Arrabbiati, ma al tempo stesso rassegnati. E' questa la condizione in cui si trovano gli amministratori dei comuni lecchesi. Costretti a subire le scelte - a volte più che discutibili - del Governo centrale in tema di finanza locale, mettendoci poi la faccia con i cittadini che chiedono spiegazioni quando le tasse aumentano e gli investimenti per nuove opere e servizi latitano.
Impossibilitati ad approvare i bilanci in tempo utile e di conseguenza ad attuare un minimo di programmazione rispetto alle entrate e agli investimenti, sindaci e assessori appaiono al tempo stesso preoccupati per gli scenari futuri. La fiducia nella condotta del Governo Renzi verso gli enti locali sembra vacillare anche in esponenti del Partito Democratico, che da sindaci sono chiamati a fare i conti con una sempre minore autonomia rispetto alla gestione di bilanci e tassazione. Si può dire che il coro di proteste e critiche sia bipartisan, da parte cioè di tutte le forze politiche chiamate a dover affrontare questa difficile situazione.
A seguito della pubblicazione del dossier dedicato al fondo di solidarietà nei comuni della provincia di Lecco, abbiamo intervistato gli amministratori del territorio per chiedere loro un commento circa la condotta dello Stato, che sembra prelevare ''senza pietà'' dalle casse dei comuni restituendo in cambio soltanto briciole. In molti casi i trasferimenti che costituiscono il fondo sono praticamente pari a zero.
Unanime il coro di critiche da parte dei sindaci del circondario lecchese. Gli amministratori hanno espresso forti preoccupazione per il futuro, in vista degli annunciati tagli alla tassazione promossi dal Governo che potrebbero ulteriormente danneggiare la già difficile situazione degli enti locali.
LECCO: al capoluogo di Provincia mancano all'appello 2.071.996 euro. Il fondo di solidarietà restituito al comune era nel 2014 di 1.817.941 euro, nel 2015 è andato in negativo di 254.055 euro. La quota di alimentazione è pari a 5.946.755 euro.
"Questo meccanismo deve andare ad esaurimento, si basa sulla situazione storica del comune e altri parametri fiscali, e non sulla sua virtuosità" ha commentato il sindaco Virginio Brivio.
"Si stanno attuando tagli percentuali indiscriminati, abbiamo espresso la nostra perplessità in merito attraverso l'Anci. È il Ministro delle Finanze a gestire l'intera partita. Ora la preoccupazione è quella che l'attuazione degli annunci sulla eliminazione delle tasse che sta facendo il Governo abbiano un costo alto per i comuni. In questo modo la creazione del bilancio futuro si prospetta davvero complessa".CALOLZIOCORTE: la quota di Fondo di solidarietà trasferita al comune è calata di 254.560 euro, passando da 1.341.532 euro a 1.086.972 euro. Il paese è tenuto a versare una quota di alimentazione pari a 782.586 euro.
"Non si comprende se il fondo di solidarietà è costituito davvero in favore dei comuni oppure serve a ripianare gli errori e le mancanze di grandi città e aree metropolitane" ha spiegato il sindaco Cesare Valsecchi.
"Sarebbe utile sapere come viene effettivamente utilizzato questo denaro. Si interviene sul Patto di stabilità ma poi si tolgono alle amministrazioni le risorse, è necessaria una maggiore chiarezza".
MALGRATE: il taglio per il piccolo comune lecchese è stato di 144.779 euro, e la restituzione della quota del fondo di solidarietà è passata da 530.823 euro del 2014 a 386.044 euro. Il comune dove alimentare il fondo statale con 283.590 euro.
"Abbiamo un bilancio di 3 milioni di euro, un taglio simile ci pone di fronte due sole soluzioni: aumentare le tariffe per i servizi o aumentare le tasse" ha spiegato il sindaco Flavio Polano, costretto come altri suoi colleghi a incrementare le aliquote della tassazione.
"Abbiamo ripianato in parte la mancanza grazie ad una quota dei dividendi di Lario Reti Holding e Silea, ma le difficoltà e le incertezze sono numerose. Non sappiamo cosa accadrà nel 2016, vedremo se agli annunci governativi seguiranno fatti concreti e dove reperiranno le risorse".
MANDELLO: il taglio sulla quota del Fondo di solidarietà restituita al comune è stato di 313.538 euro, passando da 428.548 euro a 115.010 euro. Il comune dovrà alimentare tale fondo con 989.927 euro.
"Quest'anno abbiamo approvato un bilancio non nostro" ha sottolineato il sindaco Riccardo Fasoli.
