Nessuna posizione è ancora stata assunta in merito al Piano Cave e alla scheda del Cornizzolo, se non sotto un profilo tecnico.
A comunicarlo è stato il dirigente del settore ambiente della Provincia di Lecco Luciano Tovazzi, a pochi giorni dall’incontro tra l’assessore Signorelli e i sindaci dei Comuni interessati dal Piano.

la vetta del Cornizzolo con il messaggio simbolico contro la nuova cava
Alla presenza dei tecnici del settore Ambiente il sindaco di Suello Carlo Valsecchi aveva manifestato viva preoccupazione circa il futuro della montagna, mancando di fatto ragioni di carattere prettamente tecnico per “impedire” l’escavazione in corrispondenza del nuovo fronte, collocato tra la cima e il sito di San Pietro al Monte.
All’uscita dalla riunione il primo cittadino si era espresso con parole di grande timore:
“mi è sembrato che la Provincia stia trovando un modo per dirci che sulla montagna bisognerà cavare. Come sindaci non abbiamo motivazioni tecniche che possano impedire l’apertura della nuova cava, mentre sul piano politico ne abbiamo in gran quantità. Purtroppo al momento sembrano contare solo le prime, l’impressione è che il Piano Cave sia arrivato molto più in là della sua fase iniziale”.A intervenire sulla questione è stato oggi il dirigente Tovazzi, che ha voluto rassicurare in merito alle perplessità sollevate dal sindaco.
“Al momento nulla è ancora stato definito. Al personale del settore ambiente spetta unicamente una
Luciano Tovazzi, dirigente
del settore Ambiente provinciale
valutazione di tipo tecnico, per quelle politiche vi sono le sedi opportune. Alla presenza dei sindaci abbiamo voluto prospettare solamente lo stato di fatto delle richieste, come illustrato dal documento di scoping. Si è trattato di una presentazione oggettiva dei fatti e, chiaramente, abbiamo loro chiesto ulteriori ragioni tecniche a supporto delle loro posizioni. Va inoltre ricordato che il Piano Cave non lo approvano i tecnici ma l’intero consiglio provinciale, sede privilegiata per discutere le questioni politiche”.Lo stesso dott. Tovazzi ha voluto poi far luce sulla questione legata al fabbisogno dei materiali estratti, e al loro utilizzo al di fuori dei confini provinciali.
“Se per sabbie e ghiaie esistono criteri regionali precisi che ne individuano il fabbisogno sul territorio, garantendone un quantitativo per ogni abitante, altrettanto non si può dire per gli altri fabbisogni che devono essere quantificati sulla base degli impianti esistenti e sulla loro produttività. Un concetto “slegato” da quello geografico, che consente quindi al materiale estratto in Provincia di Lecco di essere trasportato e lavorato nelle altre province lombarde”.La partita, quindi, risulta ancora aperta e sul territorio fervono i preparativi di gruppi e associazioni per organizzare le prime manifestazioni pubbliche a difesa della montagna.
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