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Scritto Martedì 22 gennaio 2019 alle 19:14

Bulciago: fascismo e leggi antisemite temi della serata con lo storico Michele Sarfatti

"Il razzismo è anche il trionfo dell'ignoranza". Ha chiuso così lo storico Michele Sarfatti, ex direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC di Milano, l'incontro organizzato, lunedì 21 gennaio, all'interno della rassegna Percorsi nella Memoria dal Consorzio Villa Greppi presso la biblioteca di Bulciago.
"Dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938, promosse dal fascismo italiano e controfirmate dal re Vittorio Emanuele III, gli ebrei scomparvero dalla scuola" ha spiegato il professore. "Furono cambiate le intitolazioni a personaggi ebraici delle scuole mentre nei libri di testo non potevano più essere menzionati gli intellettuali di origine ebraica che non fossero morti prima del 1850". Marx, Freud, Einstein, per citarne alcuni, non comparivano più nelle edizioni dei libri post 1938: il trionfo dell'ignoranza, appunto.



Da sinistra l'assessore Raffaella Puricelli, Michele Sarfatti, il sindaco Luca Cattaneo e Daniele Frisco

"La legislazione antiebraica italiana doveva rendere, secondo la retorica del regime, l'Italia un paese senza ebrei e autenticamente ariano, interrompendo quel processo di tendenziale uguaglianza di diritti tra i cittadini che stava caratterizzando i paesi europei da circa un secolo" ha spiegato, evidenziando come, a partire dagli anni '30, la logica delle cose fosse diventata un'altra in Italia, in Germania e in altri paesi. "Era quella del "Vengo anch'io no tu no" di Jannacci. Gli ebrei, per legge, vennero discriminati e allontanati da scuole, uffici, università". A esserne vittime non più gli ebrei credenti, in quanto fedeli di una religione considerata deicida, ma gli ebrei in quanto tali. In quanto appartenenti, naturalmente, alla cosiddetta "razza ebraica", considerata l'origine dei mali del mondo. Era questo in fondo anche il senso dei "Protocolli dei Savi di Sion", un documento falso che attribuiva a una fantomatica cospirazione ebraica e massonica l'obiettivo di impadronirsi del mondo. Se simili potevano essere le origini dell'antisemitismo nei vari paesi europei, diverse e originali furono le modalità attraverso cui venne tradotto nelle singole legislazioni nazionali. "Si dice che le leggi razziali furono essenzialmente imposte dall'alleato tedesco al momento dell'alleanza col fascismo italiano ma non è vero. Le norme italiane superarono quelle analoghe già introdotte dalla Germania: fu Mussolini a decretare l'espulsione generalizzata degli ebrei stranieri e a porre loro dei limiti per quanto riguarda i beni posseduti". Come dettagliatamente spiegato nel libro "Mussolini contro gli ebrei", lo storico Michele Sarfatti si è detto convinto che le persecuzioni antiebraiche in Italia non fossero qualcosa di importato ma qualcosa di intrinseco nel fascismo mussoliniano. "Le leggi antisemite il fascismo non le ha adottate sotto imposizione né sotto suggerimento e neppure su spinta amichevole dell'alleato nazista".

Le leggi antisemite rappresentarono solo la prima fase della persecuzione antiebraica, caratterizzata dalla revoca dei diritti e dall'imposizione di divieti nei confronti di tutti coloro che, secondo le norme, venivano considerati appartenenti alla razza ebraica. Alla prima fase ne seguì una seconda, quella della Shoah, termine ebraico che indica "distruzione, annientamento", o della "soluzione finale" come la definivano i nazisti. "Sento definire Shoah male assoluto ma penso sia sbagliato utilizzare un aggettivo del genere in ambito storico. Definirlo "assoluto" significa togliere quanto accaduto dalla storia mentre tutto è avvenuto storicamente, compiuto da uomini e donne come noi, con sogni e affetti come i nostri. L'hanno fatto in modo "umano", nel modo in cui noi uomini siamo abituati" ha detto lo storico, che ha voluto rimarcare, in ogni caso, il carattere unico di quanto successo. "Non era mai accaduto prima nulla del genere. Prendete il caso degli ebrei di Rodi: dall'isola ne furono deportati circa duemila, li portarono a Atene e da lì li mandarono nei campi di sterminio in Germania, direttamente nelle camere a gas. Perché li hanno fatto attraversare mezza Europa per eliminarli? Perché hanno impiegato uomini, tempo e denaro per far fare loro tutto questo giro?".

Nella sua analisi Sarfatti ha anche evidenziato le differenze tra quanto successo in Europa dell'Est e quanto accaduto a Ovest e le analogie tra il sistema concentrazionario nazista e la civiltà industriale. "La camera a gas è stato un elemento essenziale del genocidio nazista: toglieva il contatto fisico e eliminava le persone in modo asettico, rapido e senza pericoli. Sembra il trionfo della civiltà industriale, dando morte a centinaia di persone con risparmio di costo. E' questo il destino a cui andarono incontro gli ebrei italiani e dell'europa occidentale" ha spiegato, evidenziando come nell'Europa dell'est, invece, il destino degli ebrei fu scandito da massacri brutali con le armi in pugno. "L'eccidio più sanguinoso è avvenuto vicino a Kiev, a Babij Jar, con 34 mila uccisi in un giorno e mezzo".

L'inquadramento storico del professor Sarfatti sulla Shoah e sulle leggi razziali italiane è stato preceduto dall'intervento della vicesindaca Raffaella Puricelli che ha voluto ricordare la figura dell'ex deportato Venanzio Gibillini, morto pochi giorni prima. "Con lui c'era sempre Puccy Paleari che ha speso una trentina d'anni alla ricerca dei testimoni e dei sopravvissuti allo sterminio nazista. A lui il riconoscimento di essere stato capace di far parlare queste persone, diventandone amico" ha detto l'amministratrice, prima di leggere la lettera di Puccy indirizzata al defunto. "Non ho mai avuto espressioni di odio e violenza verso i tuoi aguzzini: sia italiani che ti hanno denunciato sia tedeschi che ti hanno deportato. Erano ben altri tuoi riferimenti valoriali che chiedevi alle persone che ti ascoltavano di tradurre in realtà. "Aiutate i vostri allievi a diventare uomini, non fateli diventare degli Eichmann" era, ogni volta, il tuo monito perché le materie a scuola servano a rendere più umani gli alunni".

L'amministratrice ha anche ricordato i prossimi appuntamenti organizzati a Bulciago per la Giornata della Memoria: "l'incontro di stasera con Percorsi nella Memoria in collaborazione con il consorzio Villa Greppi. Domenica 24 febbraio invece, andremo in visita al binario 21 mentre domenica, su proposta della commissione biblioteca, faremo incursioni artistiche sul tema della memoria, domenica alle 16 presso il Piccolo museo della tradizione contadina". Un ultimo pensiero e un ringraziamento la vicesindaca Puricelli lo ha rivolto ai ragazzi e alle ragazze dell'Istituto Superiore Grafica Moda Design presenti, lunedì sera, all'incontro a Bulciago. "Cercate di cogliere tutto ciò che può servirvi per crescere come uomini impegnati per la società del domani da fondare sui valori della solidarietà, pace e fratellanza".
Proprio quelli che negli anni del regime fascista e nazista furono sistematicamente violati come raccontato di lì a poco dal professor Michele Sarfatti.

Alessandro Pirovano
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