La qualità artistica del nostro gruppo coristico è nota, e certo non stupisce come la bravura dei singoli riesca a fondersi nella più grande comunità di coro e orchestra. Ciò che meraviglia è piuttosto vedere l'identica dedizione in tutti, dai più anziani ai più giovani, dai professionisti che ogni anno ci raggiungono ai nostri amici e vicini di casa, che tanto tempo e pazienza dedicano alla dura preparazione di un simile appuntamento.
Tutto ciò, comunque, ha uno scopo preciso, quello di trasmetterci la gioia attenta che tutti esorta all'attesa di Colui che viene a portare la "Buona Novella", colui che rappresentiamo nel presepe attraverso l'immagine di un bambinello sorridente che tuttavia è in realtà il "Dio con noi" che è, che era e che viene, Colui che ha voluto essere generato alla vita da una sua creatura "iscrivendosi" quindi all'anagrafe umana e poi camminando con noi. Le braccia tese di quel bambinello sono un richiamo all'abbraccio con cui Dio ha voluto stringere l'umanità intera, ed è bello che sia la nostra polifonica cassaghese a rammentarci per prima quanto sia prezioso questo dono.
A scaldare i cuori non sono state quindi "soltanto" le interpretazioni vocali e strumentali di questi artisti, dai professionisti ai magnifici "dilettanti", ma anche le splendide novità introdotte quest'anno a cominciare dal gruppetto di voci bianche - davvero brave e spigliate nella loro esibizione - seguite dalla nostra Michela Leone. E devo anche rivolgere un grazie alla piccola corista che - quando le ho detto che non sono capace di cantare - si è offerta di farmi da insegnante: "vedrai che se te lo insegno io impari anche tu a cantare!": grazie Giuditta, anche se temo che sarà dura!
È per questo entusiasmo coinvolgente che sembra davvero necessario dire grazie per lo sforzo e l'impegno, per il dono di questa musica, per lo sprone ad aiutarci e a coinvolgerci in un percorso di perfezionamento, crescita, miglioramento continuo di sé e della comunità in cui si è impegnati. È qualcosa di così necessario per uscire dalla monotonia del quotidiano e per accendere le braci spente nel turibolo del cuore, così che presto si possa riversarvi i grani d'incenso che spargeranno un profumo capace di aiutarci a vivere spiritualmente questa festa, al di là del sovrappiù di un'abbondanza purtroppo foriera di consumismo.
Buon Santo Natale, quindi, anche se sopra quel neonato - il cui sorriso contiene l'universo - l'umanità si sente così spesso indebolita, smarrita, distratta, affrettata, rassegnata. Bene, è proprio nel presepe che possiamo trovare pace e riposo, proprio perché giace ai piedi dell'altare. E insieme al presepe non dimentichiamo il mistero della croce su cui quelle piccole braccia oggi protese nella greppia si spalancheranno per abbracciare il mondo. Né dimentichiamo il più grande tra tutti i misteri, quello della gloria della Resurrezione, il cui presagio riverbera sopra l'umile capanna, assieme alla stella cometa. È anche così che attraverso l'impegno di tanti nasce in noi una voglia crescente di vegliare in un'atmosfera di gioia e speranza.
Perché "venne ad abitare", e venne soprattutto per rimanere. Un sincero grazie alla corale polifonica cassaghese per lo slancio crescente con cui ci ha ricordato anche quest'anno lo splendore di una tale Verità.