"Ma al di là delle scelte politiche la situazione è molto complessa, le amministrazioni vivono nell'incertezza, sarebbe necessario conoscere in anticipo di che morte dovremo morire. A livello nazionale sentiamo parlare di abolizione delle tasse, ma ci dovranno spiegare dove reperiranno le risorse. È inutile alleggerire il Patto di stabilità se poi queste sono le conseguenze".
VALGREGHENTINO: è di 114.529 euro il taglio operato sul fondo di solidarietà comunale, sceso da 457.989 euro a 343.460 euro. L'amministrazione è costretta a versare 206.130 euro.
"Cambiano i Governi ma la politica generale rimane sempre la stessa, a sfavore degli enti locali" ha commentato il sindaco Sergio Brambilla.
"Il nostro bilancio è in equilibrio grazie ad un minimo ritocco delle aliquote, ma se la situazione non cambia non riusciremo più a fare nulla".
Anche nel meratese le critiche sono unanimi: dai centri maggiori come Merate ai comuni più piccoli come Airuno, nei confronti di una modalità di calcolo per la restituzione dei trasferimenti che si basa su complesse analisi riferite agli anni passati, e non alla virtuosità delle amministrazioni. I sindaci si sentono presi in giro, illusi da un alleggerimento per quanto riguarda il Patto di stabilità a fronte di un taglio importante di risorse preziose.
MERATE: la cittadina ha subito un taglio al fondo di solidarietà pari a 553.336 euro, in calo da 855.581 euro del 2014 a 302.245. Lo Stato chiede al comune, per alimentare tale fondo a livello nazionale, 1.312.558 euro quest'anno.
"La situazione sta diventando insostenibile, il mio e tanti altri nel territorio sono comuni virtuosi, e la cosa peggiore è che ci sentiamo presi in giro perché veniamo penalizzati per errori di altri comuni molto maggiori. Ci hanno ridotto i vincoli del Patto di stabilità, dandoci maggiori possibilità di spesa, ma poi tolgono le risorse per poterle affrontare" ha commentato il sindaco Andrea Massironi.
"Il Governo annuncia il funerale di Imu e Tasi, ma non sappiamo cosa dovremo battezzare. Dove si reperiranno le risorse? Con questa incertezza ci costringono ad approvare i bilanci a metà anno, con il risultato che non rimane il tempo per mettere in atto le opere. Se le tasse saranno abolite, gli uffici comunali avranno lavorato a vuoto per ore".
AIRUNO: è pari a 99.487 euro la diminuzione sul fondo di solidarietà rispetto al 2014, sceso da 386.328 euro a 286.240, a fronte di una quota di alimentazione che per il 2015 è pari a 370.005 euro.
"Il mio non può che essere un commento acido, gli enti locali sono i più penalizzati all'interno di una dinamica che, dal punto di vista dello Stato, cerca di ridistribuire le risorse tra i vari enti locali" ha spiegato l'assessore al bilancio Giovanni Ravasi.
"Siamo coloro che pagano il prezzo più alto per il rientro del debito pubblico, la dinamica è a livello nazionale, e temo che mozioni comunali o lettere di protesta servano a poco. Ora sentiamo gli annunci del Governo sull'abolizione di Imu e Tasi, attendiamo di avere indicazioni sul modo in cui potremo promuovere i bilanci".
MONTEVECCHIA: la quota di alimentazione è fissata per il 2015 a 192.195 euro, mentre il fondo di solidarietà è sceso da 93.393 euro alla cifra (quasi una elemosina) di 337 euro, con un taglio rispetto all'anno scorso di 93.056 euro.
"I criteri stabiliti dalla normativa ci hanno ulteriormente penalizzato, si fa riferimento tra le altre cose alla capacità fiscale riferita agli anni precedenti" ha commentato con amarezza l'assessore al bilancio Renato Rovelli.
"Ci siamo ritrovati a fare i conti di colpo con una mancanza di 80.000 euro, non abbiamo più spazi di manovra. La nostra anagrafe immobiliare è stata recentemente aggiornata, non abbiamo possibilità per ulteriori guadagni. A questo si aggiunge la difficoltà di riscuotere i tributi, per il 2014 abbiamo avuto una quota del 7 - 8% di non incassato. Se l'anno prossimo la situazione non migliorerà non so come faremo a far quadrare il bilancio".
PADERNO: il Fondo di solidarietà 2015 per il comune è di 363.334 euro, in calo di 117.909 euro rispetto al 2014, a fronte di una quota da versare per alimentare tale fondo di 184.076 euro.
"C'è un meccanismo perverso alla base di tali calcoli, per reagire a questa situazione dobbiamo sollecitare i parlamentari, perché qui da noi non c'è più niente da spremere" ha commentato il sindaco Renzo Rotta.
