Che la situazione non fosse ulteriormente sopportabile lo avevano annunciato a più riprese durante i mesi scorsi.
Oggi, a fronte dei continui tagli alle finanze locali e a seguito dell’approvazione della manovra di “lacrime e sangue”, i sindaci del circondario oggionese si stanno organizzando per dar vita a una significativa iniziativa di protesta nei confronti del Governo.
Costretti a dover fare i conti con trasferimenti erariali sempre più ridotti all’osso e con bilanci insufficienti a erogare i servizi fondamentali per i propri cittadini, a fronte dell’aumento delle incombenze delegate dallo Stato centrale ai Comuni e al relativo blocco delle assunzioni – tradotto in un maggior carico di lavoro da redistribuire sul personale dipendente – i sindaci hanno deciso di far propria l’iniziativa promossa dall’Anci nazionale con un gesto senza precedenti.
Il prossimo giovedì 15 settembre con modalità ancora da stabilire per minimizzare l’impatto sulle esigenze della cittadinanza, i Comuni oggionesi daranno vita a uno sciopero simbolico di uno degli uffici più utilizzati dalla popolazione, vale a dire anagrafe e stato civile.
In queste ore un documento di adesione sta raggiungendo i singoli sindaci, prima di essere inoltrato al Prefetto di Lecco e al Ministero dell’Interno. Righe molto semplici ma altrettanto eloquenti: i Comuni non sono più in grado di erogare servizi ai cittadini, ragion per cui viene attivata questa forte forma di protesta.

Matteo Canali
“Stiamo trasmettendo la bozza della proposta a tutti i sindaci – ha spiegato il presidente della conferenza Matteo Canali –
bisognerà accordarsi sulle modalità dello sciopero, che a Sirone sarà simbolico e non prevedrà la chiusura degli sportelli. Il valore dell’iniziativa è simbolico, soprattutto nella trasmissione del documento condiviso alla Prefettura e all’eventuale gesto di consegna della fascia tricolore. A gettare sconcerto su questa manovra sono i contenuti più pratici. È stato fatto passare come necessità il taglio dei consiglieri comunali, come se questi rappresentassero una casta privilegiata di amministratori. È tutto il contrario: nel caso di Sirone abbassando da 12 a 6 i consiglieri si genererebbero risparmi annui di 500 euro, uccidendo però la rappresentatività democratica di questa comunità. I consiglieri sono anche una risorsa, spesso svolgono lavori a titolo gratuito per il paese che, altrimenti, dovrebbero essere appaltati all’esterno con costi a carico delle casse comunali. In caso di elezioni, poi, molte liste sarebbero scarsamente o per nulla rappresentate. Non si può pensare di risparmiare uccidendo la democrazia”.Critiche sulla manovra e i tagli statali sono arrivate da molti sindaci del circondario.

Angelo Cafagna
“A questa decisione siamo arrivati perché non siamo riusciti a far cambiare una manovra economica necessaria ma sbagliata nelle parti che riguardano le istituzioni territoriali – ha spiegato Angelo Cafagna, sindaco di Garbagnate Monastero -
non vogliamo peggiorare la qualità della vita dei cittadini ma cercare di migliorare i servizi e le prestazioni in tutti i settori. Oggi non è più possibile perché si preferisce togliere ai Comuni invece di andare a vedere dove le risorse si sprecano realmente: ogni anno i Comuni hanno portato soldi alle casse dello Stato per un totale di oltre 3 miliardi di euro, lo Stato continua a sprecare e noi siamo costretti ad aumentare le tasse o a chiudere i servizi”.
Eugenio Galli
“L’intenzione è quella di aderire ma prima occorre valutare le modalità di messa in atto di questo sciopero – ha fatto eco Eugenio Galli, sindaco di Cesana –
dal Governo stanno esagerando, ma fino a che punto i sindaci avranno facoltà di organizzare scioperi? La voglia sarebbe quella di chiudere tutto per protesta, ma non sarebbe né corretto nei confronti dei cittadini né accettabile sotto il profilo legale”.
Roberto Ferrari
Lo sciopero non sarà invece simbolico a Oggiono, dove il sindaco Roberto Ferrari ha disposto la sospensione dell’apertura al pubblico dell’ufficio anagrafe per il giorno di protesta:
“Anci Lombardia aveva considerato l’ipotesi di adottare azioni forti a contrasto di questa politica, tesa a mettere le mani in tasca agli enti locali e non ai Ministeri. Il significato di questa protesta deve essere colto anche in questo senso: con le ultime manovre gli enti periferici sono stati toccati in maniera massiccia dai tagli, mentre quelli centrali ne sono usciti indenni. Oltretutto ai Comuni viene chiesto sempre più spesso di occuparsi di funzioni delegate dallo Stato: ben venga, ma in questo caso che ci vengano corrisposte le ore di lavoro dei nostri impiegati”.

