
Il parroco don Massimo Santambrogio
Una "linea diretta" dedicata alle persone più fragili che potranno telefonare in parrocchia per parlare, pregare oppure essere semplicemente ascoltate dal proprio pastore in questo periodo particolare.
Il responsabile della comunità pastorale dei Santi Martino e Benedetto, che comprende
Molteno, Garbagnate Monastero con Brongio e Sirone, nella giornata di domenica 8 marzo ha deciso di rivolgersi alla comunità utilizzando, come lui stesso ha dichiarato, lo strumento video - poi diffuso in serata sul canale social della comunità - in via eccezionale.
Don Massimo Santambrogio ha realizzato un video messaggio di circa cinque minuti - trasmesso dall'oratorio San Giovanni Bosco - per abbracciare virtualmente tutta la comunità e offrire alcuni spunti di riflessione, nel tempo del Coronavirus.
Il suo messaggio si è aperto con un pensiero alle "sorelle", alle donne in occasione della Giornata internazionale delle donne. A loro ha dedicato una frase di Rita Levi Montalcini: "le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza".
Prima il messaggio affettuoso che fa arrivare nelle case dei fedeli: "Quando mi alzo al mattino e vado a letto la sera sono solito guardare dalla finestra della stanza, dove posso abbracciare tutto il territorio della nostra comunità pastorale e rivolgere una preghiera per voi all'inizio della giornata e a conclusione. Sentite questa cosa, fatta ancora più intensamente, in questi giorni in cui sarà più raro potersi incontrare e vedere".
Poi il sacerdote ha spiegato la scelta di non aver voluto celebrare in diretta streaming le funzioni religiose o, per dirla con le sue parole, "le messe in diretta social": "Mi sembra più fruttuoso che da casa nostra, attraverso la televisione possiamo seguire messe programmate più ricche, partecipate con il canto l'assemblea in chiese con la gente piuttosto che una messa dove ci sono io o un altro sacerdote ma con nessuno intorno. Abbiamo questo strumento, la televisione che ci consente, durante la giornata, di godere di momenti di spiritualità, che sia una messa, il rosario, la via Crucis, qualche riflessione o meditazione".
Don Massimo ha anche ricordato che le chiese continueranno a rimanere aperte dall'alba al tramonto, "anche se, a giudicare dai foglietti che restano in chiesa, non sembra sia passata granché di gente. Le nostre chiese sono lì, come luoghi di accoglienza e preghiera personale, tenendo conto delle indicazioni che ci vengono date in questi giorni da osservare scrupolosamente".
Il sacerdote ha poi rinnovato l'invito a seguire l'appuntamento quotidiano, suggerito da don Francesco Beretta, di trovarsi in famiglia e, allo scoccare delle 20, vivere un momento di preghiera "che ci fa sentire "incatenati": questa decina del rosario ci dice proprio di essere uno unito all'altro". I religiosi continueranno a celebrare le funzioni in forma privata ogni giorno, ricordando le intenzioni.
Prima dei saluti, l'annuncio di un'iniziativa di vicinanza alle persone che in questo periodo si trovano magari sole: "Ho pensato di ricorrere a uno strumento un pò antico. Tempo fa, anni fa, si usava questo slogan: "il telefono, la tua voce". Ecco, penso sopratutto alle persone anziane, agli ammalati e a chi è più limitato nei movimenti. Metto a disposizione, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 17, queste due ore in cui, chi vuole, può telefonare semplicemente per un saluto, per condividere una preghiera, per scambiare una parola, per sentire appunto una voce. Certo, poi uno può usare questo strumento anche in altri orari. Anche io mi impegno a fare questa cosa nei confronti delle persone un pò più sole, magari anche per altri così, semplicemente per il gusto di sentirci. Questa è una piccola cosa che mi sento di consegnarvi, di darvi come possibilità perché ci sentiamo non da soli ma in comunione, anche se non possiamo ritrovarci come siamo soliti fare".
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