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Scritto Sabato 01 giugno 2019 alle 17:08

Oggiono, elezioni: a 5 giorni dal voto parlano Lietti e Ceresa, usciti sconfitti dalle urne. Analisi del voto e programmi futuri

A cinque giorni dall'esito delle urne, parlano gli sconfitti alle elezioni di Oggiono: Ferdinando Pucci Ceresa, candidato sindaco per il Carroccio e Lamberto Lietti, ex vicesindaco alla guida di una lista di centrodestra, fatta di molti amministratori uscenti e di volti noti della politica cittadina. Saranno proprio loro due, insieme all'ormai ex primo cittadino Roberto Ferrari e a Debora Acerbi a rappresentare i gruppi di minoranza, nel nuovo consiglio comunale presieduto dal neo sindaco Chiara Narciso. Con loro abbiamo tracciato un bilancio dell'esperienza elettorale a poco meno di una settimana di distanza dalla vittoria del centrosinistra - tornato al governo di Oggiono dopo dieci anni di dominio di Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia - con uno sguardo rivolto anche al futuro.

Ferdinando Pucci Ceresa, candidato sindaco per la Lega a Oggiono

-Ceresa, quale analisi del voto ha fatto dopo le elezioni?
«Pensavo di riuscire a tenere un po' di più il voto politico, nonostante la spaccatura interna al centro destra. Invece qualche voto politico è mancato e siamo arrivati secondi».

-Il centro destra diviso ha ottenuto la maggioranza dei voti, unito probabilmente avrebbe vinto...
«Il centro destra diviso è andato oltre il 60%. Con il senno di poi sono tutti bravi. Il fatto sono le condizioni che sono state poste all'inizio. Chi ha fatto la spaccatura ne prende le conseguenze. Dal mio punto di vista non aver accettato ricatti in politica, come nella vita, è quello che vale di più».

-Tutte e tre le liste hanno comunque ottenuto un buon riscontro elettorale. Non c'è stata una lista che è scivolata sotto il 20%, segno di una certa corrispondenza fra offerta politica e domanda elettorale...
«Si sapeva. I dati erano questi, qualcuno era convinto di vincere, alla fine è andato meglio che era meno convinto di vincere: noi della Lega e la Narciso».

-Rispetto alla campagna elettorale, guardando indietro, farebbe qualcosa di diverso?
«No, non avrei potuto svolgerla in maniera diversa. Anche perché come centro destra andare oltre al 60% è un po' dura».

-Il sindaco uscente Roberto Ferrari ha raccolto più di 200 preferenze, che valutazione ha fatto con lui?
«Sì, Roberto ha raccolto un buon numero di preferenze. L'ho visto il giorno dello spoglio, l'indomani era già a Roma in Parlamento. Ovviamente c'è stata amarezza per il risultato. Con il grande consenso che la Lega ha ottenuto alle elezioni europee si pensava che si potesse fare l'impresa. Parlo di impresa perché eravamo consapevoli che andando da soli ci sarebbe voluta un'impresa. Alla fine, siamo tutti rispettosi del risultato elettorale perché i risultati vanno rispettati. Chi ha vinto è giusto che amministri e noi manterremo il nostro ruolo».

Ceresa con il sindaco uscente Roberto Ferrari

-Resterete in consiglio comunale come minoranza?
«Siamo stati eletti io e Roberto Ferrari. Non abbiamo ancora parlato, valuteremo cosa fare. Anche rispetto alla mia permanenza valuterò nei prossimi periodi. Dico sempre che noi siamo soldati militanti e non facciamo qualcosa fine a noi stessi, ma per un progetto. Per cui su quello che sarà il progetto più utile per la Lega valuteremo prossimamente. Su questo aspetto mi sento di parlare anche a nome di Roberto Ferrari. Non c'è nessuna decisone presa: restare, lasciare, restare per un po' e poi far subentrare altri o collaborare. Dobbiamo valutare, è tutto aperto».

-Con la maggioranza che rapporto pensate di instaurare?
«Il rapporto con la maggioranza si misura nel tempo. Sia in maggioranza che in minoranza c'è l'interesse di fare il bene della comunità. A volte si è capace di fare la sintesi a volte si cade in dialettica politica. Non è una cosa che si stabilisce prima, parlare di minoranza costruttiva o critica è solo retorica».

-Rispetto all'altra minoranza della lista Lietti cosa sente di dire?
«Non ho nulla da dire, guardo sempre in casa mia».



Lamberto Lietti

-Lietti, dopo i risultati elettorali quale analisi del voto avete fatto?
«Abbiamo lavorato bene portando a casa quasi il 30% con molte preferenze, quindi è stato un voto mirato e diretto. Abbiamo perso e penso che non sia colpa nostra, ma qualcuno deve fare un esame di coscienza a monte e valutare perché non ha vinto la coalizione che unita avrebbe avuto ottenuto molti più voti».

-La sua lista è comunque andata oltre le percentuali che i partiti del centro destra, Lega esclusa, hanno ottenuto le europee...
«Questo è un aspetto molto positivo, segno che il gruppo ha lavorato bene. Se andiamo a vedere rispetto alle europee abbiamo guadagnato voti nel centro destra. Senza la Lega, abbiamo ottenuto un 12% in più rispetto ai voti dei partiti del centro destra».

