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Scritto Martedì 27 settembre 2011 alle 18:44

''Viaggio'' nelle mense scolastiche, tra buoni mensa 'tradizionali' e conti elettronici prepagati

Libri, quaderni, cartelle, cancelleria: ogni anno il mese di settembre torna implacabile nel presentare alle famiglie un conto sempre più “salato” in vista del ritorno sui banchi di scuola degli studenti.
Tra le varie voci in “uscita” da conteggiare nei bilanci familiari, quella relativa ai buoni mensa rappresenta sicuramente una cifra importante, specie per quei nuclei con due o più figli contemporaneamente iscritti alla scuola dell’obbligo.
Un tema, quello delle mense, particolarmente caro a genitori e piccoli alunni: qualità del cibo, varietà dei menu e ricerca di soluzioni culinarie più o meno appetibili sono temi all’ordine del giorno all’uscita di ogni scuola, unitamente all’esborso economico spesso cospicuo ma necessario per molte famiglie.


Ma quanto costano esattamente le mense delle scuole casatesi? Per rispondere a questa domanda abbiamo confrontato i costi stabiliti dalle singole amministrazioni comunali per le scuole primarie e, dove presenti, per le materne.
Dati alla mano, nelle scuole del circondario il costo medio di un pasto si attesta fra i 3.50 e i 4 euro.
Dai 3 euro e 10 centesimi di Missaglia ai 4 euro e 88 centesimi di Barzago e Cremella, nell’ultimo anno gli assessorati all’istruzione del territorio si sono dovuti impegnare per contenere gli aumenti di tariffa proposti dai gestori del servizio, dopo alcuni anni di relativa immobilità.
Dove possibile le amministrazioni hanno coperto con fondi di bilancio gli aumenti dei singoli buoni, lievitati di pochi centesimi ma comunque sufficienti a “farsi sentire” alla fine dell’anno scolastico sui bilanci familiari.

In altri casi, stanti le complesse situazioni finanziarie che vedono costretti i Comuni a dover tirare sempre di più la cinghia, i rincari sono stati posti direttamente a carico delle famiglie, che si troveranno dunque a dover sborsare qualche decina di euro in più all’anno per garantire la frequenza del servizio ai propri figli.
Ma entriamo nel dettaglio di ogni Comune, per comprendere i meccanismi che regolano – a volta in modo innovativo e “tecnologico” – il funzionamento delle mense scolastiche.



A Barzago l’anno scolastico da poco iniziato ha visto il “taglio del nastro” della nuova mensa, una struttura chiesta con insistenza negli ultimi anni dai genitori e sorta nel seminterrato delle scuole primarie. Nel corso dell’ultimo anno, attraverso appositi questionari, una sessantina di famiglie aveva confermato la volontà di iscrivere i propri figli al nuovo servizio dando la possibilità agli insegnanti di “estendere” l’orario scolastico con un pomeriggio aggiuntivo alla settimana.
Ad aggiudicarsi la gestione del nuovo servizio è stata una ditta specializzata dell’hinterland milanese, la Sodexo, che gestirà parallelamente la ristorazione presso la mensa di Cremella. Anche in questo caso si tratta di una “new entry”, ufficializzata questa estate e destinata a servire gli studenti della scuola primaria locale. E proprio a Cremella, il servizio è partito con una forma “inedita” per il circondario. Considerata l'assenza di spazi, agli alunni è stato richiesto di consumare il proprio pasto in classe, con una modalità già sperimentata in diversi istituti fuori provincia.

A Casatenovo il servizio proseguirà seguendo la collaudata formula dei buoni mensa acquistabili da una “carta prepagata”, ricaricabile presso quattro esercizi commerciali del centro e delle frazioni. Tramite il portale web del Comune, i genitori in qualsiasi momento potranno controllare il “saldo” della tessera e i pasti ancora a disposizione dei propri figli, grazie alle credenziali riservate di accesso fornite al momento dell’attivazione del servizio.
Il costo dei singoli buoni, del valore nominale di 4,58 euro, può essere corrisposto dalle famiglie avvalendosi delle riduzioni stabilite su scala ISEE. La differenza economica viene coperta dal Comune che, ogni anno, a fronte di un costo complessivo di 300.000 euro “integra” attingendo alle proprie casse importi nell’ordine dei 30.000 euro.
Meccanismo simile quello adottato quest’anno dall’amministrazione di Monticello, dove i genitori potranno comprare i buoni pasto affidandosi a un sistema informatizzato con punti di “ricarica” dislocati sul territorio. Grazie all’iscrizione al nuovo servizio, ad ogni bambino sarà affidato un codice identificativo destinato a “seguirlo” dalla scuola primaria sino alle medie. Presso negozi convenzionati i familiari potranno “ricaricare” una cifra e visualizzare il credito totale, al netto dei buoni acquistati dai figli, oppure consultarne l’ammontare sul sito del Comune.
La tariffa per il singolo buono varia dai 3,97 euro per i residenti di Monticello e Viganò ai 5,19 dei non residenti.



A Sirtori e Viganò il costo dei singoli buoni viene calcolato, come già sperimentato in passato, sulla base del reddito a disposizione delle singole famiglie. A Sirtori in base agli scaglioni ISEE per gli alunni della materna sono previste quote fisse mensili variabili tra i 58 e i 78 euro, mentre alla primaria il singolo buono oscilla tra i 2,60 e i 4,20 euro.
A Viganò, escludendo la scuola dell’infanzia organizzata in proprio con un servizio mensa esterno, agli alunni delle elementari vengono richieste tariffe differenti a seconda del numero di figli contemporaneamente iscritti: per il primo figlio si va dai 3,22 ai 4,19 euro, mentre per il secondo e i seguenti si passa da 2,58 a 3,56 euro sempre su base ISEE.
Costi fissi per ogni singolo buono a Barzago (4,88 €), Barzanò (3,73 €), Cassago (3,80 € primo figlio, 3,60 € i seguenti) e Missaglia (3,10 €, il meno caro del circondario). Riduzioni Isee previste inoltre a Monticello e Nibionno (3,75 €). In molti casi, per praticità, le amministrazioni consentono l’acquisto di carnet da 10 o 20 buoni evitando così ai genitori l’incombenza di provvedere settimanalmente all’acquisto degli stessi.
R.B.
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