Un'esperienza faticosa dal punto di vista fisico, ma allo stesso tempo davvero intensa. Perchè regala la possibilità di pensare tanto, guardarsi dentro e trovare la giusta motivazione per andare oltre la stanchezza, raggiungendo - giorno dopo giorno - l'obiettivo.

Da sinistra Giorgio Casiraghi, Mauro Viganò, Ferdinando Carrino, Umberto Casiraghi
A percorrere il Cammino di Santiago sono stati Mauro Viganò, Giorgio Casiraghi, Umberto Casiraghi e Ferdinando Carrino: storie di vita diverse le loro, accomunate dalla stessa voglia di mettersi alla prova, intraprendendo insieme questo viaggio speciale.
Per dieci giorni - dal 27 maggio al 5 giugno - i quattro amici hanno percorso parte del cammino portoghese, per un totale di circa 280 chilometri, da Porto fino a Santiago de Compostela. La sveglia all'alba non li ha scoraggiati: più forte era il desiderio di arrivare al termine di quest'avventura, ricca di luoghi e volti che resteranno di sicuro impressi a lungo nella loro memoria.


''Percorrere il Cammino di Santiago è sicuramente qualcosa che noi tutti ci sentiamo di consigliare, indipendente dalla motivazione, se spirituale, religiosa o fisica: perchè vanno condivise stanchezza e fatica, vanno conosciute le persone'' ci hanno raccontato i quattro, che risiedono fra Monticello, Bulciago e Casatenovo. ''Certo, nel 2022 è molto più semplice rispetto a quanto veniva richiesto ai pellegrini di tanti anni fa. Avevamo l'attrezzatura, l'acqua e la mantella, quindi non si può certo definire quella che abbiamo compiuto un'impresa. Semplicemente qualcosa che mette a dura prova il fisico e lo spirito''.
Più di una volta i quattro si sono chiesti ''chi ce la fatto fare?''. D'altra parte stanchezza e dolori si facevano spesso sentire. Eppure questa esperienza li ha fortificati, ponendoli quotidianamente a contatto con posti incantevoli e persone da tutto il mondo: chi animato da una fede fortissima e chi messosi in cammino perchè alla ricerca di se stesso.
''Non lo fai per cambiare la tua vita...quando torni a casa resti la stessa persona che è partita, ma certamente mentre cammini pensi tanto e hai la possibilità di riflettere su famiglia, affetti, sulla tua storia personale'' hanno proseguito i quattro, ribadendo quanto la condivisione e la coesione sia un aspetto fondamentale per superare le difficoltà.
Non sono mancati i momenti di sconforto, superati ogni qualvolta si raggiungeva l'obiettivo del momento, banale ma indispensabile: trovare un bar, un alloggio, l'acqua.
Infine l'arrivo a Santiago de Compostela, tappa finale di questo incredibile viaggio, unico nel suo genere. ''Questo forse è stato il momento più deludente perchè ormai tutto si era compiuto. A dare la svolta è stata però la celebrazione eucaristica in cattedrale e il famoso botafumeiro, alla quale abbiamo assitito dalla prima fila'' hanno concluso i casatesi, ribadendo a più riprese un concetto fondamentale.
''Un giorno qualcuno disse: non è importante la metà ma il viaggio. In effetti questa esperienza forte, sia dal punto di vista fisico che emotivo, è la rappresentazione della nostra vita. Partiti in modo ingenuo e incauto abbiamo percorso, passo dopo passo, un cammino insieme. Abbiamo gioito, sofferto e condiviso crescendo insieme fino ad arrivare alla metà. Un esperienza di vita che può e deve essere fatto da ognuno, non necessariamente facendo centinaia di chilometri in paesi stranieri. Un viaggio fisico e interiore di crescita personale''.
© www.merateonline.it - Il primo network di informazione online della provincia di Lecco