-Mentre la Lega ha perso voti fra le europee e le comunali...
«La Lega ha perso il 12% fra le elezioni europee e le comunali. [...] Se fossimo rimasti in coalizione con un "cavallo" diverso probabilmente oggi saremmo in comune».

-È soddisfatto del lavoro della sua lista?
«Per quello che riguarda il nostro gruppo, il fatto che abbiamo preso 1100 preferenze a fronte di 1300 voti vuol dire che è stato fatto un buon lavoro. Abbiamo raccolto voti indirizzati alle nostre persone, come candidati e non indirizzati ai simboli. Noi non avevamo nessun simbolo di partito».

-Non crede però che nel suo progetto ci fossero troppi candidati con una forte e importante esperienza amministrativa precedente?
«Io penso che l'esperienza conti anche per andare ad amministrare un comune. Noi abbiamo puntato su persone che avessero esperienze e fossero in grado di lavorare conoscendo i meccanismi della macchina amministrativa comunale».

-Non siete rimasti vittima del clima di sfiducia diffusa nei confronti dei politici?
«Siamo in un comune, non a livello nazionale. Non ci appartiene quel modo di fare politica che punta a gridare più dell'avversario. Io ritengo di non aver sbagliato. I cittadini meritano persone che siano in grado di amministrare e che abbiano fatto esperienza. Io penso che un'amministrazione debba avere delle conoscenze. La scelta dei cittadini non è stata legata a questo, ma legata a un simbolo. Io ho messo la mia faccia, come i miei candidati. La mia è una lista civica, di politica non c'era niente. Ho semplicemente avuto un appoggio politico per l'apprezzamento che la mia lista ha ottenuto. Avevo persone che arrivavano da tutte le compagini, ognuno con la propria idea politica. Si sono messi in gioco non come rappresentati di un partico politico, ma come perone che avevano voglia di lavorare a e che avevano avuto esperienza nell'amministrazione. Abbiamo ottenuto quasi il 30% senza aver dietro nessuna forza politica come il Pd o la Lega. La nostra è una lista civica che abbraccia tutti i credo politici, ma non c'era nessuno che avesse una tessera o facesse parte di una compagine politica. Io non penso e non ho pensato che i cittadini oggionesi credessero che eravamo troppo avvezzi alla politica. Ho pensato che gli elettori hanno valutato dodici persone e comunque anche nella nostra lista c'erano candidati nuovi».

-A questo punto non crede che non sia passato il messaggio agli elettori?
«Io non sono abituato a mettermi sul piedestallo, probabilmente sono troppo legato "al fare" e non a mettermi in mostra. Io ritengo di aver amministrato e lavorato bene come assessore al Bilancio. Ad esempio, non ho mai usato le entrate in conto capitale per gestire la parte corrente, non ho aumentato le tasse e non chiesto sacrifici. Spero che anche in futuro sia così. In questi 10 anni a Oggiono sono stati fatti investimenti anche perché qualcuno, Lietti, ha messo a disposizione agli assessori di competenza le risorse».

-Alla fine però per il centro destra è arrivata una sconfitta...
«La divisione di una coalizione porta comunque sempre a una perdita. Come anche altri comuni hanno dimostrato. Il fatto che noi abbiamo perso è legato al fatto che da una parte c'era un "cavallo" sbagliato. Questo lo sapevano anche lo loro [la Lega ndr]. Hanno fatto questa scelta pur di non candidare Lietti, salvo che facesse la tessera dalle Lega, perché questa è l'offerta che mi è stata fatta. A me fare la tessera della Lega per fare il sindaco di Oggiono è una scelta che non mi sta bene. Ho preferito correre da solo senza nessun partito, mettendo la mia faccia. Nessun partito è venuto a mettere il becco nel mio programma e nelle mie riunioni. Abbiamo elaborato un programma per i cittadini, nulla di politico. Forse avrei vinto se fossi stato più politico, se avessi fatto promesse da marinaio. Ad esempio, non ho promesso di espropriare le case di via I Maggio perché non è fattibile. Io ho promesso di sedermi al travolto con la proprietà per trovare una soluzione».

-Come sarà il lavoro del suo gruppo in minoranza?
«Il mio gruppo sarà pronto, in questi cinque anni, a vigilare su tutto quello che verrà fatto. Cercherà di portare avanti il programma che noi abbiamo presentato agli elettori. Non ci fermiamo qui. Faremo una minoranza costruttiva, lavorando sulla base di quello che abbiamo proposto ai nostri cittadini».

-Resterà in consiglio comunale?
«Nella mia lista ci sono dodici persone molto valide che sono in grado di rappresentare il nostro gruppo nel modo migliore. Anche se non dovessi sedere fra i banchi della minoranza non vorrebbe dire che io mi starei ritirando. All'inizio sarò presente come forma di rispetto nei confronti di Chiara Narciso che è stata eletta sindaco, con la quale penso di aver fatto una campagna elettorale non di scontro, ma di lealtà».

Lorenzo Adorni
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