Non dimentichiamo che i Comuni, i Sindaci, i nostri amministratori provinciali, sono i presidi istituzionali più vicini ai cittadini, che mantengono saldo nella collettività il valore delle istituzioni. Mi fido di loro, non li considero degli spreconi o degli sprovveduti, e sto dalla loro parte quando chiedono che eventuali accorpamenti siano gestiti garantendo autonomia e flessibilità in base ai particolari contesti e non allontanando dai cittadini servizi essenziali, come scuole, trasporti o uffici postali per esempio, perché si rischierebbe l'impoverimento e l'abbandono dei nostri territori e delle nostre comunità, come nelle zone disagiate o montane.
Allo stesso modo sono convinta che gli accorpamenti di enti come la Camera di Commercio o la Prefettura, se gestiti in modo pro-attivo e lungimirante, potrebbero rappresentare l'opportunità di rafforzarsi e contare di più. Se sapremo comunque garantire ai nostri cittadini servizi e sicurezza, gli spostamenti degli uffici dirigenziali conteranno fino a un certo punto. Ma quale strategia territoriale possiamo adottare per affrontare questo passaggio che porterà il nostro territorio non a isolarsi, ma a doversi confrontare con l'intero sistema brianza e con il territorio pedemontano?
Dimostrarci uniti e individuare un obiettivo collettivo è indispensabile per affrontare un ragionamento che altrimenti rischia di apparire come una difesa dell'esistente, o peggio una conservazione di poteri, che non prefigura prospettive di cambiamento e che non guarda al futuro, ma continua a rimpiangere il passato. Lavorare uniti, dunque, per contare, essere più forti e credibili nei confronti del Governo nazionale, della Regione Lombardia e di tutti gli attori coinvolti da cui dobbiamo pretendere un ragionamento organico, affinchè il nostro territorio non ne esca impoverito.