"Nella casse comunali non entrano più oneri di urbanizzazione, fatichiamo a mantenere i servizi e a non aumentare le tasse. Ci vediamo dimezzato il Patto di stabilità ma poi ci tolgono risorse importanti, è come se il provvedimento non fosse stato effettuato. La situazione è difficile e problematica, non sappiamo come muoverci. I piccoli comuni costituiscono una situazione diversa rispetto alle grandi città o le aree metropolitane, e sono quelli che pagano il prezzo maggiore".
Anche sindaci e assessori dei circondari casatese e oggionese lamentano non poche difficoltà nel redigere i bilanci di previsione, a causa dei ritardi dello Stato nel comunicare numeri e modalità di erogazione dei trasferimenti. Ogni sforzo di programmazione per i comuni è reso vano dal quadro estremamente incerto, soggetto a continue variazioni. Non sono mancate critiche nei confronti della modalità di calcolo del fondo di solidarietà da parte del Ministero, che sembra andare a premiare territori meno virtuosi, creando vere e proprie situazioni di disuguaglianza. E una esortazione ai parlamentari del nostro territorio e all'Anci a darsi da fare, andando a fondo della questione una volta per tutte.
CASATENOVO: ''La situazione con questo Governo non si è modificata, ma è addirittura peggiorata'' il commento del sindaco Filippo Galbiati. Casatenovo ha visto infatti una contrazione del fondo di solidarietà pari al 36%, passando da 875mila euro a 564mila cui si aggiunge la quota trattenuta sull'IMU pari a 773mila euro ogni anno.
''I cittadini devono sapere che oltre al taglio di oltre 2milioni di euro di trasferimenti negli ultimi anni, dobbiamo allo Stato 200mila euro. La mia speranza era sinceramente diversa nei confronti di un Governo fatto di sindaci, ma le promesse non sono state mantenute. Non si può più andare avanti in questo modo: si continua a premiare chi, spesso in altri territori, non ha avuto atteggiamenti virtuosi, tartassando invece chi ha sempre dimostrato capacità amministrativa e attenzione, senza mai sperperare. Siamo fortemente preoccupati anche per l'annunciato taglio di Tasi e Imu: spero che il Governo almeno questa volta rifondi i comuni dei mancati introiti''.
MISSAGLIA: ''Non è più possibile andare avanti così: bisogna creare le condizioni affinchè i comuni possano fare i bilanci a inizio anno'' ha affermato il sindaco Bruno Crippa.
''Siamo soggetti a continue proroghe e in questo modo è quasi impossibile fare una programmazione seria. I dati vanno comunicati subito e in maniera precisa, senza costringerci a ricorrere a continue variazioni. A Missaglia abbiamo approvato il bilancio di previsione a marzo, ma le condizioni a seguire sono cambiate e in questo modo le difficoltà non mancano''. Il primo cittadino insieme all'assessore al bilancio Luigi Magni aveva scritto una lettera al presidente del Consiglio Renzi, lamentando la situazione fortemente critica nel quale il comune era costretto ad operare proprio in virtù dei tagli ai trasferimenti da parte dello Stato. Il fondo di solidarietà infatti, è passato da 468mila euro (435 al netto di detrazioni) a 217mila euro mentre la quota per alimentazione è rimasta stabile a 640mila euro.
Un grido di lamento caduto nel vuoto dal momento che non è giunta alcuna risposta.
''Ci siamo rivolti anche all'Anci, perchè è ora che vengano difesi gli interessi anche dei piccoli comuni e non solo delle città metropolitane. Abbiamo oltre 2milioni di euro in cassa, ma non possiamo spenderli e poi c'è il patto di stabilità. Sono tanti problemi ai quali si dovrebbe trovare una soluzione. Bisogna consentire agli enti locali, Comuni e Province, di poter fare i bilanci e gli investimenti: un modo per far ripartire anche l'economia in questo momento non facile'' ha concluso.
MONTICELLO: ''Anche noi abbiamo avuto un'amara sorpresa a causa dell'ulteriore taglio da parte dello Stato. Non avevamo scelte: o ridurre le spese o aumentare le entrate. Siamo stati costretti ad agire sulla pressione fiscale, attraverso un incremento delle aliquote Imu sulle abitazioni di lusso e seconde case, lasciando invariate sia la Tasi che l'addizionale Irpef'' ha affermato il sindaco Luca Rigamonti. A Monticello il taglio è stato del 27%, con un fondo rimasto positivo ma sceso da 665mila euro a 484mila euro e una quota "trattenuta" pari a 294mila euro.
''Purtroppo dobbiamo lavorare senza un minimo di programmazione, perchè sino all'ultimo dallo Stato non ci vengono date certezze sulle risorse e a farne le spese sono sempre i cittadini. Mi auguro che il taglio alle tasse annunciato da Renzi nei giorni scorsi coincida con il giusto trasferimento di risorse ai comuni''.
