Quasi 1500 firme raccolte in una manciata di comuni e in soli due fine settimana. Un risultato davvero non da poco secondo i promotori. Non si arresta dunque la battaglia del Comitato Acqua Pubblica che ancora una volta ha fatto fronte comune con diverse realtà del territorio e che domani protocollerà il risultato dell'ultima campagna di raccolta firme per chiedere che la proposta da loro avanzata (un percorso in direzione della creazione di un'Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico a cui affidare il servizio idrico integrato) venga discussa in consiglio provinciale.
Una raccolta firme "lampo" - che comunque come dicevamo ha visto la presenza di quasi 1500 adesioni - chiusa in poco tempo a causa della "accelerazione repentina del processo decisionale in tema di servizio idrico": l'atto di indirizzo votato dalla Conferenza dei Sindaci in direzione di un affidamento a Idroservice nel corso dell'ultima seduta è già infatti confluito lo scorso 5 luglio in una proposta di delibera redatta dall'Ufficio d'Ambito che il prossimo 17 luglio tornerà in Conferenza per poi essere oggetto di una decisione definitiva da parte del consiglio provinciale presumibilmente entro fine luglio (si vocifera il 29).
L'iter proposto dal Comitato del resto è quello da tempo ribadito: la costituzione di un'Azienda Speciale attraverso un trasferimento temporaneo a Idrolario. No a Idroservice. Il motivo è semplice:
In merito alla recentissima delibera del Consiglio d'Amministrazione dell'Ufficio d'Ambito di Lecco le perplessità infatti non mancano: "
Quest'ultima infatti ancora non possiede i requisiti per un affidamento in house:
Di qui quindi alcuni "interrogativi ineludibili" (chi si assumerà la responsabilità di una "impugnazione" derivante da un probabilissimo ricorso alle competenti autorità dovuto al non possesso dei requisiti comunitari di Idroservice? Non rientrerà così dalla finestra l'ipotesi della gara "contingentata" che era stata con risalto dichiarata "messa fuori dalla porta"? E quali funzionari provinciali e così pure quali consiglieri provinciali si assumeranno l'avvallo formale di una scelta che producendo possibili danni erariali (es, spese inutili per atti e modifiche societarie...) possono vederli coinvolti in responsabilità dirette e personali e conseguenti obblighi a rifondere il danno? Vorranno fino in fondo i nostri rappresentanti istituzionali disattendere la traduzione pratica dello straordinario responso referendario popolare, alimentando così un ulteriore distacco della cittadinanza dalle proprie Istituzioni politiche ed amministrative ?)
Di seguito in sintesi la posizione ribadita dal Comitato Lecchese Acqua Pubblica:
Ribadiamo la nostra "scelta di campo" per l'Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico perché :
- Unica pienamente coerente coi referendum 2011 : Acqua fuori dal Mercato e fuori i profitti dall'Acqua !
- Percorso più rapido ed assolutamente meno costoso
- Controllata veramente e direttamente dai Comuni e dai Cittadini mediante organismi partecipativi
In sostanza siamo per un "pubblico" QUALIFICATO in quanto :
- rispettoso del pronunciamento popolare
- nella logica del "servizio sociale" (accesso universale, tutela del Bene Comune Primario ....)
- operi con efficienza, efficacia, economicità
- operi attraverso personale competente, fuori da logiche "spartitorie e clientelari"
- sia fuori dalle logiche del Mercato e del profitto
- sia effettivamente "partecipato" dai Comuni e dai Cittadini
Di conseguenza siamo contro la soluzione Idroservice srl perché :
- società di diritto privato (quindi soggetta al "potere prioritario" del Consiglio di Amministrazione che può ad esempio autonomamente scegliere di far confluire la società in più grandi organismi societari, come i colossi delle ex municipalizzate, vere e proprie multinazionali votate al profitto e alle"convulsioni" finanziarie e quindi sempre più lontana dal "controllo" di Comuni e Cittadini ; come pure, almeno potenzialmente, decidere di aprire quote ai privati)
- interna ad una multiservizi "pubblica" che già fa profitti su gas, energetica elettrica (e forse su telecomunicazioni come emerso dalla recente manifestazione di interesse per il Centro Servizi Territoriale)
- non controllata direttamente dai Comuni (con unico socio LRH)e quindi essendo società di 2°livello non possiede i requisiti previsti dalla normativa europea (controllo analogo) per "l'in house" e quindi non può beneficiare dell'affidamento diretto.
- ancor più "ermetica" alla partecipazione effettiva dei cittadini (un esempio concreto: l'accesso "condizionato" alle assemblee di LRH)
Considereremmo l'ipotesi di affidamento ad Idrolario una scelta "intermedia" più congrua rispetto ad Idroservice se però fosse subordinata ad una sua immediata trasformazione in Azienda Speciale.