A tre giorni dall’asta giudiziaria per la vendita dei beni mobili di Rsi, convocata dall’Istituto Vendite Giudiziarie di Como, fervono le trattative tra la società masnaghese ed Equitalia Nord Spa per scongiurare il pignoramento dei macchinari e dilazionare i pagamenti che lo Stato vanta nei confronti di Rsi International.
Come si ricorderà la scorsa settimana era stato diffuso l’avviso d’asta riguardante la vendita, fissata nella giornata del 20 luglio, di tutti i beni mobili di proprietà della ditta specializzata nella manutenzione delle carrozze ferroviarie. Dai carri ponte ai torni, dai macchinari di precisione alle attrezzature informatiche, l’intero contenuto dei capannoni era stato messo all’asta dall’ente creditore Equitalia Nord Spa per recuperare le somme mai pagate dall’azienda all’erario.
Un colpo di scena che non aveva mancato di cogliere di sorpresa lavoratori, sindacati e amministratori che da anni seguono le delicate sorti del polo industriale.
Nella giornata del 16 luglio i sindacati hanno incontrato i vertici di Rsi per fare il punto della situazione, alla luce dell’imminente gara d’asta:
“l’azienda purtroppo non è ancora in grado di chiarire questo punto – ha commentato il segretario della Fiom Cgil lecchese Diego Riva –
Rsi ci ha spiegato che sta lavorando per evitare il pignoramento dei propri beni. Ci hanno spiegato di aver inoltrato tutta la documentazione necessaria a risolvere la cosa e sono in attesa di una risposta da Equitalia, nella speranza che la questione possa risolversi con un esito positivo. Sicuramente non si tratta di una situazione piacevole, anzi, direi che lo scenario è decisamente preoccupante”.
La speranza in questo caso è quella di poter vedersi riconoscere una dilazione dei pagamenti, per poter provvedere al saldo degli importi dovuti nei prossimi mesi a seguito dell’annunciata ripresa dell’attività produttiva per la fabbrica masnaghese.
L’attesa è rivolta adesso alla seconda udienza fallimentare prevista presso il tribunale di Lecco per la giornata del 20 luglio.
“La dirigenza di Rsi ci ha spiegato che non dovrebbero esserci problemi relativamente al saldo degli stipendi arretrati dei lavoratori alla data dell’udienza – ha concluso Riva –
in questo caso si eviterebbe il fallimento e si avrebbe quindi la possibilità di riprendere la produzione. Sempre che l’asta giudiziaria possa essere evitata e che la fabbrica non si svuoti di tutti i suoi macchinari, senza i quali risulterebbe difficile se non impossibile riprendere a lavorare”.
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