L'onorevole Veronica Tentori
"Abbiamo maturato un assegno pensionistico in base ai contributi versati in questi anni di mandato. Lo percepirò, per quanto mi riguarda, tra trentatré anni" ha puntualizzato subito la deputata Veronica Tentori, eletta alla Camera all'età di ventotto anni nella prima legislatura senza vitalizi (aboliti nel 2012 NdR) e con una pensione calcolata con il metodo contributivo già maturata. "Personalmente ho votato e sottoscritto anche la riforma Richetti sull'argomento" ha continuato la parlamentare che ha auspicato possa essere approvata prima della fine della legislatura. Sull'assegno pensionistico che incasserà a partire dal 2051, la deputata Tentori non ha visto niente di eccezionale e lo ha considerato, essendo basato sul sistema contributivo, "un assegno come tutti gli altri, calcolato non in base alla retribuzione ma ai contributi versati. Non lo definirei un privilegio, ma un assegno pensionistico maturato allo stesso modo di altri". Ovviamente per lei non rappresenta il fine della sua attività da parlamentare, dicendosi anzi, favorevole anche a una possibile modifica ulteriore della normativa, in modo da aggiungere "i contributi da parlamentare a quelli già versati, in altre posizioni, all'istituto previdenziale". Per il momento però, la norma vigente è di "buon senso".
L'onorevole Gian Mario Fragomeli
"Stiamo andando verso il termine naturale della prima legislatura in cui non ci sono più i vitalizi e si applica il sistema contributivo per gli assegni pensionistici" ha risposto sereno l'onorevole Gian Mario Fragomeli, parlando dei requisiti appena superati per ottenere la pensione da parlamentare. "In passato c'è stato chi ha preso una pensione molto più alta della mia anche solo per aver passato due giorni in un'aula parlamentare. Quello che ho versato mi sarà restituito a sessantacinque anni". Per lui non sarebbe neppure un problema, da firmatario della legge Richetti ancora ferma al Senato, versare tutti i contributi, anche quelli da parlamentare, in un'unica posizione pensionistica. Eppure secondo il deputato democratico, "è importante non fare confusione tra la pensione INPS vera e propria e l'assegno pensionistico degli Onorevoli, simile a una forma di previdenza complementare o a un fondo integrativo" che rappresenta semplicemente "il riconoscimento per l'attività di servizio pubblico per il Paese". Sull'abbassamento dell'età a sessant'anni per l'erogazione dell'assegno pensionistico ai parlamentari eletti una seconda volta invece, Fragomeli ha espresso dei dubbi e ha spiegato come possa essere oggetto di modifica nelle prossime legislature, quando, nel caso fosse rieletto, gli si potrà chiedere ragione dell'anticipazione a sessant'anni. In ogni caso, ha assicurato, "non butterò via trentacinque anni di versamenti solo perché voglio andare in pensione a sessant'anni".
Il senatore Paolo Arrigoni
"Gli assegni parlamentari maturati oggi sono certamente cospicui ma in linea con il sistema contributivo di tutti gli italiani" ha detto il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni, sottolineando che "nonostante 950 euro di assegno pensionistico possano apparire tanti per un mandato di quattro anni, un libero professionista diventato parlamentare ha dovuto trascurare totalmente la sua attività professionale". A suo parere, quindi, è utile distinguere anche tra un passato di privilegi e un presente in cui è in discussione la legge Richetti, a partire dalla consapevolezza che rappresentare la Nazione e il territorio, in ogni caso, è un impegno a scapito anche della propria attività professionale. Nonostante decisamente ridotto rispetto al passato ma ancora "considerato eccessivo" da chi percepisce una pensione anche più bassa, il senatore ha tenuto a ribadire che l'assegno pensionistico viene pagato dai contributi versati durante l'attività parlamentare. Dietro alle polemiche sullo stipendio o sugli assegni pensionistici dei parlamentari, l'esponente della Lega ha visto il rischio di non "capire cosa voglia dire essere parlamentare", rendendolo ricattabile dalle lobby.