
Cinque miliardi di euro bruciati, 87.502 soci rimasti con carta straccia in mano, la rabbia che monta contro gli amministratori di Veneto banca e le Autorità che non hanno vigilato e oggi, anzi, dicono per bocca del presidente di Consob che gli investimenti azionari sono a rischio. Ma quando i funzionari della banca promettevano finanziamenti a fronte dell'acquisto di azioni a 40,75 - prezzo determinato dalla banca stessa a inizio anno che restava invariato non essendo quotata al primo mercato - nessuno interveniva. Morale l'ennesima rapina di una banca nei confronti dei risparmiatori-azionisti. Grandi e piccoli, anche se poi guardandoci dentro meglio si nota che qualche grande famiglia del Veneto è riuscita a fuggire prima del colpo e in alcuni casi anche a guadagnarci. L'hanno definita la rapina del secolo quella messa a segno dalla Banca popolare di Vicenza e dalla Veneto banca, due Istituti di credito non quotati sviluppatisi nel profondo nord est e accomunati da un'unica sorte: l'aver bruciato miliardi e miliardi senza che al momento nessun amministratore, dallo storico Zonin - proprietario di sterminati vigneti - in giù sia finito dietro le sbarre come sarebbe accaduto se questa rapina fosse avvenuta negli Stati uniti. Al termine del conteggio i miliardi bruciati sono 11 con 210mila azionisti i cui titoli da 62,50 euro della Vicenza e 40,75 della Veneto sono scesi a 10 centesimi.
Succede pure questo nell'era Renzi , nel Paese dei balocchi, dove anche la vicenda della Banca dell'Etruria finisce nel dimenticatoio mentre la figlia del vice presidente nonché sorella di un alto funzionario mira a riscrivere la Costituzione e col medesimo fratello partecipa alle celebrazioni del 2 giugno, nel tripudio della grande stampa.

La provincia di Lecco. I colori indicano i comuni dove risiedono azionisti di Veneto Banca
Ma quanti lecchesi ci hanno rimesso soldi con l'investimento azionario nella Veneto Banca? Tantissimi, anche se la presenza dell'istituto di Montebelluna non è troppo diffusa nel territorio lecchese, che vede la presenza di una sola filiale. In totale comunque i soldi andati in fumo sono 6,5 milioni di euro, senza considerare i 20 milioni di euro che ci ha rimesso la famiglia Beretta, quella dei salumi di Barzanò, non censito tra i comuni lecchesi. I danni maggiori li hanno subiti i residenti nel capoluogo con una perdita superiore a 2 milioni di euro. Alle spalle il piccolo borgo di Sirtori con 1,2 milioni. Evidentemente lì risiede un grosso azionista. Oltre 500mila euro ce li hanno rimessi i risparmiatori di Missaglia, 400mila quelli di Casatenovo mentre i meratesi più accorti solo 150mila euro.
Ecco la tabella completa con gli investimenti andati in fumo in azioni di Veneto banca, dei residenti nei comuni della provincia di Lecco:

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