ANNONE BRIANZA (Patrizio Sidoti):
''La questione è molto delicata e vorrei che tutti i consiglieri potessero esprimere la loro opinione al riguardo. Per questo motivo porterò il tema all'attenzione del prossimo consiglio comunale. Il mio orientamento personale è quello di seguire il percorso proposto da Lecco. Un elemento sicuramente interessante di questa proposta è che ci potrà essere, grazie alla recente riforma, un risparmio di 900.000 euro dell'Iva. Con Merate penso sia difficile aprire un percorso insieme: Retesalute oggi conta su 60 dipendenti, a cui dovrebbero aggiungersene altri 200 per il distretto lecchese: credo possa diventare difficile la gestione. Ritengo invece che si possa guardare al futuro e iniziare a pensare alla fusione tra gli ambiti distrettuali di Bellano, Lecco e Merate per creare un'unica società che gestisca il servizio come accade oggi con Silea e Idrolario''.
BOSISIO PARINI (Giuseppe Borgonovo):
"L'orientamento è quello di proseguire sul cammino lecchese, anche se ci sono alcune riserve che speriamo possano essere risolte nella prossima assemblea tra sindaci dell'oggionese. Il tema è stato sviluppato e istruito dal vicesindaco Alberto Pasini, vice presidente dell'ambito distrettuale di Lecco''.
BULCIAGO (Luca Cattaneo):
''Affronteremo la questione prima in Giunta e a seguire in Consiglio comunale, ma siamo orientati al progetto della società mista illustrato in sede di ambito di Lecco. La normativa è nuova, non semplice ed è stato necessario prendere atto degli obblighi legislativi dai quali è scaturita questa proposta, che come tutte le cose nuove va sperimentata. L'idea però è quella di proseguire con la compagine lecchese piuttosto che valutare il passaggio a Retesalute''.
CASTELLO BRIANZA (Aldo Riva):
''In questi mesi di partecipazione al gruppo di lavoro ho potuto approfondire alcuni aspetti sui servizi sociali. Da un lato la domanda in aumento con possibili nuove esigenze. Dall'altro la necessità e la volontà di costruire un'offerta valida e di qualità. L'offerta, cioè la risposta alla domanda, si compone almeno di due fasi: il momento delle idee e quindi della progettazione sul territorio e il momento dell'Azione e quindi dell'erogazione agli utenti. Entrambe le funzioni dovrebbero tenere conto dell'ascolto della domanda. Lo sviluppo delle idee, la progettazione e quindi la programmazione spetta agli Enti pubblici ed in particolare ai Comuni dell'Ambito e del distretto (questa funzione la teniamo ben stretta). In merito all'azione, all'attuazione e quindi all'erogazione, la storia del territorio ci insegna che gli attori coinvolti sono diversi e che gli stessi possono lavorare in sinergia. Gli attori sono almeno 5: I Comuni, gli operatori del settore, i loro dipendenti (sembra che ne necessitino circa 200 ed i Comuni non hanno queste professionalità nelle piante organiche) i Volontari e le Associazioni di volontariato e gli utenti. Se tutto questo è vero mi sembra intuibile che la forma gestionale in progetto società mista impresa sociale, sia di fatto e per normativa la soluzione che riesce a mettere insieme tutte queste figure: cioè ripeto i Comuni e gli operatori di settore, i dipendenti ed il Volontariato e gli utenti. E' in questo senso che si sta costruendo il progetto e lo statuto della nuova società. Inoltre, a proposito di risorse economiche, l'Impresa sociale beneficia di diverse prerogative ed agevolazioni. Ci saranno pure aspetti da gestire con cura e cautela, ma venti sono le motivazioni inserite nel progetto per sostenere la scelta''.
COLLE BRIANZA (Marco Manzoni):
''Io sono in linea con la proposta della nuova società mista. Ho guardato con attenzione il progetto sia perché ho interesse nella materia, sia perché si tratta di una proposta nuova''.
CESANA BRIANZA (Eugenio Galli):
"In questa fase, forse perché ho visto nascere la progettazione, non mi sento di lasciare l'ambito lecchese. Preferisco andare avanti sul percorso avviato. Il mio desiderio è che i servizi continuino a essere calati sul territorio e che possano continuare a garantire una relazione umana oltre che professionale, come accade oggi con la presenza dell'assistente sociale. L'obiettivo è sempre quello di offrire un servizio mirato al cittadino, pur restando nei costi. Le novità creano sempre turbamento, ma credo che dobbiamo provare con la nuova società: anche se i comuni non saranno in maggioranza, continueranno ad avere un peso".
COSTA MASNAGA (Sabina Panzeri):
''Siamo fermi sul nuovo modello della società mista proposto dall'ambito di Lecco. Escludiamo invece l'ipotesi di Retesalute''.
DOLZAGO (Paolo Lanfranchi):
''In relazione alla necessità di stabilire una nuova forma gestionale per i servizi sociali, anche tramite la partecipazione agli incontri che si stanno promuovendo sul territorio, l'Amministrazione Comunale di Dolzago sta approfondendo l'argomento, in quanto riteniamo che la scelta che si sta effettuando sia molto importante, anche in prospettiva futura. In particolare serve approfondire anche i punti di forza e le eventuali debolezze del modello basato sulla società mista (pubblico/privata), a prevalente capitale privato, di tipo commerciale. Riteniamo opportuno verificare bene quindi anche la forma gestionale che consenta alla parte pubblica di mantenere la maggioranza delle quote. Riteniamo che per addivenire ad una valutazione oculata e rispettosa dei principi del buon amministrare si debbano vagliare tutti gli aspetti, come i vantaggi di tipo gestionale, che potrebbero risultare "prevalenti", in una valutazione globale, tanto da determinare la scelta tra l'una piuttosto che l'altra forma di gestione. Lo stesso dicasi per i rischi che le due forme presentano. In ogni caso il confronto e la discussione sono aperti, anche con gli altri Comuni dell'Oggionese, non vogliamo scartare a priori nessuna soluzione, ma semplicemente andare verso la scelta che appare più vantaggiosa per i cittadini, anche nel lungo periodo''.
