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Scritto Lunedì 22 giugno 2020 alle 09:55

Lettera dei medici di famiglia al nuovo DG al welfare sulla riforma sanitaria. Tra i firmatari il dr.Somaschi

Il dottor Mauro Somaschi
Lasciare l'impostazione del ''quasi mercato e dell'orientamento prestazionale per quanto riguarda la gestione territoriale'' e prevedere ''adeguati investimenti per spostare il baricentro dall'ospedale al territorio''. Sono queste le richieste avanzate da alcuni medici di medicina generale (MMG) di Regione Lombardia al direttore generale (DG) del welfare lombardo, Marco Trivelli, subentrato a Luigi Cajazzo, a sua volta promosso vicesegretario della Regione con delega all'integrazione sociosanitaria. Tra i sottoscrittori della lettera inviata c'è anche il dottor Mauro Somaschi, che opera a Bosisio Parini, Cesana Brianza e Suello. E la sua non è l'unica firma dei medici di Ats Brianza all'interno del documento: ci sono anche le colleghe che operano a Monza, le dottoresse Marina Bosisio e Bianca Fossati.
Nella lettera aperta indirizzata al manager, i medici auspicano un ritorno alla centralità del loro ruolo, come collegamento tra il territorio e il presidio sanitario. Una posizione che, in antitesi con quelle che sono state definite "le esperienze non proprio lusinghiere del CReG (Chronic Related Group, progetto per la gestione clinica dei pazienti con patologie croniche presso gli studi dei Medici di Medicina Generale e a domicilio, ndr) e della presa in carico (PiC) della cronicità", sembra essere stata assunta dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, quando, in una dichiarazione, ha affermato che a settembre partirà un piano dedicato agli MMG in quanto, "sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità".
I medici di famiglia si appellano con questa lettera al nuovo direttore per chiedere una revisione della legge 23/2015, la riforma del sistema socio sanitario attuata dall'ex presidente di Regione Roberto Maroni, al fine di ricostruire la rete territoriale, che in questi anni ha mutato il suo ruolo. "La sanità territoriale è stata trascurata nelle scelte di questi anni, a differenza di quanto fatto in altre regioni confinanti, rette dalla stessa maggioranza politica. La scadenza del quinquennio di sperimentazione della legge 23 è l'occasione per rimediare al disinteresse verso le cure primarie che ha contraddistinto le politiche regionali nell'ultimo lustro. A nostro avviso alcuni cambiamenti progressivi potrebbero essere attuati in tempi e modi ragionevoli".
In sintesi, i medici chiedono che la gestione del territorio passi al dipartimento delle cure primarie dell'ATS e che venga attuata una parte della riforma Balduzzi "di fatto rimasta sulla carta" al fine di ricostruire la comunità di pratica dei professionisti del territorio. Altre richieste riguardano l'incentivazione della telemedicina e dei tele consulti specialistici per liberare le risorse a vantaggio della gestione clinica e l'affidamento della cronicità alle cooperative della medicina generale coordinate dai presidi socio sanitari territoriali. "Le aziende ospedaliere conserverebbero la gestione dei presidi ospedalieri territoriali e delle degenze di comunità".

Per visualizzare il testo integrale della lettera clicca QUI
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