Cala sensibilmente la curva dei contagi, con crescita molto rallentata rispetto ai giorni scorsi anche in provincia di Lecco. E la situazione nelle corsie del Manzoni e del Mandic è decisamente migliorata. Sia perché l'equipaggiamento ora dicono è finalmente adeguato al lavoro e ai rischi sia per il fatto che la pressione sul pronto soccorso e gli arrivi da altre Asst è rallentato.
Ma, nonostante ciò, il personale è ancora sottoposto a un notevole sforzo per gestire la situazione che si è creata in queste ormai sei settimane di emergenza. Sia il Manzoni di Lecco sia il Mandic di Merate hanno trasformato quasi tutti i reparti operativi, le unità complesse, in area Covid 19, mantenendo le divisioni di ostetricia e le sale chirurgiche per le situazioni gravi e indifferibili.

I presidi Mandic di Merate e Manzoni di Lecco
Per il resto gran parte del personale, tra chirurghi, ortopedici, neurologi, cardiologi sono entrati nei reparti Covid, mentre la Direzione strategica, guidata da Paolo Favini e Vito Corrao continuano la "caccia" a medici e infermieri per rinforzare le fila degli operatori in prima linea e sostituire quelli che sono andati in malattia.
E da fare c'è ancora tantissimo. Si stima che i ricoverati per coronavirus all'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco siano almeno 300; quelli al San Leopoldo Mandic, 180 e all'Umberto I° di Bellano per la fase meno acuta cosiddetta di sorveglianza attiva, almeno 25.
Numeri che ancora fanno paura e danno l'esatta dimensione del lavoro cui debbono far fronte dai vertici aziendali a tutto il personale sanitario. Numeri che per quanto riguarda Lecco sono in linea con quelli diffusi dalla stessa ASST il 25 marzo scorso quando i ricoverati covid erano 293 e che invece per Merate attestano una - necessaria - riduzione della pressione visto che all'ultimo aggiornamento i degenti erano 215.
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