Ho elaborato una tabella che mette a confronto le tre situazioni:
A Merate, statisticamente, in un anno tutti i cittadini telefonano, lo hanno, quindi, come punto di riferimento. A Bellano c'è un "deserto". A Lecco la capacità di attrazione territoriale è più alta di Bellano, ma, con un numero di abitanti e di posti letto più elevato di Merate, attrae meno. Sembra una "enclave".
I risultati registrati confermano "le storie" differenti dei tre ospedali:
· Merate viene da una esperienza di forte integrazione territoriale ed i servizi offerti sono stati fonte di attrazione verso territori vicini, ma esterni al Distretto di cui è espressione. Il Meratese non aveva poliambulatori pubblici esterni. La scelta di rafforzare un polo unico derivava dalla necessità di qualità per combattere la "concorrenza" vicina (Vimercate, Arcore, Besana, Carate e Monza).
· Lecco, invece, ha tentato più volte di portare ambulatori e servizi fuori dal presidio per acuti, mantenendo solo le diagnostiche che servivano per i ricoverati. Intorno c'erano diversi poliambulatori pubblici (Calolziocorte, Mandello ad esempio).
· Bellano ha sempre avuto un problema di "utenza" perché l'Alto Lago andava a Morbegno e a Gravedona e in Valsassina da Taceno in giù andava a Lecco.
Ambrogio Sala
Io penso che chi ha più potenzialità di sviluppo, per la sua collocazione e per le scelte passate, sia Merate perché a contatto con L'Isola Bergamasca, con il Caratese e con una serie di Comuni dell'A.O. di Vimercate. Questi sono numeri e non considerazioni campanilistiche come qualcuno di Lecco ha scritto qualche giorno fa. I vertici della A.O. di Lecco ragionino sui numeri attuali e sulle capacità dei singoli presidi di "reggere" alla riforma che la Regione stessa con molte contraddizioni sta concretizzando.