Bilancio negativo quello fatto segnare nel 2010 dai livelli di inquinamento dell’ozono nella provincia lecchese.
Dati alla mano, l’anno da poco concluso si è rivelato essere il peggiore dell’ultimo quinquennio, con i livelli di concentrazione di questa sostanza che per ben 82 volte hanno superato i valori massimi consentiti nelle stazioni di Lecco, Nibionno e Valmadrera.
Tabella riassuntiva dei superamenti della concentrazione di ozono negli ultimi 5 anniQuesto gas, comunemente conosciuto per la sua caratteristica inodore, incolore e per la sua naturale presenza in natura, in alte concentrazioni può causare problemi di salute alla popolazione, soprattutto ad anziani e bambini, causando difficoltà e aumento della suscettibilità alle infezioni respiratorie, oltre ad un invecchiamento precoce dei polmoni.
Un inquinante spesso dimenticato o poco considerato rispetto alle più note polveri sottili (PM10) e ad altri inquinanti più noti, ma ugualmente causa di svariate patologie a danno della popolazione.
Per stendere un bilancio sull’andamento annuale dei livelli di ozono abbiamo preso in considerazione tre delle cinque centraline Arpa presenti sul territorio provinciale, nella fattispecie Nibionno, Valmadrera e Lecco via Sora.
Degli 82 sforamenti registrati nell’anno, 76 si sono attestati nella cosiddetta “fascia di informazione” compresa tra i 180 e i 240 µg/mc, ossia la soglia oltre la quale si può presentare un potenziale rischio per la salute umana. In 6 casi (registrati tra l’1 e il 9 luglio in tutte le tre stazioni) è stato invece rilevato il superamento della soglia di allarme, fissata a 240 µg/mc. In altri 5 casi, sempre nel mese di luglio, le centraline si sono fermate a quota 239 fissata a 239 µg/mc, rasentando quindi il livello di allarme.
Livelli in netta controtendenza rispetto a quanto registrato negli ultimi anni, dove gli sforamenti non hanno mai superato i 70 giorni in un anno.
Per ritrovare un’annata peggiore bisogna tornare al 2006, quando la soglia di informazione venne superata per 79 volte e il livello di allarme fu sorpassato in addirittura 19 giornate.
A guidare la “classifica” dei superamenti della fascia di informazione è stata la centralina di Lecco con 29 giornate tra i 180 e i 240 µg, seguita da Valmadreta (27) e Nibionno (20).
La soglia di allarme è stata infranta per ben 4 volte a Valmadrera nei primi giorni di luglio, con valori di 252, 270 e 254 µg l’1, il 2, il 3 e il 9 del mese. In particolare la giornata del 9 luglio si è dimostrata la peggiore dell’anno anche per le altre stazioni di rilevamento, con valori dei 250 µg registrati a Nibionno e Lecco.
Sempre nel mese di luglio, altre 5 giornate hanno visto le concentrazioni di ozono attestarsi a 239 µg, a ridosso quindi del livello di guardia.
Di seguito le tabelle che mostrano in dettaglio gli sforamenti, localizzati in corrispondenza dei mesi estivi, in corrispondenza delle singole stazioni di rilevamento (in verde i superamenti della soglia di informazione, in rosso di quella di allarme).