Carlo Mangolini
Claudio Boerchia
Il primo a presentarsi, è stato l’artista Claudio Beorchia, figura scelta dal Consorzio quasi secondo un atto di fiducia, come ha sottolineato proprio Simona Bartolena, poiché si tratta di un artista che non ha un medium privilegiato di espressione e ha molta attenzione invece per il contesto sociale e fisico in cui si trova e da dove trae spunto per le proprie idee. Claudio ha proposto durante la sua esperienza nella villa due progetti che riguardano la scrittura e la pittura, le sue opere sono una sorta di specchio della sua ironia e dello sguardo disincantato e allo stesso tempo curioso che ha per il paesaggio e l’ambiente sociale in cui è immerso, un esempio ne sono proprio i lavori realizzati in precedenza, tra cui figurano un libro di commenti e pensieri dei visitatori all’Accademia di Venezia di fronte alle opere d’arte raccolti “sotto copertura” e riadattati nella forma di brevi poemetti.Maddalena Granziera
Il progetto sulla scrittura è invece nato dalla raccolta di scritte e annunci, trasformati poi in linguaggio poetico, che l’artista ha osservato in un’intera giornata che ha passato leggendo proprio sui teloni e sulle fiancate dei veicoli che hanno attraversato la strada trafficata su cui si affaccia la villa. Gli altri artisti, già noti alla cittadinanza, si sono invece dimostrati tutti molto soddisfatti del lavoro compiuto perché hanno trovato un ambiente stimolante in cui i legami creati hanno contribuito a renderli più consapevoli arricchendo la propria arte e per questo hanno ringraziato di cuore il Consorzio.Attilio
Si tratta di Maddalena Granziera che ha lavorato sulla mappatura del territorio ricorrendo all’uso della fotografia, della pittura e della ricerca concettuale che le ha permesso di ricreare una sorta di mappa astratta con riferimenti più concreti ma silenziosi che stimolano l’immedesimazione dell’osservatore; Carlo Mangolini, che ha indagato la struttura del territorio raccogliendone gli oggetti abbandonati e ricomponendoli in strutture e costruzioni per ridare loro nuova vita e restituire una sorta di memoria collettiva per chi osserva le opere; Vera Pravda, autrice di 12 tele che regalano all’osservatore uno scorcio della villa in ciascun mese dell’anno, attenta all’ambiente e al tema ecologica, ha usato per le sue opere sono vernice che oltre a non inquinare assorbe anche le sostanze dannose; infine, Roberto Picchi, già premiato dal Consorzio lo scorso anno, ha proposto in quest’esperienza una serie di calchi con materiali diversi immedesimandosi quasi nel lavoro dell’archeologo e del ricercatore e adattando ciascun soggetto al calco e alla tecnica più consona di volta in volta.Francesca
Vera Pravda
Insieme agli artisti che hanno lavorato nella villa durante quest’anno, sono stati presentati anche i prossimi ospiti scelti per l’edizione del prossimo anno, la fotografa trevisana Francesca e lo scultore brianzolo Attilio che resteranno per due mesi, affiancati dalla pittrice Silvana Castellucchio che invece lavorerà presso la villa per l’intero 2020. “Le Residenze d'artista di Villa Greppi”, ha commentato la presidente Marta Comi “stanno crescendo di anno in anno, dandoci l'occasione di confrontarci con artisti di provenienza diversa, che ognuno a suo modo ha influenzato l’ambiente della villa con la propria arte.Roberto Picchi
L'evento annuale che dedichiamo agli artisti con la mostra finale vuole essere un saluto e un ringraziamento e un modo per mostrare a tutti l'opera che ci lasceranno e che andrà a comporre la Collezione permanente di Villa Greppi. Siamo felici di poter ospitare ogni anno nuovi artisti e nuove esperienze perché in questo modo offriamo al nostro territorio una vitalità artistica e culturale sempre molto stimolante e a loro volta permettiamo agli artisti residenti di poter interagire con il nostro ambiente”.