Carlo Colombo
Di parere analogo Carlo Colombo di Annone:
“anche il nostro sportello Anagrafe e Stato civile chiuderà al pubblico nella giornata del 15. Attraverso cartelli informativi spiegheremo ai cittadini le ragioni della protesta, con l’augurio che le comprendano”. 
Antonio Martone e Giuseppe Borgonovo
Adesione anche del comune di Rogeno da parte del sindaco Antonio Martone:
"come Comune non possiamo che associarci. Si sta calcando un po' troppo la mano sugli enti locali, già in difficoltà. Si sta mettendo a rischio la possibilità stessa per i comuni di portare avanti l'ordinarietà e questo non può non destare parecchia preoccupazione. Non mi sembra siano stati operati grossi tagli centrali in confronto ai tagli ai soliti noti"."Abbiamo sottoscritto la comunicazione al Prefetto nell'intenzione di fare fronte comune – ha invece spiegato Giuseppe Borgonovo di Bosisio Parini -
un'adesione che ci sembra doverosa, gli enti locali stanno vivendo una situazione di profondo malessere che è innegabile e questa manovra sta mettendo a dura prova i comuni stessi. I politici sono divisi in due categorie: la casta e i castigati, siamo al limite, la situazione non è più sostenibile".
Marco Manzoni
Di
“adesione in toto e movimento congiunto con la Conferenza dei Sindaci” ha parlato Marco Manzoni, primo cittadino di Colle Brianza:
“I tagli ai comuni sono sempre maggiori, più di così non possiamo tagliare, siamo già al fondo"Non mancano però le perplessità mosse da alcuni sindaci in merito alla scelta di uno sciopero che, per sua natura, interessa un servizio pubblico come l’anagrafe.

Carlo Valsecchi
“Non sciopereremo in questo modo, le proteste contro i tagli servono ma non si deve arrivare a questo – ci ha spiegato Carlo Valsecchi, sindaco di Suello –
in un periodo dove tutti vogliono tagliare ognuno deve fare la propria parte. Non condivido talune scelte del Governo, i Comuni sono tirati come non mai e le persone sono solite arrivare agli sportelli comunali per chiedere i servizi. Di questi tempi bisogna fare di necessità virtù e gestire in modo oculato le risorse. Non condivido questi tagli ma nemmeno la chiusura di una parte del Comune. Sulla possibilità di rendere la fascia tricolore al Prefetto, poi, sono convinto che gesti come questo vadano fatte per atti di estrema gravità o palesemente incostituzionali. Non certo per i tagli, a prescindere dalla loro entità”.
Mauro Proserpio
Favorevole alla protesta ma solo in chiave simbolica Mauro Proserpio, sindaco di Molteno:
“firmerò il documento ma la protesta nel nostro Municipio sarà solamente simbolica. Non vogliamo generare un disservizio per i nostri abitanti, pur restando fortemente convinti che gli enti locali debbano far presente questa loro situazione di difficoltà. Se dovessimo rimanere tutti zitti i Comuni si troverebbero penalizzati pesantemente e in modo indiscriminato. Anche la possibilità di consegnare la fascia al Prefetto mi lascia perplesso, un conto è mettere in atto una protesta un altro dare vita a un simile atto che andrebbe preso in considerazione solo in presenza di fatti molto gravi”.

Elena Zambetti
Posizione analoga da parte di Elena Zambetti, sindaco di Ello:
"ho deciso di firmare il documento per inviare un segnale importante alle istituzioni, ma il Comune di Ello non aderirà allo sciopero degli uffici anagrafe. Vogliamo aderire a questa protesta senza però generare un disservizio per i nostri cittadini. Anche per quanto riguarda la fascia non ho intenzione di restituirla al Prefetto come gesto simbolico, non reputandola la forma di protesta più adatta in questa situazione".
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