"30 persone a casa, grazie Boghi Ferro Bulloni". Un grande striscione con questa scritta ha attirato venerdì mattina gli occhi dei passanti nella zona industriale del rogenese.
Un gruppo di circa quindicina di lavoratori provenienti da Brescia ha formato un presidio pacifico davanti ai cancelli dell'azienda Siderurgica Ferro Bulloni.

I lavoratori erano dipendenti della Metalgoi recinzioni di Brescia, un ramo aziendale della Matalgoi siderurgica sorta nel 2009 e specializzata nella produzione di pali per le recinzioni. Diverse parti compongono l'unione fiduciaria: il 67% appartiene alla famiglia Boghi, che possiede uffici e un magazzino nell'area industriale di Brescia e uno stabilimento proprio a Rogeno. Il 20% della quota appartiene invece alla HG, una holding della famiglia Goi, il 10% è di Aldo Colombo, detentore della Plastifil Metallurgica di Gussago mentre il restante 3% è coperto dal commercialista Visini.
La crisi del settore ha iniziato a farsi sentire, così i lavoratori sono stati posti in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi a partire dal settembre 2012, mentre i vertici aziendali hanno deciso, nel marzo 2013, di porre lo stabilimento di Sant'Eufemia in liquidazione. Le vicende che hanno fatto seguito, secondo la ricostruzione fornitaci dagli operai, avrebbero dell'incredibile: al fine di raggiungere la cifra per avere accesso al concordato preventivo, sarebbero stati posti in vendita tutti i macchinari e i prodotti residui in magazzino. Tuttavia, in un momento successivo sarebbe stato comunicato che, per via di un errore di calcolo, non esistevano le risorse finanziarie sufficienti per accedere al concordato e di conseguenza lo scorso 29 novembre è stato dichiarato il fallimento dal Tribunale di Brescia. A partire dal 3 settembre 2013 sono stati dunque chiesti altri tre mesi di cassa integrazione in deroga per i trenta lavoratori che, oltre a trovarsi senza un impiego, non hanno più diritto alla cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale.

"Abbiamo già protestato in piazza della Repubblica a Brescia, sede degli uffici, nella zona industriale dove c'è il magazzino e davanti alla sede della Plastifil. Oggi siamo qui per far sentire le nostre ragioni perché sono tre mesi che non riceviamo uno stipendio. Siamo venuti fino a Rogeno dato che proprio in quest'azienda c'è la persona con cui abbiamo trattato e che una volta alla settimana veniva nel nostro stabilimento a Brescia. In totale, siamo circa una trentina di operai: molti sono ragazzi stranieri che vivono da soli e, ritrovandosi senza stipendio, non possono contare su nessuno. Poi ci sono altri lavoratori che hanno una famiglia da mantenere", ha spiegato il rappresentante sindacale unitario della Metalgoi recinzioni.
Chiaramente lo spazio resta a disposizione per chi avesse qualcosa da aggiungere rispetto a questa delicata vicenda.
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