
Testimonianza di una famiglia che ha ospitato una ragazza con il progetto sportivo del Basket Costa. Nell'autunno scorso ha preso il via l'iniziativa "Un'atleta in famiglia", un progetto unico nel panorama del basket femminile italiano nato per coniugare accoglienza e inclusione, attraverso lo sport. Risale all’estate del 2018 l’idea di facilitare l’accesso all’attività sportiva ad atlete meritevoli provenienti da tutta Italia, dando loro spazio tra le fila di A.S.D. Costa Masnaga. Per loro però si pensava a qualcosa di diverso dall’accoglienza che tradizionalmente viene riservata agli atleti, alloggiandoli in appartamenti o foresterie. Sono infatti coinvolte giovani atlete talentuose di tredici, quattordici anni che però hanno ancora bisogno di stare in una famiglia come solido riferimento educativo. Il progetto ha raccolto l’adesione di alcune famiglie di Costa Masnaga e di territori limitrofi, inserendo tre nuove ragazze nel gruppo: Beatrice Caloro, Cristina Osazuwa e Fiamma Serra, provenienti rispettivamente da Verona, Follonica e Lerici. Le ragazze si allenano nella palestra di via Verdi e frequentano gli istituti del territorio, tuttavia viene garantito loro il quotidiano collegamento con le rispettive famiglie d’origine e assicurato sia all’atleta sia alla famiglia accogliente un servizio di “tutoring” effettuato da una persona individuata nella società (per le famiglie), da cestiste più adulte di Costa (per le ragazze) e da uno psicologo dello sport (coordinatore del progetto)
“Crediamo molto in questa modalità di reclutamento e di inserimento di giovani atlete, al livello nazionale (e non), perché permette loro, militando tra le fila di Basket Costa, di sviluppare il proprio talento sportivo, confidando sulla presenza e l'accoglienza di famiglie solide e fidate che garantiscano un contesto familiare sicuro e tranquillo, favorevole alla loro crescita umana, scolastica e sportiva, ospitandole presso di sé” fanno sapere dalla società. “Basket Costa si impegna a individuare le atlete e le famiglie ospitanti, accompagnando entrambe per tutto il periodo di permanenza delle atlete, con un "servizio" di tutoring”.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento e scoprire cosa prevede il percorso “un’atleta in famiglia” può partecipare all’incontro che Basket Costa terrà martedì 4 febbraio 2020 alle 21 presso la biblioteca di Costa Masnaga. Come una famiglia ha realmente vissuto questa esperienza, lo si può leggere qui sotto.
Quanto è difficile avere in famiglia un'altra ragazza a cui dare attenzioni quasi come se fosse una figlia?
"Per una famiglia che ha già dei figli non è difficile: si tratta di accogliere un'altra ragazza che, pur provenendo da una famiglia ed esperienza di vita differente, si inserisce nella propria vita familiare e ci si sforza di farlo nel modo più naturale possibile. Ovviamente ci possono essere della fasi di adattamento e delle differenze tra le reciproche abitudini di vita, ma tutto è superabile con un po' di disponibilità reciproca tra ragazza e famiglia e con la voglia di migliorarsi sempre".
Quali sono gli ambiti più complicati da gestire nel rapporto con l'atleta ospitata? "Far comprendere all'atleta che si sta inserendo in una famiglia e in un progetto globale di vita, non sta solo ricevendo ospitalità in termini di vitto e alloggio. La ragazza deve sentirsi parte di un progetto più ampio in cui deve profondere il suo impegno per crescere non solo sportivamente, ma anche a livello scolastico e di relazione con gli altri. Questo progetto mira a formare non solo delle giocatrici di basket, ma anche delle ragazze che siano in futuro delle donne capaci di costruirsi la propria vita in modo consapevole".
Che rapporto si è instaurato tra voi e la famiglia della ragazza ospitata? "La distanza non aiuta a mantenere dei rapporti costanti, ma certamente la famiglia d'origine dimostra la propria riconoscenza e il proprio appoggio al progetto. Questo è importante, perché così la ragazza non si trova a vivere eventuali conflitti tra le figure di riferimento: la famiglia d'origine rimane e quella ospitante si occupa della vita quotidiana, ma le finalità sono condivise tra tutti".
Come hanno reagito gli altri componenti della famiglia all'arrivo di Cristina e come si sono integrati? "All'inizio, considerato anche il carattere molto espansivo di Cristina e la sua esuberanza, è stato un po' un "terremoto", ma dobbiamo dire che presto si è stabilito un buon clima di accoglienza e fratellanza anche con gli altri figli. Vanno molto d'accordo con lei e a volte è difficile richiamarli tutti all'ordine nei momenti di entusiasmo perché "fanno comunella": insomma, è come avere una quinta figlia, a tutti gli effetti!".
Cosa vi sta dando questa esperienza a livello di bagaglio di vita? "Come ci aspettavamo, è una bella esperienza di apertura della nostra famiglia, che sta arricchendo tutti noi oltre che, ovviamente, la stessa Cristina. A volte insorgono anche delle difficoltà, ad esempio nel richiamo al maggior impegno scolastico o altro, ma anche grazie al supporto dello staff di Basket Costa, i problemi si superano insieme pian piano e aiutano tutti a crescere. Certamente il progetto Atleta in Famiglia è un'esperienza coinvolgente, ma siamo certi che valga la pena aderire, sia per famiglie che hanno ancora figli piccoli, sia anche - perché no - per famiglie che hanno figli più grandi e che abbiano ancora la voglia di mettersi in gioco con la propria esperienza per far crescere un'atleta".
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