ELLO (Virginio Colombo):
''Attualmente, insieme al gruppo e in particolare all'assessore alla partita Gianluigi Valsecchi, ci stiamo prendendo del tempo per analizzare bene la questione, che è complessa. Parto però da una prima considerazione: il modello che ci è stato proposto prevede il 51% ai privati e la restante parte ai Comuni. Retesalute invece, è un'azienda speciale completamente pubblica e questa non è una questione di poco conto. E' necessario riflettere attentamente, senza lasciarsi prendere dalla premura di decidere, perché la fretta senza le opportune valutazioni, può farci correre dei rischi''.
GARBAGNATE MONASTERO (Sergio Ravasi):
''La Provincia di Lecco ha fatto vari tentativi che non sono però andati avanti. Ora si è arrivati a presentare un'impresa sociale, mentre dall'altra parte troviamo Retesalute, una realtà ormai avviata che offre il medesimo servizio ad altre condizioni. Il mio desiderio è che non ci siano macchie di leopardo: tutto l'oggionese dovrebbe stare da una parte sola. E' un servizio importante e ciascuno prenderà la sua scelta: mi riservo comunque di valutare meglio la questione con gli altri sindaci dell'oggionese nell'assemblea indetta la prossima settimana''.
MOLTENO (Mauro Proserpio):
''La questione è molto complessa e per questa ragione va compiuto un ragionamento a trecentosessanta gradi, partendo però da una priorità: garantire continuità al servizio erogato agli utenti. A questo proposito il modello lecchese è sempre stato per noi soddisfacente, essendo riusciti a costruire negli anni una macchina dalle capacità ottime. Pur senza nascondere qualche dubbio sul nuovo strumento della società mista, vogliamo approfondire questa strada e capire quali sono le parti che necessitano di maggiore chiarezza. Il confronto è aperto tra noi sindaci: al di là del colore politico stiamo valutando attentamente tutte le ipotesi, compresa quella di Retesalute, che è senz'altro un'ottima proposta ma al momento ci pone di fronte ad un ostacolo di appartenenza formale all'ambito di Lecco, che non può essere cambiata. Pur non volendo escludere nulla, desideriamo però giocarci prima la partita a Lecco''.
NIBIONNO (Claudio Usuelli):
''Non abbiamo compiuto nessuna scelta, stiamo valutando attentamente la questione, che è importante e complessa. Abbiamo ancora del tempo per decidere''.
ROGENO (Antonio Martone):
''Stiamo ascoltando le diverse proposte, ma dobbiamo ancora discuterne diffusamente all'interno del gruppo. L'orientamento è comunque quello di restare nell'ambito lecchese''.
SIRONE (Matteo Canali):
''Insieme agli altri colleghi dell'oggionese è da parecchi mesi che discutiamo di questo tema, sia in occasione delle assemblee di ambito a Lecco, sia in conferenza sindaci, per approfondire questa nuova modalità che ci è stata proposta. Abbiamo avuto un incontro a Bosisio la scorsa settimana e ne avremo un altro nei prossimi giorni. Sino ad ora c'è stato un confronto positivo, di carattere esclusivamente consultivo: ognuno ha espresso il proprio parere e sono uscite le diverse anime della questione. Le perplessità non mancano, anche se alcuni colleghi sono più convinti, altri meno. Speriamo che il confronto in programma questa settimana ci aiuti a fare ulteriore chiarezza sulla questione. Tutti noi Comuni dell'oggionese facciamo parte dell'ambito di Lecco, che è ben definito e non può mutare. Tuttavia potrebbe esserci la possibilità di usufruire anche di un altro erogatore, che potrebbe essere Retesalute. Con lo staff dell'azienda speciale meratese abbiamo avuto un incontro, a cui ha fatto seguito una lettera del presidente nella quale si è detto disponibile ad approfondire ulteriormente la questione. Ora però i tempi stringono, entro un mese al massimo una decisione dovrà essere presa''.
SUELLO (Carlo Valsecchi):
"In sede di votazione mi sono astenuto perché il parere del Consiglio su questo tema è divergente. Dal mio punto di vista ritengo che dobbiamo proseguire sulla strada già avviata e restare nel lecchese con cui abbiamo avuto una lunga storia alle spalle. Tuttavia credo che abbiamo perso l'occasione per formare una società unica insieme a Retesalute. La società meratese funziona molto bene: qui sono state formate una serie di figure professionali che sono punti di riferimento. Nell'attuale modello di gestione, che ha sempre funzionato bene, sembra ci sia una sorta di "predominanza" da parte di chi gestisce il servizio. La società mista forse oggi ci può garantire un livello più alto di servizi, ma quella suddivisione (51% privato e 49% pubblico) fa pensare: affidare la gestione a una società in cui i comuni sono soci di minoranza forse non è la formula giusta perché questi possano ancora contare".