tre migranti accolti ogni mille abitanti, la condivisione del percorso di accoglienza tra cooperativa e amministrazione e la possibilità di impiegare i richiedenti asilo in lavori socialmente utili" ha spiegato il sindaco Crippa, aggiungendo che le questioni amministrative seguite alle elezioni hanno impedito finora di discutere in consiglio comunale la complessa gestione dei migranti e l'eventuale adesione al programma ministeriale SPRAR.


Monticello

Al momento non ci sono né richiedenti asilo in paese né ci sono progetti imminenti per ospitarli. E' questo lo stato dell'arte dell'accoglienza a Monticello vista anche l'assenza di spazi disponibili e la presenza di situazioni già problematiche sul territorio comunale, secondo il sindaco Luca Rigamonti. Ciò che non manca però, è la disponibilità da parte dell'amministrazione di farsi carico della questione fermi restando alcuni requisiti: "un progetto compatibile e fatto bene, offrendo corsi e opportunità alle persone eventualmente coinvolte e seguendole con attenzione". Per replicare il bilancio "positivo" delle Borse Sociali Lavoro portate avanti con le parrocchie, secondo il sindaco, è necessario un lavoro di coordinamento tra i diversi enti coinvolti, un investimento non solo economico e soprattutto, tanto impegno e attenzione. Al momento però, "non è una priorità".


Sirtori

Anche qui l'amministrazione comunale ha deciso di far seguire alle parole ai fatti, dando seguito, seppur parzialmente secondo il criterio dei tre migranti accolti per ogni mille abitanti, al piano provinciale di accoglienza diffusa del 2015 grazie alla disponibilità di un appartamento privato in centro paese. Si tratta di un progetto CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria), gestito dalla cooperativa Aeris di Vimercate, destinato a trasformarsi presto in uno SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) a cui la amministrazione comunale ha già aderito. I tre ragazzi di circa ventiquattro anni, provenienti da Gambia e dalla Guinea Francese, fin dal loro arrivo in paese "collaborano con il Comune, svolgendo attività di manutenzione in varie zone del paese" a beneficio della collettività. Per loro è iniziato anche un corso di italiano serale.


Viganò

I tre appartamenti di proprietà comunale risultano già occupati e pertanto, a meno di un'offerta dai privati, non ci sono posti disponibili al momento in paese per l'accoglienza. E' questo lo stato dell'arte tracciato dal sindaco Fabio Bertarini che si dice "propenso a ragionare in modo calmo e serio" con una serie di garanzie su numeri e non solo su un eventuale processo condiviso con altri soggetti in vista anche di una possibile ma non imminente adesione al sistema SPRAR.

Alessandro Pirovano
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