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Scritto Domenica 31 agosto 2014 alle 18:27

La magica ''bellezza'' del 28 agosto, Cassago festeggia Agostino

Nel tardo pomeriggio di giovedì 28 agosto Cassago Brianza ha festeggiato ancora una volta Agostino d'Ippona, il santo dottore della Chiesa che proprio a Cassago si preparò al battesimo ricevuto per mano di Sant'Ambrogio nella veglia pasquale dell'anno 387. È questo un appuntamento di fede emozionante, imperdibile ieri come oggi per molti cassaghesi, che va oltre il ricordo del soggiorno del colto straniero nativo di Tagaste che sarebbe poi divenuto Vescovo di Ippona e che si spinge invece a sottolinearne il pensiero, la vita e le opere.
Come ogni anno, la comunità cassaghese ha voluto ricordare l'illustre ospite benché non con lo sfarzo grandioso del 1930 e neppure con quello del 1954 che ancora in tanti - incluso chi scrive - ricordano con commozione. Ciononostante questa festa religiosa è ancora molto sentita dai cittadini di questo piccolo centro brianzolo, al punto che questa sorta di "Agostino day" viene festeggiato con una solenne concelebrazione eucaristica dei sacerdoti nativi del paese, o che a Cassago hanno esercitato il loro ministero. La S. Messa segue di un giorno quella celebrata in onore di S. Monica, mamma di Agostino, e precede le belle iniziative culturali dell'Associazione dedicata al santo, particolarmente attiva e vitale nel proporre temi di approfondimento culturale e religioso durante la settimana agostiniana (a questo link il programma dell'edizione 2014).
Una chiesa gremita come nelle grandi occasioni ha accolto i sacerdoti concelebranti insieme al canto corale e festoso dei tanti presenti. Così - seppur per il breve tempo dell'Eucaristia - la festa si è riempita di gioia, di letture capaci di andare oltre il succedersi dei capitoli e dei paragrafi, di parole che vengono dal cuore e che sono indispensabili per uscire dall'emergenza e dal triste elenco con cui i telegiornali ci informano di nuove violenze o di vigliaccherie criminali, di esodi infernali, di crisi e disoccupazione... è anche per questo che si sente il bisogno di un gesto come quello cui abbiamo potuto assistere, in cui l'amore e la devozione eucaristica valgono più di tante conferenze; è anche così che si può creare un antidoto allo smarrimento risvegliando il pensiero della fede - forse oggi un po' atrofico - e produrre quel risultato fecondo di cui ci è stato raccontato nell'omelia: "ammalarsi d'amore proprio come Agostino".
Durante la S. Messa - ascoltando, pregando, cantando e ricordando antiche parole, gesti e silenzi - abbiamo forse potuto sentire il dono di una presenza e recuperare quei doni mistici e salvifici, quelli che ricordano all'anima e al cuore l'importanza di servire Qualcuno amando quella " malattia d'amore" che implica l'alleanza col fratello e che ci dà la forza di alzarci e di uscire per trovare il coraggio con cui aiutare ed essere aiutati: dare con generosità consapevole, goderne l'essenza, perdersi in essa, scoprire la libertà necessaria a rendere il mondo migliore.
Quella "bellezza infinita", che come scrisse Agostino è sempre così antica e insieme così nuova, è dentro di noi e non ci lascia mai soli unita alla promessa di lasciare testimonianza per il futuro. Un preludio alla festa ancora più solenne con cui, alla presenza delle autorità religiose e politiche, domenica 7 settembre sarà inaugurata la "sala del pellegrino" all'interno dei recuperati ruderi della Villa Visconti presso il parco Rus Cassiciacum di Cassago.
Benvenuto Perego
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