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Scritto Venerdì 06 agosto 2010 alle 18:47

La Lombardia, ‘l’acqua resterà pubblica’. Il Comitato, ‘falso, in gara società miste’

Non è stato discusso nella giunta regionale di ieri il progetto di legge che disciplinerà il servizio idrico in Lombardia. Ma l'assessore all'ambiente, energia e reti Marcello Raimondi ha confermato che è in cantiere.

Una proposta di legge che ridisegnerà il settore ma "senza mettere in discussione il fatto che l'acqua è bene pubblico per tutta l'umanità" ha voluto precisare Raimondi. "L'acqua non potrà, in alcun caso, divenire proprietà di un soggetto privato, così come le infrastrutture idriche sono e continueranno ad essere di proprietà pubblica, ovvero degli enti che le hanno realizzate".

 

Secondo la Regione l'intervento legislativo sarebbe stato reso necessario dalle nuove disposizioni statali in tema di servizio idrico (soppressione degli AATO entro la fine dell'anno) e dalle sentenze della Corte Costituzionale che hanno dichiarato incostituzionale il modello lombardo.

 

Ecco gli elementi salienti della nuova normativa:

 

1) Dalle AATO alle Province - Le funzioni finora esercitate dalle AATO verranno attribuite alle Province: programmazione e gestione locale, gestione delle risorse, controllo amministrativo e tecnico, redazione del Piano d'Ambito (piano economico della gestione, definizione di costi standard, piani di ammortamento, tariffe).

 

2) Nuovi affidamenti - Le Province assumono il compito di affidare il servizio secondo una delle due modalità consentite dalle norme nazionali di recepimento delle Direttive europee:
- il servizio viene affidato a società individuate mediante procedure competitive ad evidenza pubblica;
- il servizio viene affidato a società a partecipazione mista pubblico-privata, con selezione del socio privato mediante procedure competitive ad evidenza pubblica e partecipazione non inferiore 40%;

 

3) Il ruolo dei Comuni - "I Comuni sono, di norma, e restano i proprietari degli impianti e delle reti idriche... dei tubi...", ha rimarcato Raimondi. Il ruolo dei Comuni, che è stato ridimensionato dalle norme nazionali, viene, nel progetto di legge lombardo, ad essere ricostituito in termini di assoluto rilievo, confermandone l'assetto proprietario ed il ruolo di soggetto finanziatore (con i proventi della rendita finanziaria dei capitali investiti). Ciò mette i Comuni nelle condizioni di interagire efficacemente con la Provincia e con il gestore (che dipende in larga misura da loro) nel rappresentare le esigenze del territorio (Piani d'Ambito), nel guidare le scelte (affidamento, organizzazione) e nel verificare i risultati degli investimenti e della conduzione".
Il pdl prevede anche la possibilità di società patrimoniali, pubbliche, già previste dalla LR 26/03 ed esistenti in molte situazioni. Le "patrimoniali" sono uno strumento cui conferire la proprietà delle reti, per reperire finanziamenti a tassi agevolati (in particolare grazie al Fondo regionale Public Utilities di Finlombarda) da mettere a disposizione del gestore per gli investimenti e contribuire così a contenere le tariffe;

Le rassicurazioni dell'assessore Raimondi non hanno tuttavia convinto i Comitati lombardi per l'acqua pubblica, reduci da un presidio messo in atto mercoledì pomeriggio di fronte al Pirellone.

 

"I comunicati ufficiali della Regione contengono le solite mistificazioni" ha dichiarato il portavoce del Coordinamento Regionale dei Comitati per l'Acqua Pubblica Roberto Fumagalli. "La verità è che la nuova legge prevede che la gestione venga affidata tramite gara europea o a società miste pubblico-private in cui il privato detiene almeno il 40%. Questo a casa nostra si chiama privatizzazione della gestione obbligatoria per legge".

I comitati hanno quindi messo in guardia contro i rischi che comporterebbe il passaggio delle competenze in materia idrica dai comuni alle province. "Già tre anni fa la Regione mise in atto un tentativo di privatizzare. Una mossa che non era andata a buon fine grazie all'azione dei comuni: 144 consigli comunali avevano preso l'iniziativa del referendum abrogativo e proprio grazie a quest'azione nel 2009 quella norma era stata abrogata. Sorge il dubbio che vi sia il tentativo di togliere di mezzo i comuni, sostituendoli con le province, in questo modo la privatizzazione non incontrerebbe più ostacoli".


"Esiste una trasversalità di cittadini, senza colore politico, che è contraria alla privatizzazione dell'acqua e si batte per la difesa dell'acqua pubblica, soprattutto di quella lombarda che funziona benissimo con tariffe che sono tra le più basse d'Europa" ha aggiunto Fumagalli.

Il coordinamento ha quindi annunciato che proseguirà nella sua azione di protesta. Innanzitutto attraverso il proseguimento delle azioni di "mailbombing" agli assessori regionali che nei giorni scorsi hanno superato le 3mila email, e, in secondo luogo, chiedendo alla Regione di ricevere una delegazione. "Come Coordinamento chiederemo alla Giunta un'audizione in cui ribadiremo la nostra richiesta di sospendere qualsiasi nuovo provvedimento prima che la Corte Costituzionale si pronunci sui ricorsi delle 5 Regioni e sul Referendum nazionale contro il Decreto Ronchi" ha spiegato Roberto Fumagalli. "Il nostro obiettivo è che l'acqua venga gestita solo da aziende pubbliche, ovvero nessuna gara e nessuna privatizzazione".

 

M.M.
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