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Scritto Martedì 19 giugno 2012 alle 19:35

A Civate l'ultimo saluto alla 28enne Roberta. Le indagini in corso sulle cause della morte

Una folla ancora incredula e straziata dal dolore ha gremito questa mattina la chiesa parrocchiale di Civate per l'ultimo addio a Roberta Tantardini, la 28enne scomparsa mercoledì scorso nella sua abitazione di Bulciago a causa di un malore.
In un silenzio irreale e carico di sgomento il feretro ha fatto la sua comparsa sul sagrato di Civate, paese in cui Roberta è cresciuta e ha vissuto per anni, questa mattina alle 10.30. Ad accoglierlo una moltitudine di persone: i famigliari, i parenti, i numerosissimi amici, i colleghi di Cassago, il fidanzato con cui da poco la giovane era andata a convivere e tutti coloro che in questi anni l'hanno conosciuta e che ancora non riescono a darsi pace.



Quello a Roberta è stato un addio silenzioso, fatto di occhi fissati su quella bara, di sguardi incapaci di darsi risposte e di tante, tantissime persone, riunitesi per dirle l'ultimo faticosissimo addio. Una celebrazione silenziosa, senza parole, se non quelle del parroco civatese don Gianni De Micheli che ha cercato di dare un conforto nella fede a una comunità affranta: "Il percorso di Dio non si comprende con la logica, a prescindere da quanto travaglio possa esserci nella nostra esistenza la cosa più importante è ricordare la voce dello Spirito che abita in ognuno di noi".
Accanto a lui a celebrare le esequie funebri anche i parroci di Bulciago, don Luigi, e di Alzate don Angelo.
I famigliari e gli amici hanno invece tributato a Roberta un saluto silenzioso, senza parole, per una tragedia per loro purtroppo difficile da comprendere.


Ancora tanti infatti i punti da chiarire sulla tragedia e che forse potranno trovare qualche risposta nell'esito dell'autopsia, eseguita presso il nosocomio Fatebenefratelli di Erba, dove Roberta era giunta mercoledì sera ormai priva di vita.
Roberta lamentava acuti dolori a una gamba e aveva deciso di recarsi all'ospedale Mandic di Merate per un controllo da dove era stata dimessa con una diagnosi di stiramento. La sera successiva quei dolori fortissimi che l'hanno colta nella sua abitazione di Bulciago mentre era insieme alla madre e la corsa disperata e purtroppo inutile verso l'ospedale di Erba dove la giovane è giunta senza vita.


A questo proposito procedono le indagini da parte della Procura di Lecco per verificare se dietro all'improvvisa morte della giovane ci siano eventuali responsabilità. Per ora risultano indagati il medico del pronto soccorso dell'ospedale Mandic di Merate che aveva visitato la ragazza domenica, per poi dimetterla e un secondo medico, non è chiaro se del 118 o del nosocomio di Erba, intervenuto in un secondo momento a prestare soccorso alla bulciaghese.


Ancora non si conosce la natura del male che ha strappato Roberta alla vita, come dicevamo forse alcune risposte potranno emergere dall'esito autoptico e da quello giudiziario. Risposte che purtroppo però non potranno restituire la 28enne a tutti coloro che l'hanno amata.
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