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Scritto Martedì 19 ottobre 2010 alle 22:20

Valmadrera: aperto il processo per la morte della piccola Beatrice schiacciata dal cancello. Sette gli imputati di omicidio colposo

La piccola Beatrice
Si è aperto oggi il processo per l'omicidio colposo che ha portato alla morte di Beatrice locatelli, la bimba di appena 4 anni che il 12 maggio 2007 è morta per lo schiacciamento provocato da un cancello a Valmadrera in via Magistris nella stessa strada dove la piccola aveva abitato per qualche tempo. Oggi al palazzo di giustizia di Lecco si è trattato unicamente questa tragica vicenda a causa del numero di testimoni chiamati dalle varie parti processuali a deporre davanti al giudice Paolo Salvatore. In tutto sono stati 15 fra cui il padre e la madre di Beatrice che hanno raccontato cosa è successo quel tragico giorno. La piccola Beatrice assieme alla sorellina maggiore Giulia aveva chiesto il permesso ai propri genitori Celestino Locatelli e Paola Riva, di poter andar fuori dalla via a giocare con due amichetti che le avevano raggiunte con la bicicletta. Il padre aveva recuperato dal garage le due biciclette delle bimbe. Poco dopo, salutati i compagni di gioco le due sorelline erano tornate ma mentre la maggiore Giulia era entrata subito a casa, Beatrice era rimasta per strada. "Era fuori che lanciava i sassolini contro una ringhiera" ha spiegato oggi la madre. Richiamata più volte dai genitori Beatrice aveva risposto "arrivo", ma quella è stata l'ultima parola che i genitori, distrutti dal dolore, hanno udito. Pochi secondi dopo lo schianto, un pesante cancello aveva schiacciato la bimba. Era stato proprio il padre, udito il forte rumore a correre in strada e a vedere quella drammatica scena: la propria figlia schiacciata contro l'asfalto dalla pesante cancellata. "Se non mi avesse chiamato mia moglie io sarei rimasto immobile" ha dichiarato il padre oggi al Giudice per far capire lo stato di choc in cui si è ritrovato alla vista della bimba. Nella disperazione più totale era stato avvertito il 118 che prontamente era intervenuto sul posto. Il padre, aiutato da un volontario del 118 che abita nei pressi aveva sollevato la cancellata ed estratto il corpicino sul quale il volontario aveva inutilmente praticato il massaggio cardiaco. "Era l'unica cosa che potevo fare" ha spiegato al Giudice Paolo Salvatore. All'arrivo del 118 Beatrice era stata trasportata al Manzoni di Lecco dove ad attenderla c'era un'équipe medica pronta ad eseguire un intervento chirurgico al torace. Troppo tardi. La bimba era deceduta e tutti i tentativi di rianimarla si erano rivelati vani. In un clima di grande commozione oggi in aula hanno testimoniato il dottor Paolo Milani del Pronto Soccorso e l'anatomopatologo Paolo Tricomi.

Il luogo della tragedia

Soprattutto quest'ultimo ha ricostruito in maniera assai precisa tutte le lesioni e fratture riportate dalla povera bambina. Sostanzialmente si è trattato di un trauma cranico frontale oltre ad altri traumi riportati a livello toracico. Per questa vicenda sono indagati Emilio Brioschi oltre a suo fratello Franco e sua madre Teresa Rusconi titolari della casa in costruzione in quella via, difesi dagli avvocati Stefano Pelizzari e Riccardo Spreafico, i fabbri fratelli Monti Giuseppe e maurizio titolari di un'impresa artigiana difesi dalle avvocate Marilena e Patrizia Guglielmana, il geometra Davide Dell'Oro e il geometra Bugatti difesi da Vito Zotti. Tutti e sette sono accusati di omicidio colposo, ex art. 589 del codice penale. Le parti civili sono sostenute dagli avvocati Traini e Velillo del foro di Milano. Il Giudice Paolo Salvatore ha rinviato il processo all'udienza del 9 novembre per la conclusione dell'istruttoria dibattimentale con la probabile discussione finale.
Simone Bonfanti
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