Sono tornate sul campanile della chiesa dei santi Gregorio e Marco di Casletto le due campane che hanno subito una manutenzione straordinaria. L’ultima volta era accaduto 33 anni fa, nel 1986. Quest’anno si è reso necessario un nuovo intervento per evitare che il battacchio si consumasse. Il campanile della chiesa di Casletto, frazione di Rogeno, dispone di cinque campane: a tre era stata assicurata la manutenzione in passato, ma non si era reso necessario farle scendere a terra. In questo caso, dal momento che manca lo spazio di manovra per via del castello che le contiene, si è dovuto consegnarle a una ditta specializzata. Così il 19 giugno ne sono state tolte due.

Le campane dell’edificio di Casletto, così come le conosciamo oggi, sono datate 1886 e sono opera di “Crespi Giovanni e Figli”, una società di “fonditori di campane”, così come si firmano nei documenti ufficiali. Proprio il titolare si recò in paese per presentare il progetto di maggiorazione del peso delle campane secondo una nuova consistenza: la campana maggiore avrebbe dovuto pesare 800 Kg., seguita da quelle di 560, 400, 280 e 224 chili.
Tale progetto venne adottato dalla commissione parrocchiale che chiese anche una riduzione del prezzo proposto, pari a 3984.55 lire.

Il 1 giugno dello stesso anno venne pertanto stipulato un contratto che permise di dare il via alle operazioni di fusione. Nel frattempo la parrocchia e il comune avevano stipulato anche un contratto per la costruzione del castello delle campane in ferro, realizzato dal fabbro Santino Villa di Inverigo. Il 20 luglio 1886 è il giorno dell’arrivo delle campane a Casletto.
Bisognerà tuttavia aspettare fino all’8 agosto per la benedizione da parte del parroco di Incino e il 16 per la collocazione sul campanile.

Ciascuna di esse reca un’iscrizione che la ancora oggi contraddistingue: “Deo ottimo maximo et amatissimo Jesu Cordi”, “Deo ottimo maximo et immaculato Reginae Dolorum Cordi”, “Deo ottimo maximo et Sancto Joseph Dei Genitricis sponsor”, “Deo ottimo maximo et Sanctis Angelis Dei” e “Deo ottimo maximo et Sanctis Marco et Gregorio Patronis”.
Secondo la tradizione popolare a ciascun suono delle campane corrispondeva un significato ben preciso, conosciuto a tutti i parrocchiani e in uso fino agli inizi degli anni Sessanta. Se il campanaro suonava la prima chiamava a raccolta altre quattro persone per suonare le altre; la seconda campana veniva suonata per la dottrina e in preparazione a comunioni e confessioni; la terza per chiamare a raccolta la confraternita del perdono di Assisi, costituita da sole donne che vestivano in abiti scuri, indossavano un velo nero con un medaglione in alluminio retto da una fascia rossa. La quarta veniva suona al mattino, al mezzogiorno e alla sera per l’Angelus, mentre la quinta, quella più grossa, veniva suonata per le benedizione e le agonie.

Tradizioni che ormai non esistono più ma di cui è sempre piacevole far memoria, così come non si può far menzione dell’attuale “campanaro” che presta il proprio tempo per quest’attività, sebbene non sia più la stessa di anni fa. Nella mattina di giovedì 5 luglio si è reso necessario chiudere la strada nella frazione di Rogeno per consentire le operazioni di fissaggio delle due campane, ricollocate al loro posto tramite gru. Ora tutte e cinque potranno tornare a suonare.
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