Fervono gli incontri e le riunioni tra sindaci e associazioni in vista della prossima conferenza dei servizi sul Piano Cave della Provincia di Lecco.
Argomento principe del nuovo documento, come ormai noto, è la fascia del Monte Cornizzolo collocata tra il rifugio SEC e il sito di San Pietro al Monte, oggetto di una consistente richiesta di escavazione da parte della multinazionale Holcim titolare dell’ex cementeria di Merone.
A poche settimane dalla prima conferenza di Vas, più che altro una presentazione del primo documento di scoping del Piano, si susseguono a ritmo incessante gli incontri fra istituzioni e associazioni del territorio per scongiurare un ulteriore sfruttamento della montagna, già pesantemente sfigurata nell’ultimo secolo da innumerevoli fronti estrattivi aperti tra Pusiano e Civate.

La nuova settimana si aprirà con un “tour de force” delle amministrazioni e delle associazioni direttamente coinvolte sul territorio. Per la serata di martedì il Coordinamento a difesa del Cornizzolo, che riunisce al suo interno molteplici associazioni e gruppi a sfondo ambientale del territorio, si ritroverà a Suello per una riunione operativa volta a organizzare le prossime “mosse” di sensibilizzazione della cittadinanza. A più riprese nelle ultime settimane il portavoce Giuseppe Stefanoni aveva lanciato la proposta di organizzare una grande manifestazione pubblica, capace di coinvolgere tanto i giovani quanto i cittadini più anziani, sulle conseguenze derivanti dall’apertura di un nuovo fronte di cava sulla montagna. La riunione operativa, riservata agli “addetti ai lavori”, servirà a gettare le prime basi operative delle azioni da intraprendere nei prossimi mesi.

Parallelamente nella serata di mercoledì sarà la volta della confinante amministrazione di Civate, che incontrerà i vertici delle associazioni locali per individuare un “piano d’azione” comune sul medesimo tema.
Nella serata di giovedì si terrà invece una riunione fra tutti i sindaci firmatari del “Protocollo di intesa” a salvaguardia della montagna, siglato lo scorso anno dalle amministrazioni di Civate, Suello, Valmadrera, Annone di Brianza, Eupilio e Canzo.
Settimana intensa dunque per i Comuni e le associazioni collocate “all’ombra” del Cornizzolo, pronte a perseguire qualsiasi via lecita per impedire l’inserimento dell’ormai famosa “risorsa 7.1” nel redigendo Piano Cave provinciale.
Nel frattempo si moltiplicano a macchia d’olio tra Lecco e la Brianza le testimonianze lasciate da associazioni e privati cittadini contro lo sfruttamento della montagna. Lungo le strade, i ponti, i cavalcavia e i balconi di mezza Brianza lecchese proliferano di giorno in giorno gli slogan “no cava” esposti su cartelli e striscioni, un chiaro messaggio “dal basso” volto a garantire per il futuro la conservazione dell’ambiente naturale di quest’angolo di territorio.
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