Nel comunicato diffuso dalla Lega Nord di Lecco in merito alle note vicende del Parco Adda non c'è nulla di nuovo, né per stile né per contenuto. C'era da aspettarselo. Il Parco Adda Nord interessa ai grandi partiti solo quando c'è da votare per la nomina del Presidente e del CdA, così da poter infilzare la bandierina, del colore di uno o dell'altro, nello scacchiere politico locale. Questo è uno dei motivi per cui il nostro Paese è tecnicamente e moralmente in rovina. Si preferiscono e si impongono cazzari, amici degli amici e soggetti particolarmente interessati a chi, per cultura, preparazione e spirito di servizio e libertà da vincoli politici può garantire il perseguimento di fini ed obiettivi migliori. In quest'ottica il comunicato della Lega Nord a firma dei due consiglieri provinciali e ratificato, stile Pol Pot, dal maggiorente locale del partito, è poco significativo.
Le nomine e le ratifiche si fanno con i numeri, che in questo caso sono stati delegati al compagno Crippa che le ha utilizzate a suo piacimento, per votare i rappresentanti del suo partito.
Se al posto di Crippa ci fosse stato stato un leghista oggi il Presidente del Parco sarebbe Bolis, cognato del capogruppo della Lega al Senato Romeo. Considerate le presenze dei soggetti titolati ad esprimersi, ci sarebbe arrivato sia col voto favorevole sia con l'astensione. Con buona pace di tutti.
Rimettere le deleghe senza dimettersi è un atto poco significativo e di nessun peso politico, direi di pura propaganda. Suggerisco ai leghisti, che governano la Lombardia da anni, di lasciar perdere questi argomenti e di impegnarsi di più a risolvere i problemi dei treni e dei pendolari, gestiti ed efficienti come quelli del Burundi, prima che la gente si incazzi sul serio.
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