
Lodovico Redaelli
Cordoglio nel mondo imprenditoriale a Sirone dove nelle scorse ore è mancato il "patron" della Fratelli Redaelli Srl, storico rivenditore di auto che, nato grazie allo spirito di poche persone, è oggi cresciuto fino a contare 25 dipendenti e due sedi, a Sirone e a Casatenovo, aperta nel 1994.
Lodovico Redaelli, che aveva 93 anni, proveniva da una famiglia di fabbri di Sirone: da qui il soprannome di "farée" che era stato attribuito ai figli per indicare il ceppo da cui proveniva la persona. Da giovane, aveva seguito il padre nel mestiere poi, all'inizio degli anni Cinquanta, con la diffusione dei veicoli a motore, si era da subito appassionato tanto che insieme al padre aveva cominciato con la riparazione dei questi mezzi che si andavano sempre più diffondendo. Poi l'idea, insieme ai fratelli, di avviare una propria attività, d'avanguardia per i tempi. Nel 1953 è stata così fondata l'azienda che aveva sede a Molteno, in un piccolo spazio di proprietà della famiglia. Più tardi è avvenuto il trasferimento a Sirone, in via Cavour dove ancora oggi si trova la sede principale. Come spesso accade per queste realtà territoriali, era nato tutto in modo molto semplice, accompagnato dal lavoro di ogni giorno e dalla passione con cui si accompagnavano le lunghe giornate.
"Era cominciato tutto in piccolo, soprattutto all'inizio quando tutti e tre dovevano seguire i vari aspetti. Più avanti hanno deciso di attribuirsi ciascuno un proprio ruolo" ha spiegato il nipote Antonio Redaelli. I tre fratelli, quando l'attività si era ingrandita, si erano suddivisi i compiti: a Edoardo spettava la parte meccanica, a Luigi detto "Gino" la carrozzeria e a Lodovico la parte commerciale, anche se l'uomo non aveva mai del tutto abbandonato la voglia di cimentarsi e approfondire l'evoluzione del settore auto, anche dal punto di vista pratico. All'inizio degli anni Sessanta c'è stato poi un nuovo grande passo che negli anni si è dimostrato essere di grande lungimiranza: era stato firmato il primo contratto con il marchio tedesco Volkswagen a cui poi è seguito quello con Audi.
Come dicevamo, Lodovico non ha però mai abbandonato il suo originario interesse.
"Aveva una cognizione tecnica molto elevata. Quando prendeva in mano un marchingegno doveva capire come funzionava. Questo suo continuo studio delle cose lo aveva portato a progettare e costruire una macchina, la formula Panda, che gareggiava nella pista di Monza. Rispetto alle altre case, era piuttosto artigianale ma sicuramente i risultati c'erano" ha ammesso. L'auto scendeva nell'autodromo, al fianco di grandi nomi, guidata dal figlio Giuseppe, nato dal matrimonio con Luisa.
Fino a quando le forze glielo hanno concesso ha continuato a seguire con lucidità l'andamento dell'impresa di famiglia.
"Ha seguito la vendita delle auto fino agli anni Novanta, ma fino all'anno scorso scendeva spesso a controllare come proseguiva l'attività" ha ricordato il nipote aggiungendo che
"era una persona sincera, anche sul lavoro e umile: non ha mai fatto il passo più lungo della gamba. Questo lo abbiamo riscontrato anche oggi quando alcuni affezionati clienti sono venuti a rendergli omaggio ricordando il rapporto umano che Lodovico riusciva a creare con le persone". Infine è da ricordare anche il suo interesse per le dinamiche istituzionali: negli anni Settanta aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale.
I funerali di Redaelli si terranno martedì 22 gennaio alle 15.00 nella chiesa parrocchiale di San Carlo a Sirone prima di proseguire per il cimitero locale.
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