OGGIONO: "Quest'anno il nostro comune subirà un taglio di 270 mila euro. Si tagliano le tasse a livello nazionale, ma poi si infierisce sui comuni che si trovano costretti a ridurre i servizi e a fare economie" é il commento dell'assessore al bilancio Lamberto Lietti. Nel 2015 Oggiono è diventato infatti debitore: la quota del suo fondo da 255mila euro è passata a -22mila euro mentre sono ben 858mila i soldi trattenuti sull'IMU.
"Dal canto nostro non abbiamo aumentato le aliquote, ma abbiamo fatto solo ritocchi sulla parte esente della Tasi che colpiva gli immobili indipendentemente dalle condizioni. Oltre un milione di euro di Imu che i cittadini pagano finisce a Roma senza contare l'ulteriore taglio di 800 mila euro dal fondo di solidarietà. Sommando questi due aspetti, oltre due milioni di euro su tre milioni e settecento vanno allo stato centrale". Il comune ha approvato il bilancio preventivo non senza difficoltà e l'assessore ha criticato la situazione attuale che vede, di fatto, un'economia bloccata con il conseguente blocco degli investimenti.
"Abbiamo chiuso il bilancio 2015 con molta fatica. Per il 2016 diventerà ancora più complicato se non cambia il sistema a livello generale. Siamo in un periodo in cui dal punto di vista sociale le richieste continuano ad aumentare: non ci sono assunzioni e i fatturati non registrano incrementi. Dall'altro lato gli investimenti per le opere pubbliche sono fermi: non abbiamo più oneri perché nessuno investe con la situazione di mercato attualmente esistente". L'amministrazione comunale si trova quindi ad affrontare ogni anno una situazione sempre più complessa con la necessità di garantire i servizi ai cittadini.
"Stiamo economizzando al massimo, ma determinati interventi non possiamo tagliarli. Abbiamo scelto di non rimpiazzare gli impiegati comunale che sono andati in pensione e stiamo cercando di esternalizzare i servizi per la manutenzione globale".
COSTA MASNAGA: Un taglio quasi
a metà anche per Costa Masnaga (-46%) dove il fondo di solidarietà è sceso da 344mila euro a 185mila euro mentre è rimasta stabile l'alimentazione pari a 400mila euro. Nonostante il comune sia riuscito per quest'anno a chiudere il bilancio senza aumentare le imposte, l'assessore Gianpaolo Rossini ha espresso la preoccupazione generale cui devono continuamente fare fronte gli enti locali.
"Nonostante siano mancati 159 mila euro sul fondo di solidarietà, che equivalgono al 5% delle entrate correnti del bilancio del nostro ente, non abbiamo aumentato nessuna tassa o ridotto i servizi ai cittadini. Si tratta di quindi di un risultato positivo per i masnaghesi. Però l'aria che si respira nel nostro e negli altri comuni è di generale frustrazione perché è impossibile fare un'adeguata programmazione. Chiediamo quindi allo Stato di smetterla di mettere le mani nelle tasche altrui e di concentrarsi sul taglio della propria spesa e degli sprechi di denaro pubblico".
SIRONE: "Non riesco davvero a comprendere il meccanismo di ripartizione di questo fondo di solidarietà'' ha spiegato il sindaco Matteo Canali.
''Sono consapevole della necessità di dover intervenire nei territori che non hanno le risorse, ma tutto deve avvenire in modo equilibrato. Mentre noi siamo costretti a alzare le imposte, assistiamo al paradosso dei comuni del Sud che non fanno pagare le tasse ai cittadini perchè alimentati dai fondi regionali e di solidarietà. E' evidente che c'è un sistema di contabilità che non va bene: anziché un fondo di solidarietà sembra essere diventato un fondo di disuguaglianza".
Il primo cittadino sironese, che si è visto tagliare una quota di circa 100mila euro, esprime la propria perplessità sulle gestione delle quote di solidarietà:
"Anche i nostri parlamentari, di tutti gli schieramenti e anche dei nostri territori, dovrebbero andare a fondo della questione perché non è possibile che non si riesca a porre un equilibrio. Persino l'Anci sembra non comprendere il tipo di situazione squilibrata che si è creata. Chi la spiega ai nostri cittadini? Il problema è che vedo che ci si basa sul costo storico e non su quello standard: un Comune che è stato ‘spendaccione' ha un taglio limitato, mentre quello più virtuoso è costretto a subire pesanti tagli. Per quest'anno abbiamo chiuso il bilancio e posso dire che siamo uno dei pochi Comuni a non aver introdotto l'addizionale Irpef. Ma quale sarà la situazione dell'anno prossimo?".
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