
Il tribunale di Lecco
Assolto perchè il fatto non costituisce reato: questa la sentenza pronunciata stamani dal giudice monocratico del tribunale di Lecco Maria Chiara Arrighi nei confronti del viganese A.T., imputato per tentate lesioni personali e danneggiamento dell'auto del vicino di casa.
L'uomo nella notte del 5 dicembre 2014 aveva infatti esploso dei colpi di fucile contro la vettura del ''rivale'', che al momento si trovava nell'abitacolo, senza ferirlo, ma sfondando il lunotto posteriore.
Tuttavia quest'oggi il giudice ha riconosciuto nella condotta dell'odierno imputato lo "stato di necessità", che l'articolo 54 del nostro codice penale configura come causa di non punibilità.
Stando a quanto già raccontato dalla famiglia del viganese nelle precedenti udienze infatti, tra i due non correva buon sangue già da lungo tempo e il vicino ultimamente non poteva soffrire il fatto che A.T. e i suoi parenti per poter parcheggiare davanti alla loro abitazione dovessero compiere alcune manovre invadendo la sua proprietà.
Proprio da qui sarebbe nato il movente per il "far west" scatenatosi quella sera di cinque anni fa: come era solita fare, anche quella sera la sorella dell'imputato stava posteggiando l'auto davanti alla casa del fratello, quando si è trovata davanti il vicino che - buttando ghiaia contro la macchina - brandiva un martello. Corsa in casa insieme al marito per trovare riparo e chiedere aiuto, la donna pensava che quella fosse una delle tante sfuriate del vicino di casa; si era però dovuta ricredere qualche istante più tardi.
Era stata lei stessa, chiamata come testimone della difesa nel processo a carico del fratello, a raccontare al giudice Arrighi e al vpo Pietro Bassi di come fosse stata "caricata" dall'auto in retro del vicino, fermata per sua fortuna dal proiettile - che si era poi scoperto essere di gomma- sparato dal balcone di casa dal fratello, che stava assistendo alla scena.
Il giudice ha quindi accolto la tesi difensiva dell'avvocato Mauro Tosoni, che per il suo assistito aveva chiesto la piena assoluzione, in quanto avrebbe agito solamente per difendere la sorella in pericolo.
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