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Scritto Lunedì 24 novembre 2014 alle 19:52

Robbiani: sull’acqua, sul gas e sul futuro di LRH, la cui vendita darebbe utili ai Comuni

Egregio direttore,

sono trascorsi diversi giorni dal mio ultimo intervento sul tema idrico ma l'assessore Rusconi non ha ancora fornito delle risposte alle mie sollecitazioni. Davvero un peccato, ma come al solito gli uomini del PD chiacchierano molto, si riempiono la bocca di frasi ad effetto ma quando vai a stringere e arrivi al nocciolo trovi il nulla. Oltre l'ideologia non c'è niente.

Una non risposta quella dell'ex senatore, che è in pratica una silente conferma che le mie tesi sono corrette e che la sinistra lecchese è in difficoltà nel giustificare un sistema che sta in piedi solo grazie ad alchimie politiche ormai arrivate al capolinea. Il silenzio poi è una strategia che serve a far passare il tempo e ormai siamo a dicembre e l'ipotesi della gara pubblica per identificare il prossimo gestore idrico, è sempre più realistica.

Mi permetto quindi di aggiungere un altro tassello, per coloro i quali continuano a sostenere la tesi che una azienda municipalizzata che produce utili non può essere dismessa.

Leggendo il bilancio del gruppo Lario Reti riferito all'anno 2013, si scopre che le società controllate, ACEL Service e Lario Reti gas che si occupano della distribuzione e commercializzazione di gas ed energia, hanno prodotto utili per circa 9,9 milioni di euro a fronte di un fatturato di comparto pari a circa 160 milioni di euro.

In un mondo ideale gli utili di una azienda municipalizzata dovrebbero essere utilizzati per fare investimenti o per diminuire le tariffe del gas ad imprese e cittadini residenti nei comuni soci della holding, perché quegli utili sono in linea di massima i proventi della vendita del gas proprio ad imprese e cittadini lecchesi.

Invece si distribuiscono utili ai comuni che vengono in gran parte usati per far quadrare i conti del patto di stabilità senza nessun beneficio diretto per i cittadini,

Questa ottima performance finanziaria non è tra l'altro una garanzia che in futuro si possa mantenere questi livelli o migliorarli: già il 2015 potrebbe costituire il primo anno che vede una inversione di tendenza, poiché proprio nel 2015, Lario Reti gas dovrà necessariamente partecipare al bando di gara pubblico, per il rinnovo della distribuzione del gas nell'ambito lecchese, detto anche ATEM1 a cui poi farà seguito anche la gara per il meratese-casatese, ovvero l'ATEM2..

Gare queste, a cui potranno ovviamente parteciperanno anche i privati e quindi non è detto che la holding vinca. Nessuno può garantire una vittoria della municipalizzata per entrambi gli ATEM e, in caso di sconfitta, fatturato e utili diminuirebbero. Un pericolo già paventato dall'attuale amministratore unico di Lario Reti Gas in una delle ultime assemblee dei soci a cui partecipai nei mesi scorsi, a cui nessuno ha voluto dare il giusto peso.

In questo senso, qualora gli utili dovessero diminuire e i costi aumentare, che accadrà? Chi può escludere a priori che i sicuri incassi della vendita dell'acqua in futuro, potrebbero essere utilizzati per ripianare le sofferenze del comparto energetico?

Negli anni scorsi e anche nel recente passato, ho sentito spesso parlare di cassa comune e dei benefici che andrebbero a vantaggio degli investimenti in ambito idrico.

Mi permetto al contrario, di prefigurare uno scenario opposto, per il quale diventa strategico mantenere nell'orbita della holding la gestione del sistema idrico, specie dopo che si è provveduto a formalizzare un affidamento ventennale, con una previsione di fatturato aggregato di molto vicino al miliardo di euro, poiché ciò garantirà sicure entrate, utilissime a sistemare eventuali sofferenze e passività degli altri comparti.

In questo senso, dato che nessuno può mettere la mano sul fuoco che ciò non accadrà mai, è bene non solo tenere fuori dalla influenza della holding il comparto idrico che deve sostenersi autonomamente con i proventi della tariffa, ma anche pensare di mettere sul mercato la holding.

La si venda ai privati. Se è davvero un gioiellino come qualcuno continua a sostenere, non avrà difficoltà a essere acquisita da qualche colosso del settore energetico. In questo modo i comuni realizzerebbero utili veri e soprattutto si andrebbe ad ottemperare la norma che prevede la dismissione delle municipalizzate non strategiche.

Chissà se stavolta l'ex senatore Rusconi o qualcun altro del PD lecchese (magari anche qualche parlamentare), avranno il coraggio di esprimere un concetto di senso compiuto su questo tema o se il silenzio continuerà a marcare il loro tratto distintivo.

Cordiali saluti,

Andrea Robbiani
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