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Scritto Domenica 17 maggio 2020 alle 08:47

Bulciago: Edoardo Marzi vive separato da moglie e figlio rimasti a Taiwan causa Covid

Avrebbe dovuto essere un viaggio di un mese, per sbrigare alcune formalità burocratiche ed esercitare il diritto di voto nel paese d'origine. Invece quella trasferta si è trasformata in una lunga lontananza dal marito, rimasto solo nella loro casa in Brianza.
Per Edoardo Marzi, residente a Bulciago, il periodo di lockdown è stato piuttosto particolare, lontano dagli affetti cari: dalla giovane moglie Hsiao Pei Ku, con la quale ha festeggiato il terzo anniversario di matrimonio lo scorso 25 marzo e dal piccolo Leonida, nato dalla loro unione poco meno di due anni e mezzo fa. Sono ormai cinque mesi che la famiglia non si riunisce più attorno allo stesso tavolo. Sebbene le video chiamate oggigiorno riescano ad accorciare le distanze, il calore di un abbraccio non può ancora essere sostituito. Così come non ha lo stesso significato vedere crescere la propria creatura a 500 chilometri di distanza.
Quella di Edoardo e Hsiao Pei è una storia di lontananza obbligata, forzata dalla pandemia ma, quello che più conta in ambedue i due punti del pianeta, è sapere che dall'altra parte tutto volge per il verso giusto.
Hsiao Pei è una musicista originaria di Changhua (capitale dell'omonima contea a Taiwan) che ha avuto l'esigenza di rientrare al suo paese per prendere la licenza di guida che le serve per recarsi a Milano dove lavora e ottenere alcuni documenti per la richiesta di cittadinanza che erano scaduti a causa di un vizio di forma. C'è anche un altro motivo, molto importante, che l'ha spinta al viaggio: le elezioni politiche, fondamentali per l'indipendenza di Taiwan dalla Cina. L'esito delle urne dello scorso 11 gennaio ha infatti portato a una netta vittoria degli indipendentisti.
Il 9 gennaio Edoardo ha accompagnato moglie e figlio all'aeroporto di Malpensa. Secondo i piani della famiglia, il bulciaghese li avrebbe presto raggiunti: da quel momento invece non più avuto l'occasione di riabbracciarli. Il 19 gennaio hanno iniziato a diffondersi le prime notizie sul virus in Cina e, alla fine del mese, sono stati bloccati i voli da e per Taiwan. Avrebbero potuto esserci soluzioni di triangolazione per Edorardo, se non fosse che il 21 febbraio è scoppiato il "caso Codogno" che ha fatto scoprire il focolaio italiano del virus. A partire da quel momento, Taiwan ha chiuso i confini verso l'Europa che, piano piano, è entrata nella fase di lockdown. Da marzo, quindi, non è stato più possibile trovare una soluzione per raggiungere l'isola asiatica.
A partire dall'altro giorno, inizia a filtrare un pò di luce in tutto questo periodo buio: sembrerebbe che Taiwan stia pensando di allentare le politiche di ingresso. Se Edoardo dovesse raggiungere Hsiao Pei e Leonida, dovrebbe sottoporsi a 14 giorni di isolamento oppure scegliere di rimanere tre giorni in isolamento durante i quali verrà sottoposto ad altrettanti tamponi che dovranno confermare la negatività a Sars-CoV2.
"È una situazione che ha elementi contrastanti. Da un lato c'è l'aspetto umano: io vorrei stare con loro e, per quanto arrivino segnali incoraggianti, non c'è via di uscita perché la situazione muta spesso; d'altro lato penso che io mi trovo in uno dei paesi europei messi peggio mentre loro si trovano in un paese che non registra alcun caso da nove giorni, compresi quelli importati" ha detto Edoardo. "Il lockdown è cominciato a Taiwan intorno al 20 di gennaio ma, già a metà febbraio, loro andavano nei ristoranti, che avevano una capacità ridotta. Hanno subito fatto un lockdown piuttosto forte, con tanti tamponi, controlli a tappeto e misure draconiane nei confronti di chi aveva sintomi ma non li dichiarava (le multe arrivavano fino a 10.000 euro). Taiwan è uno di quei paesi che meglio ha combattuto la pandemia. Quando ci sono stati alcuni casi di ritorno vero fine marzo, dall'aeroporto li hanno portati direttamente in hotel per la quarantena: queste persone non sono salite su mezzi pubblici".
C'è da dire che Taiwan non si è fatta trovare impreparata davanti all'epidemia: "Erano stati colpiti duramente dalla Sars nel 2003 e questo gli ha permesso di reagire questa volta con rapidità ed efficacia. Erano già abituati da molto tempo a indossare le mascherine chirurgiche quando avevano l'influenza e questa volta hanno messo un calmiere sul numero di mascherine che potevano essere acquistate per ciascuna famiglia. Inoltre, è loro usanza togliersi le scarpe prima di entrare in casa. È fatto divieto di consumare cibi e bevande su mezzi pubblici, così come di parlare. Le registrazioni delle persone infette o che hanno avuto contatti con positivi, sono tracciabili a livello centralizzato. Tramite questo tracciamento, ricostruiscono i movimenti e fanno quarantene mirate" ha proseguito Marzi.
A Taiwan infatti la vita è già ripresa da tempo: mentre noi eravamo in pieno lockdown e il silenzio assordante accompagnava le nostre giornate, Hsiao Pei e Leonida erano al mare, al parco giochi, alla scuola calcio dove Leonida è stato ammesso prima ancora di compiere tre anni. Nel frattempo, è nata anche una cuginetta, Lavinia che il piccolo Marzi ha già tenuto per qualche minuto tra le braccia e l'intera famiglia si è ritrovata per la festa della mamma. Insomma, la vita è ripresa. "A parte la mia assenza, loro stanno bene. Fortunatamente, lavorando da casa, riesco a sentirli un paio di volte al giorno. Desidero però andare là per rivedere mia nipote, congratularmi con i suoi genitori e ringraziare i miei suoceri che hanno dato supporto a Hsiao Pei" ha detto Edoardo senza nascondere gli stati d'animo che lo hanno accompagnato in questo lungo periodo. "All'inizio, appena ho saputo che c'erano casi là e io non potevo raggiungerli, ero preoccupato e avevo quasi le lacrime. Poi, con il caso di Codogno, ho capito che anche io ero a rischio. Adesso, dopo essere uscito di casa qualche volta di più, il pessimismo che avevo nei confronti dell'efficacia della fase due, è andato scemando verso una moderata speranza. Vedendo le persone che rispettano le distanze, portano le mascherine e non si scambiano strette di mani, non credo più che questo periodo possa sfociare in una nuova fase uno" ha concludo Marzi, ironizzando sulla sua situazione. "Mi consolo pensando che tanti matrimoni hanno problemi. Se ad ostacolare il mio è una crisi sanitaria mondiale, non posso farci nulla".
L'attenzione di Edoardo ora è tutta verso il minino segnale di apertura che possa permettergli di raggiungere i suoi cari a Taiwan.
Michela Mauri
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