I profumi e i suoni della Turchia sono ancora profondamente vivi nei suoi ricordi. Silvia Calvi, 27enne moltenese, ha fatto rientro da poco in Italia, dopo due mesi trascorsi all'estero.

Silvia Calvi
"Ama e cambia il mondo": con queste parole tratte dallo spettacolo musicale francese di Gérard Presgurvic ispirato a una delle opere più famose di William Shakespeare, Silvia ha provato a spiegare i motivi che l'hanno portata ad aprirsi a nuove culture.
"Sognare di migliorare il mondo e lottare affinché ciò si avveri è lo scopo che mi spinge verso la meta. Fisso un obiettivo e lo perseguo, dovessi andare fino in capo al mondo per raggiungerlo. Questa volta mi sono spinta poco fuori dai confini dell'Unione europea, fino in Turchia" ci ha detto.
La giovane ha preparato i bagagli e il 16 settembre è partita alla volta di Sinop, una piccola località che si affaccia sul mar Nero: qui è rimasta per due mesi, prendendo parte a un progetto di volontariato internazionale. "Come as you are", questo il titolo dell'iniziativa siglata Erasmus Plus, è stato proposto da Epeka in collaborazione con l'associzione Scambieuropei per i giovani fino ai 30 anni.
"Cercavo un progetto artistico da sviluppare insieme a persone con disabilità, per studiare in che modalità l'arte può essere d'aiuto per agevolare la loro inclusione sociale, superare le barriere, sviluppare nuove capacità e sviluppare le loro abilità cognitivo-manuali, ove possibile. Dopo essermi documentata sul progetto che Epeka proponeva e un'attenta valutazione dei pro e i contro, ho concluso che nessuna barriera, sia linguistica, geografica o politica, mi avrebbero dissuaso dal raggiungimento del mio obiettivo" ha spiegato la moltenese.

Alcuni disegni realizzati dalla moltenese

Silvia ha una laurea in scultura conseguita all'Accademia di Brera, ma oggi sta seguendo un'altra grande passione, la filosofia ed è iscritta al corso di laurea presso l'università statale di Milano. Ha però deciso di prendersi un paio di mesi di pausa dai libri per partecipare a questo progetto con lo scopo di arricchirsi.
"Lavoravo otto ore al giorno in un centro disabili, aiutata da insegnanti e psicologi. La cosa più difficile all'inizio è stata farsi capire da queste persone che non conoscevano l'inglese. Così ho imparato alcune frasi in turco per fare in modo che tutti mi mi comprendessero" ha raccontato.
Ad eccezione dei primi giorni, necessari per ambientarsi, il resto del tempo è trascorso in fretta e Silvia ha persino avuto l'opportunità di viaggiare e conoscere anche le città di Samsun, Ankara e Istanbul.
"Mete d'obbligo per chiunque voglia conoscere la Turchia, queste ultime due restituiscono al visitatore un quadro completo della condizione turca, sotto ogni aspetto. Sinop, invece, è stata la mia casa per due mesi e continua ad esserlo tutt'oggi nel cuore e nella testa. Non c'è stato giorno in cui non avessi voglia di camminare in riva al mare o nella strade del centro, fra palme e luci, pescherecci e scogli, musica e odori turchi".

Silvia è rientrata lo scorso 16 novembre, felice per l'esperienza vissuta.
"Questa terra mi ha nutrito sotto diverse aspetti: culturalmente, soggettivamente, artisticamente e, perché no, anche fisicamente, visto che si mangia molto bene. Sono tornata a casa a mani piene, soddisfatta di me stessa e del lavoro svolto, conclusosi con risultati positivi nella vita delle persone coinvolte, compresa la mia. Posso concludere affermando che la Turchia e io ci siamo arricchite a vicenda, divenendo ottime partner l'una per l'altra" ha concluso la giovane studentessa di Molteno.
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