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Scritto Venerdì 28 settembre 2018 alle 11:21

Bulciago: il santuario dei Morti dell'Avello riconsegnato ai fedeli il 30 dopo il restauro

Il santuario dei morti dell'Avello, dedicato alla "Madonna del Carmine", sta per tornare al suo splendore originario. Dopo quasi due anni dall'avvio dei lavori infatti, è prevista per domenica 30 settembre alle ore 16, la cerimonia di riconsegna dell'edificio religioso alla comunità, dopo un attento intervento di restauro condotto dalla Tecnoars di Terme Vigilatore in provincia di Messina sul progetto complessivo della Sastec Progetti Srl.

Il santuario dei Morti dell'Avello

Costruito a partire dal 1904 lungo l'antica via ciottolata che collegava l'abitato di Bulciaghetto con quello di Cremella, dove si dice siano seppelliti i morti della pestilenza che colpì Milano ed il suo territorio all'epoca di San Carlo Borromeo, a metà del XVI secolo, il santuario venne concluso l'anno successivo grazie alle offerte dei fedeli di Bulciaghetto. La decisione di costruire il santuario venne presa dal parroco Don Antonio Farina vista l'affluenza di pellegrini, convinti delle proprietà curative dell'acqua all'interno dell'avello. Il progetto di costruzione fu del sacerdote don Giuseppe Brenna, nativo di Bulciago, che prevedeva una cappella secondo i dettami cinquecenteschi con all'esterno delle modanature che mettevano in evidenza la struttura portante verticale (paraste) e la trabeazione di imposta della copertura. Per la cupola invece, prevalse la soluzione con la pianta ottogonale e copertura a falde con l'aggiunta, durante la costruzione, del pronao all'ingresso e dei cornicioni solo sul timpano della facciata principale. L'esterno invece, venne dipinto con colori sobri e tipici di queste costruzioni, come il color arenaria per le modanature o il grigio caldo molto chiaro per le murature e tanti altri elementi, senza decorazioni pittoriche su tutta la superficie. All'interno invece, venne realizzato nel 1905 da Romeo Rivetta un affresco con al centro la madonna del Carmine con San Rocco e San Giobbe. Il passaggio del tempo ha però influito sullo stato di conservazione del monumento che, nonostante "uno stato di manutenzione buono" come certificato nella relazione tecnica di fine 2017, necessitava di un intervento complessivo, così da ridare vitalità e freschezza alla resa cromatica delle facciate, delle modanature e degli sfondati.

Secondo da sinistra il restauratore Mario Genovese con i volontari di Bulciaghetto Marco Conti, Mauro Viganò e Paolo Corti

In passato infatti, le prime sono state oggetto di interventi di recupero e consolidamento con materiali diversi dagli originali, alterando la resa cromatica complessiva così come le seconde che hanno visto modificarsi le tinte originali, assumendo un color paglierino chiaro. Allo stesso modo gli sfondati sono stati oggetti di interventi di ripristino "con materiali non congrui con il supporto". Le visite congiunte con il restauratore Mario Genovese hanno quindi permesso di appurare lo stato di degrado delle murature, da attribuire "agli interventi di manutenzione fatti negli anni utilizzando materiali impropri".
Nel caso delle facciate, ad esempio, sono state effettuate "diverse manutenzioni con materiali non compatibili con gli originali, provocando così l'alterazione delle cromie originarie, la proliferazione di sali solubili e di conseguenza rigonfiamenti, fessurazione e caduta di parti d'intonaco". A occuparsi materialmente del restauro è stato proprio Mario Genovese con la squadra della Tencoars, azienda che già in passato si è occupata del restauro di numerosi siti storici come le chiese di San Giorgio e San Rocco a Molteno, oppure la Basilica della Certosa di Pavia oltre alla statuaria delle Poste di Como.

"Visto il degrado provocato dalle sistemazioni degli anni precedenti, abbiamo dovuto intervenire per togliere tutte le incrostazioni e i detriti, oltre ad effettuare una disinfestazione della flora batterica su tutte le superfici" ha detto, prima di spiegare le varie fasi del lavoro. "Abbiamo eseguito una pulitura con l'idrosabbiatrice per eliminare le patine incompatibili, poi consolidamenti e integrazioni fino a arrivare alla campionatura cromatica così da farci approvare il piano dalla Soprintendenza. Atteso il suo benestare, abbiamo eseguito la tinteggiatura secondo i risultati delle stratografie per individuare le cromie originali". Rispetto a altri lavori che lo hanno visto protagonista in passato, il restauro del santuario di Bulciaghetto per Genovese non è stato contraddistinto da particolari difficoltà, trattandosi di superfici non di pregio ma di semplici intonaci, se non per il fatto che nel corso degli anni si sono sovrapposte manutenzioni maldestre. "Il nostro era un restauro conservativo con l'obbiettivo di riportare il santuario all'equilibrio cromatico del passato" ha ribadito Mario Genovese. A rallentare i lavori di qualche settimana rispetto al piano originale, è stato il furto, a fine luglio, subito dal cantiere a fianco del santuario con la conseguente sparizione di attrezzature e materiali per un importo di circa trentamila euro. "Con il sostegno di diversi donatori, siamo riusciti a rifornirci di quanto serviva e abbiamo concluso i lavori circa un mese più tardi di quanto previsto" ha detto Mario, invitando tutti a essere presenti alla cerimonia di domenica pomeriggio quando sarà possibile rivedere il santuario dei morti dell'Avello restaurato nella sua interezza.


Promotori di questi lavori sono stati i volontari del gruppo informale della "Festa dei Morti dell'Avello" che per tre anni ha animato lo spazio verde a fianco del santuario a luglio, in occasione della Festa di santa Maria del Carmine che cade a metà del mese centrale dell'estate. "Siamo nati dall'idea del coordinatore Marco Conti di far rinascere e rivivere la festa dei morti dell'Avello che non si teneva più, a Bulciaghetto, da oltre una quindici anni" ha spiegato Paolo Corti, portavoce del gruppo "Ci siamo impegnati a raccogliere i fondi, circa 90.000 euro, per il restauro del santuario ma non ci fermiamo qui: abbiamo voluto creare momenti di socialità aperti a tutti i bulciaghesi e non solo con l'obbiettivo di rivitalizzare il paese e valorizzare un luogo, importante dal punto di vista religioso e immerso nella natura".
Insomma, le feste di metà estate continueranno a andare avanti con obbiettivi diversi ma decisi, di volta in volta, con il parroco della comunità pastorale "Maria Regina degli Apostoli" che riunisce le chiese di Barzago, Bevera e Bulciago.
Alessandro Pirovano
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